“

Mark... Posso permettermi di parlarti "chiaro"? Posso permettermi di farlo in pubblico, davanti a tutti? Posso permettermi di trattarti come se fossi uno di famiglia?

...Come?

...Hai detto di sì?

Allora posso?

Bene!

In tanti post che hai scritto in questo TUO (ed anche nostro, permettimi...) Forum, non ho quasi (e poi, se vuoi, ti spiego il perché del "quasi") mai letto tanta sincerità e tanto "messaggio dell'anima", del cuore, del VERO sentimento tra le tue parole... E non per dire che le altre volte non sei sincero, eh... (non fraintendere...).
Non so se è perché, adesso (purtroppo... a causa della tua convalescenza e degli altri brutti fatti successi...), hai più tempo di riflettere e di pensare, magari in modo diverso e più profondo a tante cose. O perché, comunque, diversi avvenimenti dell'ultimo periodo hanno reso tutti noi "Ornelli" un po' "più umani"...
Ma qualcosa mi dice che quello che hai scritto sopra è davvero scritto col cuore e non solo con le ditine (o ditone) sulla tastiera. E la cosa, nella sua semplicità (forse banalità) mi ha davvero dato uno spunto di riflessione. Condivido ciò che hai scritto, ma non è solo questo. Il fatto è che, a volte, dietro ad una cosa da nulla come può sembrare un'emozione data da una semplice "pedalata", si può celare qualcosa di molto più grande e molto più apprezzabile di quello che potrebbe sembrare ad una prima occhiata.
E questo non perché stiamo parlando di bici e di ciclismo. Ma vale anche per lo sport in generale. E per qualsiasi altra attività che "aggreghi" e stimoli una sana competizione ed un corretto confronto, volti al miglioramento dell'individuo e del gruppo e di quanto esso possa produrre.
La metafora è forte: la bici, la salita, la fatica, la disperazione, la voglia di farcela comunque, spremendo tutto e di più dal proprio io, dal proprio fisico, dal proprio cuore. E non importa la "relatività" del risultato. Quello che conta è avercela fatta, sapendo di aver dato tutto. Di aver chiesto tutto a sé stessi, alle nostre idee, ai nostri pensieri e di aver sconfitto le nostre piccole/grandi debolezze, le nostre paure. E chissà che magari "qualcuno" a cui teniamo particolarmente (o a cui abbiamo tenuto... particolarmente) non ci abbia dato un po' di forza in più... Proprio quella che è servita ad arrivare in cima anche all'ultima salita, quando le gambe ci avevano quasi del tutto abbandonato ed "il gettare la spugna" è stato un flash che ha iniziato a fare capolino tra i nostri pensieri...
Ma il fatto di avercela fatta, pur con tanta fatica, ci dà un po' più di coraggio e di convinzione per affrontare meglio le sfide che la vita ci riserva e ci riserverà nei giorni a venire.

Scusami Mark, se mi sono permesso... Scusatemi tutti se vi ho "smaronato" con 'sta pappardella da cappio al collo...
Ma mi sentivo di scriverla e non mi sono vergognato di farlo. Mi perdonerete.
Anche io, nel mio piccolo, sono in un periodo un po' pesante e magari ogni tanto perdo un po' il lume della ragione...

L'anno prossimo, una pedalata di queste, l'andiamo a fare tutti insieme (chi vorrà) e con spirito di gruppo. Faremo fatica, ma saremo ripagati dalle emozioni che ne scaturiranno.


Complimenti ancora a Gianluca, con un po' di sana invidia per la sua impresa.

”