Ciao ragazzi!
La mia stagione sciistica si è conclusa con la classica ciliegina sulla torta: la traversata del Monte Bianco, detta anche Vallèe Blanche. E' un itinerario nel bacino glaciale del monte Bianco, celebrato e conosciuto in tutto il mondo, in uno scenario assolutamente incredibile, che consiglio vivamente a tutti di fare almeno una volta nella vita.
Sono andato con lo sciclub. Si parte alle 6:00 da Torino
Alle 9:15 siamo alla partenza della funivia dell'Aiguille du Midi: saliremo solo due ore più tardi, tale è la coda.
Chamonix è solo a 1035 metri sul livello del mare, e questa funivia in 2 tronconi, supera un balzo di oltre 2700 metri (l'arrivo della funivia è a 3777 metri slm). Lo scenario che si presenta man mano che si sale, è pazzesco, paragonabile alla funivia che dal Trockener Steg (Zermatt, 2929 metri slm) porta fino ai 3820 metri del Piccolo Cervino: immensi muri di neve e ghiaccio, contornati da seracchi e rocce, che cadono a picco su Chamonix.
All'arrivo, si attraversa un ponticello che collega due guglie rocciose, dove l'aria gelida dell'alta montagna ti sveglia da ogni sonnolenza per la levataccia mattutina (mi ero svegliato alle 4,45) e ti avverte che è il momento di fare sul serio...
Si entra nella roccia, percorrendo pochi metri, da cui esci da una grotta di ghiaccio, lunga all'incirca 10 metri, e ti trovi sulla cresta ghiacciata.
Si devono percorrere poco più di un centinaio di metri assicurati a una fune fissata a una ringhiera installata lungo il percorso prima di iniziare la discesa sci ai piedi.
Sul lato sinistro c'è un precipizio nel vuoto di oltre 2600 metri, e la vista di Chamonix è così aerea, mai visto nulla di simile... se non dai finestrini di un normale volo di linea aerea.
Siamo arrivati al pianoro da dove inizia la traversata. Mi giro un attimo, ed ecco che la cima dell'Aiguille du Midi, ci sovrasta in tutta la sua imponenza...
Inizia la discesa. Si mettono sci ai piedi, e si segue un percorso, seguendo le nostre guide, che si snoda attraverso questa vallata, circondata da immense guglie di roccia e ghiaccio. All'inizio il vento soffia impetuoso, e il freddo è pungente. Dopo tutto, ci troviamo in alta montagna. Ci pervade un senso di smarrimento, in mezzo a quella vastità. Le guide ci raccomandano di seguirle, e di non perderle mai di vista.
La neve è purtroppo molto trasformata e dura: provo ad allontanarmi un poco dalle tracce per solcare il pendio vergine, ma gli sci sono difficili da governare, si cade facilmente, e rialzarsi non è certo semplicissimo. Non mi resta che ritornare sulle tracce.
Le lunghe pause (eravamo più di 40 suddivisi in 4 gruppi), mi danno la possibilità di scattare innumerevoli foto, stregato come sono dalla straordinarietà del paesaggio.
Ci troviamo al cospetto del Mont Blanc du Tacul, 4248 m, e lo costeggiamo, trovandocelo alla nostra destra.
Sull'orizzonte si scorgono l'Aiguille d'Entreves, Aiguille de Toula, Gran Flambeau, Col des Flambeaux, Gros Rognon.
A un certo punto, nel cielo, noto con stupore dei cavi sospesi, a un'altezza notevole, correre per centinaia di metri sopra questa vallata, da una cima all'altra, e di scorgere a metà delle telecabine ferme. Sono le telecabine panoramiche del Monte Bianco, che da punta Helbronner (raggiungibile dal versante italiano) arrivano all'Aiguille du Midi.Il dislivello coperto è abbastanza modesto, circa 340 metri, ma la lunghezza è notevole: si parla di 5 km. Mi chiedo come sarà guardare il tutto da lassù....
Nella foto sopra, le telecabine sovrastano le Grandes Jorasses. All'estrema sinistra lo Sperone Walker, 4206 m, all'estrema destra il Dent du Gèant, 4013 m.
Dopo il primo tratto iniziale, discretamente ripido, segue un lungo pianoro che gira intorno al Gros Rognon, e si procede per la Vallee Blanche. Qui il pendio in alcuni tratti torna a farsi ripido, ma è come affrontare una pista rossa con le gobbe tipiche di fine giornata, occorre quindi un minimo di dimestichezza a questo genere di situazioni per affrontare il percorso senza difficoltà.
A un certo punto la visibilità viene a mancare, nel giro di poco ci si trova avvolti nel biancore delle nubi, e si dovrà procedere a vista, seguendo le tracce: sul lato destra infatti incombono i crepacci.
Fortunatamente le nubi si diradano dopo pochi minuti, e ci si tranquillizza. In questo tratto bisogna fare attenzione però, perchè si tratta di un punto di passaggio obbligato in mezzo ai crepacci.
Non manca occasione per scattare foto. Si costeggia infine una immensa seraccata, sempre sulla destra.
Si giunge in un pianoro, detto Salle a manger... E' un punto, a metà percorso, dove abitualmente ci si ferma a mangiare. Ci troviamo praticamente all'inizio di quella lingua glaciale, così evidente dal satellite: la famosa Mer de Glace, lunga 7 km e con un'estensione di 40 km quadrati, seconda in Europa per dimensioni solo alla morena dell'Aletsch.
A gita compiuta, ho letto che in questa area di sosta chiamata Salle a Manger è consigliabile non togliersi gli sci ai piedi, nemmeno per mangiare: potrebbero aprirsi all'improvviso delle immense voragini dovuti ai crepacci, e l'avere gli sci ai piedi aiuta a non sprofondare, o almeno a ostacolare la caduta.... Va beh, che dire... ci è andata bene, terrò presente la cosa la prossima volta!
Io però, come tutti gli altri, me li tolgo, ignaro della cosa, anche perchè la neve aveva ostruito i crepacci. Non solo, poichè mi avevano detto che ero ormai al mare, da buon Siciliano, complice il caldo sempre più intenso (eravamo ormai all'incirca a 2000 metri di quota) e il sole sempre più forte, decido di prendere il sole a torso nudo... tanto sempre di mare si trattava... sì il mare di ghiaccio!!!!
Il prosieguo è su un terreno abbastanza pianeggiante, dove si cerca di far scorrere il più possibile gli sci, racchettando di tanto in tanto, in mezzo a crepacci in buona parte ricoperti.
Come sempre, continuo a scattare foto al paesaggio tutt'intorno, a quelle montagne così aspre, severe e imponenti, la cui superficie così frastagliata sembra aggrappare su di sè le nubi, tra giochi di luce e d'ombra che donano un aspetto quasi surreale all'ambiente. Alla fine, scatterò qualcosa come 300 foto!!!
Ad un certo punto si costeggia un laghetto glaciale, le cui acque sono di un blu intenso, talmente intenso che sembra Dixan liquido.... un paio di scatti e si continua.
Siamo ormai alla fine, sassi di varie dimensioni e rocce di granito affiorano sempre più, e a un certo punto sul lato sinistro si scorge una scala addossata al fianco roccioso della montagna, che porta a un impianto di risalita: sono gli ovetti che portano alla stazione di Montenvers, a 1913 m d'altitudine, da dove un trenino a cremagliera ci porta poi a Chamonix.
Fare quelle scalette è invero una faticaccia, altro che l'attraversamento e le scale di Porta Vescovo! Ma con calma e pazienza si fa anche questo.
Prima di togliermi gli sci, mi faccio fare un'ultima foto, davanti a una bocca di ghiaccio...
In attesa del trenino (di cui purtroppo non ho scattato una foto, e meriterebbe, è carino!), scatto una foto panoramica della Mer de Glace, è l'ultimo scatto di una giornata straordinaria!
Di seguito alcune informazioni:
-si tratta di un itinerario d'alta montagna, che si snoda in mezzo a crepacci e seracchi, le prime volte è tassativo andarci solo se accompagnati da una guida (o al limite da una persona molto esperta che conosce bene la zona) del luogo. Non auguro a nessuno di trovarsi a un certo punto avvolto da un banco di nebbia, e non sapere dove andare!!!!
-se si soffre di mal di montagna (salire in giornata dalla città a 3777 metri di quota non è certo roba da poco!), alcuni consigliano di prendere una compressa di diamox (un diuretico che pare sia efficace contro il mal di montagna).
-anche se si tratta di un itinerario fuoripista, la consistenza e l'aspetto del manto nevoso sono tali da renderlo fattibile a chi riesce ad affrontare una pista rossa a sci paralleli, e saper curvare in qualsiasi momento. Per capirci, chi ha affrontato il muro di Porta Vescovo alle 3 del pomeriggio (inizio della pista Salere) in mezzo alle gobbe e a tutta quella gente, è assolutamente in grado di fare la Vallè Blanche.
-non si tratta di una discesa di un certo livello tecnico, per gran parte si tratta di un percorso sci escursionistico, per lunghi tratti bisogna lasciar scorrere lo sci e in alcuni casi si deve racchettare un pochino. La peculiarità della traversata sta altrove, e cioè nell'ambiente circostante.
-il periodo consigliato per effettuarlo è da gennaio/febbraio a fine aprile, e in ogni caso quando nevica abbondantemente, in modo da colmare i crepacci. Dato l'andamento delle ultime stagioni, è meglio farlo a primavera inoltrata, e solo in caso di ottime condizioni meteorologiche.
-E' assolutamente indispensabile avere con sè uno zainetto tecnico con: -pile di riserva (più leggero o più pesante, in cima all'Aiguille du Midi il freddo può essere molto intenso, mentre la traversata nella Mer de Glace può presentare climi assai miti, io avevo 2 piles addosso mentre nella Salle a Manger mi sono denudato!), crema solare ad alta protezione (spf 15 o giù di lì), pranzo a sacco, una tavoletta di cioccolato, almeno 1 litro d'acqua, pedule (in caso di scarso innevamento, alla fine della lingua glaciale bisogna scarpinare un bel po', in più con le pedule è molto più comodo affrontare la scaletta addossata alla roccia). In caso di scarso innevamento è consigliabile avere anche corda e imbrago. Gli occhiali (o la maschera) devono avere lenti almeno S3, meglio S4 nelle giornate limpide (si è su un ghiacciaio e il riverbero è devastante!). E... NON LASCIATE LA MACCHINA FOTOGRAFICA A CASA!!!!!
-il tempo di discesa varia mediamente dalle 3 alle 5 ore, a seconda delle condizioni dell'itinerario e del numero di soste effettuate
-farlo è CARO (noi con lo sciclub abbiamo pagato 90 € incluso il viaggio da Torino, a fare da sè con le guide si arriva facilmente a spendere 150 e passa €), ma l'eccezionalità del paesaggio ti ripaga ampiamente.
-noi abbiamo fatto la traversata partendo dall'Aiguille du Midi, quindi da Chamonix, ma è possibile partire dal versante italiano, da Courmayeur (per l'esattezza da La Palud) e da lì prendere gli impianti che portano fino a Punta Helbronner, e da lì iniziare la discesa, in questo caso bisogna fare lo skipass per la funivia, e il biglietto per il treno che da Montenvers porta a Chamonix, e il biglietto per il pullman che da Chamonix ti porta a Courmayeur. I prezzi non li so ma orientativamente 26 € per la funivia, 20 € per il trenino, 20 € per il pullman.... mentre le guide di Courmayeur per la traversata chiedono 79 € a testa per gruppi di 6/8 persone.
Altre info:
http://www.chamonix.net/english/skiing/valleeblanche/valleeblanche.htm
il sito dedicato alla Vallèe Blanche
http://www.guidecourmayeur.com/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=215&category_id=93&manufacturer_id=0&option=com_virtuemart&Itemid=30&vmcchk=1
il link al sito delle guide di Courmayeur che parla della traversata
E su google troverete un sacco di reportages fotografici (e ahimè, giornate molto più belle e colori più vivi!) a questo itinerario, anche dal versante italiano.