Quando a 28 anni lavori 11 ore al giorno, con uno stipendio decente, contratto a tempo indeterminato in una realtà che non conosce crisi... È normale sentirsi alla fine di un percorso? E vista la situazione mondiale è normale volersi trovare un altro posto?
Non so se sia il troppo stress, il casino del momento... Ma al momento ho solo voglia di far saltare tutta la mia vita lavorativa in aria!!!
Dall'altro lato...fare una cosa del genere mi sembra di non portare rispetto a chi purtroppo un lavoro non ce l'ha!

Scusate lo sfogo...non so manco se abbia senso in italiano...

te lo dico per esperienza (purtroppo) la mia vita lavorativa mi è scoppiata in mano ed ho avuto la fortuna di ricollocarmi a 47 anni (come libero professionista)
In questo momento bisogna tenere duro e cercare di migliorare il migliorabile...in attesa di tempi migliori. Forse hai bisogno di stimoli diversi, magari senza cambiare lavoro...

Come ti capisco .... sta tranquillo che è solo lo stress .
Io di anni ne ho 41 + moglie e figlio di 9 anni , e in 20 anni di lavoro ho fatto la mia strada in azienda ma la voglia di cambiare lavoro è sempre più forte . Ma visto la crisi generale e il fatto che ho un figlio mi fa calmare..
Tieni duro !!!

Comunque le decisioni importanti per il mio lavoro le ho sempre prese durante le ferie. Forse perché staccando la spina per un po' si ha una visione più chiara...

io, nel campo informatico, ero quasi diventato quadro anni fa...grazie alla santissima anima di Biagi, che dio lo abbia in gloria, mi sono ritrovato a spasso....era un lavoro che amavo, che mi piaceva e che facevo molto bene....

ho ricominciato in una società che lavorava per Alitalia.....purtroppo il ramo informatico era già in crisi.....il botto alitalia che tutti conosciamo mi ha fatto ritrovare per strada una seconda volta....e questo una settimana dopo aver stipulato il mutuo....

ora faccio un lavoro che mi fa schifo, in un ambiente che mi fa schifo, con dei capi (donne) discutibili....lo stipendio è tutt'altro che stratosferico, ma arriva puntuale....sogno tutti i giorni di cambiare lavoro, possibilmente intraprendere una strada autonoma (Mark è il mio mito)....ma fino ad ora non ho trovato la soluzione giusta....l'importante è non perdere le speranze....

che ti posso dire....?

ti conosco poco non sei una persona stupida, anzi....ma prima di fare mosse avventate aspetta di essere calmo, fai passare la tempesta, rilassati e a mente fresca decidi il da farsi....poi se è quello che vuoi, è cmq la scelta giusta...



PS.se cerchi un socio, io sono qui...

mi basta leggere questa frase
tienitelo STRETTO

STRETTO

un mio carissimo amico è stato messo a casa dal 31/12 p.v. da una grossa azienda a livello nazionale per la quale lavorava da 17 anni, e nella quale aveva fatto carriera
due figli, uno dei quali con gravi problemi
è diventato un costo

lo hanno chiamato e gli hanno dato la notizia
quando non hanno più bisogno non guardano in faccia a nessuno

grazie e arrivederci...

nel 2013
in Italia
chi ha un buon lavoro, deve mandare giù e tenerselo stretto

però lo sfogo ci sta

un abbraccio

Quoto, quando la mia azienda ha deciso di mandare a casa centotrenta persone, non ha guardato in faccia nessuno,bravi e non...gente che si era privata della vita privata a favore dell'azienda, dall'oggi al domani a casa ...in alcuni casi anche marito e moglie con tanto di mutuo.... sono degli animali

Beh questo é lo scenario economico odierno. Cosa sparisce: il ceto medio, quello con un reddito fisso. Aumentano i ricconi e i poveracci! Quindi oggi, vista la situazione, chi ha un lavoro se lo tiene ben stretto e si limita a lamentarsi un pò quando sparisce l'entusiasmo iniziale. Ma se ti guardi in giro non c'é nulla all'orizzonte.
Nel mio piccolo penso di essere tra i pochi fortunati che fa un lavoro che gli piace. Certo una volta l'entusiasmo era diverso, l'ambiente era diverso, oggi é tutto più caotico, contano le date,le scelte politiche non la qualità del prodotto o le effettive necessità del territorio. Le scelte.diventano un modo di fare campagna elettorale e noi ne siamo i muti artefici! Arriveranno tempi migliori? Chissà, intanto mi ritengo un fortunato e provo a vedere le cose ottimisticamente!

Vale io dopo l'università e servizio civile mi son detto sono giovane e ne approfitto andando all'estero per 6 mesi... che poi sono diventati 6 anni. Lavorativamente parlando i più belli della mia vita. Ok a Dublino non c'era la neve, però a quei tempi neanche Ryanair era così sviluppata.... Insomma adesso è veramente facile spostarsi da un angolo all'altro dell'Europa.

Penso sia un'esperienza estremamente arricchente sia dal punto di vista umano che professionale.

Io sono andato su nel 95... 27 anni, il mio inglese era veramente maccheronico. Qualche mese per imparare un po di inglese... ma neanche tanto e poi buttato nel mondo del lavoro. Mi ricordo lo scoraggiamento dell'inizio. E chi lo capiva quello che parlava come se avesse una patata in bocca, o l'altro da quella sperduta contea del Nord Irlanda... Poi è durata poco. Due anni e facevano fatica a capire che ero italiano.

...e poi Santa Guinness faceva passare ogni dolore!

@vale la nostra età non è tanto diversa(io ne ho 33) e nemmeno la situazione da quel che leggo. Periodicamente anche io ho di questi dubbi. Ormai è 7 anni e mezzo che lavoro nella stessa azienda e pur trovandomi bene ogni tanto la tentazione di cambiare c'è, ma ad essere onesto facendo un po'di sondaggi in giro, non ho mai trovato occasioni così buone da farmi cambiare.
Se la tua situazione personale te lo permette, io valuterei molto il consiglio fred: vai farti una bella esperienza all'estero. In europa ci sono diversi paesi dove si lavora in condizioni migliori che in Italia. Se poi te la senti secondo me è molto interessante l'Australia però questo è un cambiamento davvero importante. Occhio però: una volta partito rischi di non tornare indietro più!!

Personalmente io rimpiango di non aver fatto un periodo all'estero prima di sposarmi, ora con moglie e figlio è tutto più complicato.

direi non solo qualche....ma in tutti si lavora meglio....





Australia?

ma per carità....ci è andato un amico di Claudia e ti assicuro che non è questo eldorado che pensate....a si molti pro, ma anche tantissimi contro...e la bilancia pesa a favore di questi ultimi...è l'unico paese dove non andrei...

Il mio "modus operandi" per affrontare un problema è come risolvere un'equazione.
Nel tuo problema però manca un dato che direi essenziale: il perchè!

Se uno è stanco della solita routine, oppure ha un capo cugino del sergente rompiglioni, oppure pensa d'esser sottostimato, etc.., sono questioni di scarsa rilevanza che spesso si ripresentano, sotto altre forme, proprio nella vita e non solo sull'ambiente di lavoro.
Per esempio, nel caso in cui uno abbia un ambiente di lavoro repressivo è illusorio pensare che in un altro poi si troverà certamente meglio. Solo il tempo potrà verificarlo.

Se uno è stanco perchè non trova più stimoli in quanto si sente "arrivato" e quindi non ha più possibilità di crescita, il discorso è ben diverso.
Qui si deve partire dall'analisi delle proprie capacità, che sovente capita siano sovrastimate, pertanto tali valutazioni non possono essere soggettive, bensì accuratamente oggettive.


Se poi uno pensa all'estero, oppure al mercato del lavoro italiano, la questione è di difficile interpretazione.
Negl'ultimi anni si sono verificati tali cambiamenti che prevedere un qualche cosa di preciso è azzardato e quindi spesso è meglio rimanere in un "luogo sicuro".
Ci fanno passare l'attuale situazione come una "crisi", che ha come presupposto d'essere passeggera, ma non è una crisi è un totale cambiamento dell'assetto economico mondiale.
Sapete quanti sono i milionari in Cina oggi? 70 milioni! Sino all'altroieri erano tutti in fila per una ciotola di riso ed oggi...... Meditate.....

@chicco: se posso chiedere, quali sono i contro dell'Australia? non ho esperienze dirette coma la tua ma ne ho sentito parlare bene dai soliti "amici di amici" a questo punto sono curioso....

D'accordo su quanto dici. Da quello che sembrerebbe leggendo tra le righe è che sia venuto a mancare lo stimolo. A quell'età (adesso un po' meno) mi chiedevo ogni tanto se quello che facevo in quel giorno era comunque mirato ad un obiettivo nel lungo termine. Non che poi si sia realizzato proprio quello che volevo, però alcune cosa sono andate meglio, altre peggio. Io a quell'età non avevo dubbi. Era ora di cambiare se mi trovavo in quello stato!

E' anche vero che uno non deve lasciare il posto che ha solo perchè è fisicamente o mentalmente stanco, oppure perchè ha un capo rompi-marroni, ecc. Di posti di lavoro ne ho visti alcuni e da battagliare c'è sempre.

La mia esperienza è che culturalmente in Italia siamo veramente indietro dal punto di vista manageriale. Si parla spesso della capacità italiana.... si a fare pizza (peccato poi che le multinazionali della pizza sono straniere ...vedi Domino's, Pizza Hut, ecc.). La mia esperienza è stata quella di vedere idee imprenditoriali portate avanti dalla capacità di fare squadra, di delegare, di premiare e anche silurare.

Certo non sono tutte rose e fiori. Sappiamo dove è nato l'attuale sistema finanziario che ci obbiga ora a pagare gli interessi del nostro Debito con il sudore del nostro lavoro.... però,... ci sono molte altre cose da imparare.

Australia? Boh?! Io conosco uno che lì ha fatto la gavetta (si sa com'è li per avere il visto per motivi di lavoro). Adesso però è super-contento.

Concludo con la cosa che mi colpisce di più quando torno in Italia dopo un week-end all'estero. Noi italiani abbiamo disimparato a sorridere....

Credo che sia difficile fare un paragone con qualche anno fa. La situazione e' talmente diversa oggi che non si hanno termini di confronto. Per quanto riguarda il lavoro all'estero credo che dipenda molto dal carattere della persona e dalle aspettative che si hanno. Ho amici che hanno lavorato e che lavorano all'estero di pareri opposti tra loro.