NONNE ha scritto:
“
Salve a tutti, leggevo con stupore la vostra ignoranza riguardante la marcatura CE sui cancelli, andate a vedere quanti incidenti provocati da cancelli o simili costruiti da animali del settore dove purtroppo a pagare sono sempre i bambini,poi si piange dopo perche' per la negligenza generale, il bambino e' morto schiacciato dal cancello , comunque a parte la polemica metto a disposizione qualsiasi informazione riquardante il tutto , quardate il bene che io ero molto scettico ,ma visto quello che 'e successo in giro, se morfy vuole farsi il cancello fa benissimo,se vuole consigli tecnici eccomi qua ciao e grazie
”
Ciao a te.
In quel che dici hai perfettamente ragione. I cancelli uccidono e quindi devono essere sicuri!
In merito a questa questione la legislazione da qualche anno ha fatto chiarezza infatti dal 1 giugno 2005 prima con la Direttiva Prodotti da Costruzione (CPD) 89/106/CEE e poi con la norma EN 13241-1, il costruttore, il produttore o colui il quale immette sul mercato cancelli o sistemi di chiusura di tipo manuale e/o automatiche ha l’obbligo di apporre la marcatura CE.
Ma non solo.
“Se la chiusura è il risultato della combinazione sul posto di prodotti di diversi costruttori o fornitori l’installatore assume il ruolo di costruttore per quanto concerne la valutazione della conformità del prodotto finito e se ne assume la responsabilità.”
D’altra parte questa è sempre stata una regola generale della Direttiva Macchine.
Marcare CE” non vuol dire apporre solamente la famosa etichetta CE ma alle spalle comporta tutta una serie di lavori, progetti, verifiche...
La marcatura CE prevede infatti che il produttore debba produrre:
- un fascicolo tecnico
- un manuale d’installazione;
- un manuale d’uso e manutenzione;
- targhetta od etichetta da apporre sul prodotto venduto;
- dichiarazione di conformità CE.
Ma non basta.
Prima di immettere sul mercato il cancello, lo stesso, dovrà essere sottoposto a verifica da un organismo notificato (ovvero abilitato dallo stato per effettuare tali verifiche) e perciò ad esso dovrà fornire:
A. una lista dei componenti utilizzati per costruire il prodotto e copia delle singole dichiarazioni di conformità dei componenti o relative certificazioni
B. inoltre tutti i disegni tecnici del prodotto finito (compresi i motori) che l’Organismo Notificato andrà a testare.
Una volta testato e superato il controllo, l’Organismo notificato rilascerà il proprio certificato.
A questo punto il costruttore potrà immettere sul mercato marcandolo CE solo ed esclusivamente quel cancello avente quelle particolari forme, dimensioni.
Se per esempio ha fatto testare un cancello da 4,5 metri, lo stesso certificato non potrà essere valido per un cancello da 5 metri ma per quest’ultimo il produttore dovrà rifare tutto da capo …
Questo spiega perché le aziende che producono cancelli che io mi permetto di chiamare “prefabbricati” o meglio riconosciuti sul mercato come “monoblocco” hanno in catalogo solo alcune misure alle quali bisogna adeguarsi quando si fa la scelta.
Questo è l’esempio del cancello dotato di un’unica struttura portante a U in grado di garantire solidità all’intera struttura.
E’ chiaro che ora sorge il dubbio … il comune fabbro cosa fa a questo punto? Fa eseguire il test all’organismo sul singolo cancello a misura che gli si ordina ?
Non penso proprio … e infatti se gli si ordina il bel cancello in su misura in ferro battuto o particolare … loro realizzano la sola parte in ferro. Certo la normativa prevede come riportato che anche i cancelli (non i cancellini del solo passaggio pedonale) con chiusura manuale debbano essere marchiati CE ma alla fine se ne fregano… Tanto poi una volta installato, chi arriva ad automatizzarlo con motori, fotocellule e coste si dovrà arrangiare lui a marchiarlo CE.
E in effetti possono farlo…
Se io vendo il manufatto come un pezzo di ferro non ho problemi ..
Mi spiego meglio con un esempio…
Un macchinario vecchio non marcato CE non può essere rivenduto perché se lo facessi dovrei prima adeguarlo e marcarlo CE.
Allora che si fa?
Lo vendo come rottame di ferro e io che l’ho venduto sono a posto. Ora saranno cavoli di chi lo ha comprato se vuole usarlo in maniera non conforme ai requisiti di legge in materia di sicurezza.
Quindi tornando al cancello…
Il fabbro lo costruisce.
Il muratore lo installa.
L’elettricista lo elettrifica e a lui a sto punto tocca marcarlo CE in quanto risulta essere l’installatore.
Non è finita qui…
Mettiamo anche che il cancello sia marcato CE … l’utilizzatore finale ha poi l’obbligo di fare le manutenzioni periodiche (controlli meccanici ed elettrici). Se non le fa in caso di incidente risponde lui e non il costruttore o l’installatore…
E giù a tira fuori altri soldi per controllare periodicamente un cancello al pari del controllo annuale della caldaia o della messa a terra periodica per negozi, uffici e aziende ecc …
Che stia bene o no, la legge prevede questo.
Per quanto riguarda invece la vera sicurezza dei cancelli ci sono parecchie cose da tenere presente.
Beh, i cancelli sono principalmente di due tipi.
A battente e scorrevoli.
In entrambi i casi i cancelli devono soddisfare i seguenti requisiti:
1° non devono cadere
I cancelli scorrevoli infatti devono essere dotati di un sistema per il quale se dovessero uscire dalle guide questi devono stare cmq su.
Quelli a battente che non hanno guide devo stare su lo stesso e quindi saldamente ancorati.
Perché cadono i cancelli?
Uno dei motivi potrebbero essere l’aria… facendo vela questi cadono e infatti la normativa prevede che ci sia una prova in tal senso.
Quelli scorrevoli dovrebbero poi avere dei sistemi sulla rotaia che nel caso in qui ci sia la presenza di corpi estranei non li facciano deragliare ma o si bloccano o riescono a spostare l’oggetto deragliante
2° chiusura
Nel chiudersi c’è la possibilità di rimanere schiacciati, amputazione degli arti, ferite, escoriazioni ecc …
Quelli a battente devono garantire che un’alta si chiuda prima dell’altra in maniera da lasciare il tempo di allontanarsi…
Si voi dite.. ma ci sono le fotocellule …
Non basta più!
Ora devono essere dotati di un dispositivo per il quale nel caso la fotocellula non funziona se una persona rimane schiacciata, il sistema elettronico misura la forza di chiusura e fa riaprire il cancello.
Quindi si usano le classiche “coste” o bandelle di sicurezza che sono da molti anni installate su macchinari quali presse e cesoie.
Stessa cosa per la chiusura di un cancello scorrevole.
3° compatibilità elettromagnetica
I dispositivi elettronici devono essere schermati o cmq garantire che fonti di interferenza esterne di tipo elettromagnetico non interferiscano con il normale funzionamento.
4° direttiva bassa tensione
I prodotti elettrici utilizzati: motori, fotocellule, coste ecc… ma anche tubi, guaine cavi ecc.. devono rispondere alla normativa a bassa tensione in particolare per la protezione IP all’acqua dato che verranno montati all’esterno…
Forse NONNE non lo sa ma di lavoro faccio il consulente per la sicurezza, qualità e ambiente e un po’ di cosine le so per forza anche io…
In merito ai prodotti da costruzione ho seguito due aziende da zero in tutto il loro iter per la marcatura dei prodotti da costruzione.
Dai disegni al manuale di controllo interno, alle prove di laboratorio ecc.. fino alla Marcatura finale CE.
Resta il fatto che quello che tu hai detto è perfettamente vero. Circa 100.000 persone solo in Italia restano vittime di incidenti più o meno gravi dovuti al funzionamento dei cancelli.
La battuta che ho fatto qualche pagina più in la era solo riferita al fatto che ho da poco ampliato la casa di mio papà e ora mi ritrovo il suo “vecchio” cancello elettrico scorrevole ma siccome ho aperto altri due accessi (uno pedonabile e uno carrabile) devo realizzare i due cancelli nello stesso stile di quelli già esistenti.
Siccome sono particolari e non classici mi arrangerò a realizzarli invece di rivolgermi a un fabbro per poi ritrovarmi nella stessa situazione di non avere una marcatura e di aver speso soldi in più.
Siccome poi è per casa mia sono il primo a tenerci alla sicurezza dato che ho una bimba di 4 anni e mezzo.
Con questo però non vuol dire che non rispetterò la legge e la normativa vigente in fatto di sicurezza.
Una macchina può essere sicura anche senza l’etichetta CE… questo per esperienza lo posso dimostrare.
Anni fa ho rischiato di rimanere schiacciato da una saldatrice a puntatura per reti metalliche mentre la stavo programmando in autoapprendimento solo perché il relè del finecorsa si era”impastato” e l’encoder digitale non ha funzionato…. Alla faccia della direttiva macchina e del marchio CE !