Cari amici
grazie alle diverse uscite che in questo inverno stupendamente carico di neve riesco a fare,ho deciso di sfruttare le giornate di allenamento anche per la sperimentazione di particolari assetti e preparazioni degli sci, non da ultimo l'utilizzo delle scioline fluorurate spray (Maplus P2-P3) da dare in partenza e adatte per le le piste particolarmente veloci e non eccessivamente pendenti (Castellazzo-Rolle, Polsa, Costabella-San Pellegrino, Borno etc etc). Proprio ieri(Pista Costabella-Passo San Pellegrino dalle 12 alle 16) è capitato che in determinati orari,a seconda dell'irradiazione solare,dell'intensità vento e della copertura nuvolosa, la stesse scioline per temperatura (Maplus P rossa) ma con % differenti di fluoro, avessero comportamenti velocistici differenti. Appurato che il range di temperatura di utilizzo era corretto perchè verificato col termometro, sono giunto alla conclusione che l'umidità dell'aria ha influenzato il comportamento degli attrezzi e non avendo a disposizione l'apposito strumento di misurazione (igrometro) volevo chiedere SE QUALCUNO CONOSCE QUALCHE METODO EMPIRICO PER DETERMINARE IL TASSO DI UMIDITA' DELL'ARIA oppure se, attraverso l'osservazione dell'ambiente circostante come ad esempio la brina sul parabrezza dell'auto al mattino, si riesce a determinarne il valore.
I 3 assiomi ai quali mi attengo sono i seguenti:
1)se si "prende la scossa" scendendo dall'auto l'umidità è attorno al 20%
2)se il respiro umano produce la classica "nuvoletta" l'umidità è oltre il 50%
3)con nebbia,nuvole basse e neve cadente l'ambiente è saturo per cui si è prossimi al 100%
Ora tocca a voi!

ps:non rispondete "comprati l'igrometro" oppure vai in partenza con 2 paia di sci...GRAZIE

Prendi un termometro a mercurio
una pezza imbevuta d'acqua
un diagramma psicrometrico di Mollier

misura la temperatura di bulbo secco e la temperatura di bulbo umido (cioè la T con il bulbo avvolto nella pezzuola imbevuta).

Annota la T di bulbo umido, indi scendi a perpendicolo sul diagramma (retta ISOTITOLO, cioè con stesso titolo di aria umida), fino a incrociare la curva dell'umidità relativa al 100%. Ora, da tale intersezione, segui la retta obliqua (isoentalpica), fino a incrociare la retta della temperatura di bulbo secco. Questa nuova intersezione, confrontala con le curve delle umidità relative presenti, e fai interpolazione lineare, ottenendo così il valore di umidità relativa dell'aria.

Era meglio l'igrometro... vero?

Drey...non ho detto "metodo scientifico" bensì "empirico" e cioè l'uso di ipotesi di lavoro che possano essere smentite dall'osservazione o dall'esperimento (cioè in ultima analisi dall'esperienza)....In un altro senso, il termine empirico nella scienza può essere sinonimo di sperimentale. In questo senso, un risultato empirico è un'osservazione sperimentale!

(da http://www.wikipedia.it)

Ops scusa hai ragione.... purtroppo non ne conosco....

Allora da buon chimico teorico io mi astengo dalla discussione!
Scherzi a parte, escludendo l'utilizzo di un igrometro digitale o a bulbo bagnato (grande Drey per il suggerimento! ), oltre alle prove empiriche che hai esposto non saprei dirtene altre al volo. Comunque, a mio avviso, al di la' delle determinazioni atmosferiche, visto che poi le solette toccano la neve, per scegliere la sciolina giusta, bisogna imparare a "leggere" quest'ultima, cosa non certo facile, che necessita soprattutto di esperienza.

Ciaoo

Problema assai discusso.

L'unico strumento che determina in maniera corretta l'umidità, o meglio, l'unico igrometro che funziona è il doppio termometro a bulbo secco e bulbo umido.

Il problema è che sotto lo zero il bulbo umido ghiaccia e la funzione va a farsi benedire.

Gli igrometri "elettronici" (ne ho un paio) lasciateli dove stanno, o costano una fortuna o danno dei numeri buoni per il lotto.

Alla fine bisogna imparare a "conoscere" la neve; da un punto di vista visivo (es: cristallo definito = secco) tattile (es: come si compatta stringendola fra le mani) e sonoro (es: se gracchia calpestandola con gli scarponi = secca)

io ho imparato chiedendo in partenza: "secondo te com'è ? umida ? perchè ?...... dopo qualche anno di rompi ho formato (non so se giusto o sbagliato) un mio metodo;


Infine consiglio di considerare, anche i seguenti fattori:

- esposizione della pista (se a Nord rimane in ombra sennò beccherà sole ...se non è nuvolo....)

- vento (tende a seccare)

- presenza di vegetazione ad alto fusto sui bordi (tende a incrementare l'umidità)

Usare le indicazioni meteo sarà attendibile?

http://www.ilmeteo.it/meteo/Borno

grazie brunoz, farò come dici tu, per riguarda il tasso d'umidità delle previsioni meteo...sono delle previsioni

Scusate. E la pipì.
Più si buca la neve, più il manto è già umido......

Più empirico di così!

io uso il ginocchio operato...più fa male più c'è umidità....

e se sulla neve ha piovuto sopra?

Beh, direi che piu' umido di quello c'e' solo l'acqua! A meno che non abbia piovuto il giorno prima, poi ghiacciato e le temperature restino sempre sotto zero.

in parole povere per sabato e domenica...P2 o P3?

Sabato dovrebbe nevicare sopra i 1000 metri (zona val di Fiemme). Sabato le temperature rimarranno di poco sotto lo zero, nessun irraggiamento e neve fresca in pista. Domenica aumenta l'irraggiamento, quindi un minimo di fusione superficiale vi sara'. Poi dipende dalla quota a cui vai. Io nel starei su una P3.