Il Killer invisibile
Nel nostro paese ancora non se ne parla molto. Le associazioni ambientaliste nostrane forse lo ritengono un argomento secondario, rispetto ai pericoli ben maggiori rappresentati dall’elettrosmog e dagli OGM, ma all’estero la consapevolezza riguardo ai pericoli di questa sostanza, ribattezzata “il killer invisibile”, sta montando rapidamente.
Sto parlando del Monossido di diidrogeno. Come il suo “cugino”, il terribile Monossido di Carbonio, questa sostanza è incolore, inodore e insapore, e uccide, spesso per eccessiva inalazione ambientale, svariate migliaia di persone ogni anno.
Qualche lettore ha già accennato ai pericoli di questa sostanza in vari commenti sparsi nel Blog, e quindi mi è sembrato opportuno, oggi, dedicarle un articolo apposito, anche nella speranza che coloro che si battono per l’ambiente e la salute pubblica inizino a considerare seriamente i pericoli che pone questa sostanza chimica e inserirli nella loro agenda politica.
Pensate che:
- E’ il componente principale delle piogge acide.
- Contribuisce all’effetto serra
- Contribuisce all’erosione del suolo e dei paesaggi naturali
- Viene usato ampiamente negli impianti di produzione dell’energia nucleare
- Viene utilizzato come solvente industriale
- E’ stato ritrovato nelle cellule tumorali di pazienti terminali
- Può causare ustioni anche di terzo grado
- E’ presente nelle falde acquifere, dove penetra tramite la pioggia, arriva nelle nostre case, entra nelle nostre cucine dai rubinetti, e finisce nei nostri cibi. E’ molto difficile evitare la contaminazione perché a differenza di altre molecole che possono essere filtrate, questa si miscela completamente con l’acqua.
Le raccomandazioni del Material Safety Data Sheet suggeriscono:
Il Monossido di Diidrogeno è un prodotto non regolamentato, ma reagisce violentemente con alcuni metalli, come il sodio e il potassio. Con il fluoro e con alcuni agenti disidratanti come l’acido solforico. Forma un gas esplosivo con il carburo di calcio. Si raccomanda di evitare il contatto con materiali di cui non si sia prima verificata la compatibilità.
Alcuni economisti sostengono che bandire il monossido di diidrogeno avrebbe conseguenze gravissime per l’economia mondiale, ma c’è chi insinua che questi economisti siano troppo vicini alle posizioni del WTO e del Fondo Monetario Internazionale per essere credibili. Addirittura alcuni hanno contratti di consulenza per grandi multinazionali.
Il monossido di diidrogeno ebbe un importanza fondamentale per i Nazisti. Durante la guerra infatti la Germania nazista aveva il grosso problema di produrre carburanti, non potendo accedere alle normali fonti di petrolio. Perfezionarono quindi un processo chimico, chiamato “processo Fischer-Tropsch” dal nome dei due chimici inventori, che permetteva, tramite l’utilizzo di monossido di diidrogeno ad alta pressione e temperatura e carbone, di cui la Germania è ricca, di produrre altre sostanze chimiche, tra cui il già citato monossido di carbonio, per essere poi convertite in benzina.
E negli alimenti?
Possibile, vi chiederete, che nessuno faccia nulla per fissare almeno una soglia di tolleranza generalizzata? Forse la situazione vi risulta più chiara se considerate che questa sostanza viene ampiamente utilizzata nella produzione di Coca-Cola e di altre bevande gassate. Capite bene come le multinazionali alimentari, specialmente americane, non possono certo permettere un bando generalizzato di questa molecola. Tra l’altro, è una molecola che si trova comunemente in natura, anche se i chimici hanno trovato il modo di sintetizzarla artificialmente.
Tornando agli alimenti, è stata a volte illegalmente addizionata al vino. Addirittura questa pratica risale all’antica Roma. La storia delle sofisticazioni alimentari è molto lunga: i romani già sofisticavano il vino aggiungendo dell’acetato di piombo per renderlo più dolce.
Per fortuna alcuni alimenti ne sono privi (o ne contengono tracce in concentrazioni non preoccupanti). L’olio di oliva extravergine ad esempio. Il burro invece lo può contenere. Come mai? Perché è già presente nel latte, come in quello che comperiamo dalla GDO (Grande Distribuzione Organizzata). Però esiste una nicchia di consumatori che preferisce acquistare del latte senza questa sostanza (specialmente per nutrire dei neonati) e quindi l’industria ha da tempo iniziato a produrre latte privo di monossido di diidrogeno, ma è abbastanza costoso. Tornando al burro, è comunque uno dei pochi alimenti dove è fissata una soglia massima per legge per la presenza di questa sostanza. La “panna da cucina UHT” che potete acquistare nei supermercati lo contiene sicuramente. Comunque se siete “Veri Gourmet” non usereste mai della panna da cucina (orrore!).
In questo triste periodo per la vicenda delle mozzarelle di bufala campane non posso purtroppo fare a meno di riportare che questa molecola è presente anche nel latte di bufala campana.
Che fare? In altri paesi si stanno già muovendo. Nel 2001 lo staff del deputato al parlamento Sue Kedgley del Partito dei Verdi della Nuova Zelanda rispondeva alla richiesta di un cittadino di aderire alla campagna per bandire il monossido di diidrogeno dicendo di essere “assolutamente in accordo con la campagna per bandire questa sostanza tossica dalla Nuova Zelanda“
E da noi?
Copyrighted
2006 - Dario Bressanini
Bibliografia
http://www.dhmo.org sito di riferimento, in inglese.
Qui trovate la versione italiana.
http://www.l-d-x.com/dhmo