Mi collego al report di Renn per inserire il mio.
Altro giro, altri test a Passo Monte Croce, sempre e comunque un appuntamento imperdibile!
Il primo ed usuale ringraziamento va a Mark, il vero padrone di casa, che nonostante tutte le avversità personali ha organizzato un evento semplicemente fantastico, in una cornice da sogno.
Un grazie enorme anche alle varie case presenti, le solite, e ai loro bravi e pazienti addetti, che si fanno davvero in quattro per noi rompiscatole!
E sempre un grazie profondo ai bravissimi addetti alle griglie e alle cibarie, che si sacrificano entrambi i giorni per farci assaporare delle autentiche delizie.
Prima di arrivare alle mie (personali) impressioni, faccio un paio di premesse.
Innanzi tutto, bisogna tenere presente un trend tangibile che accomuna tutte le case: si sta cercando di tirare fuori modelli più facili, o meglio si cerca di rendere la vita allo sciatore più agevole, dunque sci già affermati vengono resi un pizzico più morbidi e deformabili, gli ingressi in curva più immediati e meno macchinosi… Anche gli scarponi stanno andando in una direzione simile, con mescole polimeriche non solo più leggere e sottili, ma anche più elastiche (e dunque flessibili).
Ora, questa direzione può piacere o meno, ed è ovviamente una strategia di medio periodo legata ANCHE ai cambiamenti climatici in atto (le temperature più alte intorno a noi sono il driver principale), ma consideriamo che indietro ormai non si torna, cioè che la strada è stata già presa.
L’altra considerazione che faccio, solo parzialmente legata a questa sopra, è che noi sciatori appassionati (e mi metto anche io in prima fila in questo) siamo fissati con sci, lamine, titanal, piastre, angoli, raggi e rigidità, cerchiamo prestazioni massime, ma spesso e volentieri tutto questo è puro onanismo mentale: lo sci inteso come sport è e rimane nel gesto tecnico, nella testa, nei piedi e nel fisico dello sciatore, le aste (gli sci) sono un puro strumento coadiuvante e spesso diamo loro troppa importanza, soprattutto cerchiamo aste di un livello talvolta esagerato rispetto alle nostre reali possibilità, cioè che sfrutteremo non come si dovrebbe.
In buona sostanza, mi trovo a spezzare una lancia a favore di chi sostiene che, semplicemente, potremmo fare tanto, tanto bene, calzando ai piedi degli sci di livello medio/buono (cosa che per curiosità personale ho anche volutamente fatto, usando in questo test dei SuperShape eSpeed, divertendomi e facendo praticamente le stesse cose degli altri sci, ma con meno fatica in generale).
Ma allora, onestà per onestà, occorre anche dire che se lo sci (sport) è nostra passione e divertimento, allora lo sci (asta) è anche il nostro giocattolo, e dunque averne un paio con un limite più alto, che tenga un po’ meglio quando alziamo la velocità, e che ci regali – magari nemmeno troppo spesso, ma solo in certe condizioni – sensazioni uniche, è e rimane qualcosa di impagabile…
Per tutto il resto, c’è MasterCard!!!
Bando alle ciance, inizio a sciorinare le mie personali impressioni, corredandole con i miei dati personali (sciatore di buon livello tecnico, ho avuto 6,62 da Jam Session, 52 anni, alto 183cm, peso 75 Kg, allenamento purtroppo solamente medio; scio abitualmente con scarpone Head B3 e sci Head iSpeed PRO 180).
Le condizioni del test erano ottimali, nonostante le temperature elevate la neve ha tenuto bene in tutti i pendii esposti a nord (Signaue, Holzriese, Porzen, la pista del passo…); affollamento medio il sabato a Signaue, nullo la domenica al Passo.
Penso sia importante sottolineare che si tratta di condizioni ideali, che influenzano un test in senso positivo, ma di cui bisogna saper tenere conto anche in maniera negativa, cioè essere consapevoli che poi magari si va a sciare in condizioni di neve peggiori, magari anche con parecchia gente, e il comportamento dello sci può risultare non dico opposto, ma a volte parecchio diverso, si.
Ci tengo a sottolineare, come faccio sempre a scanso di equivoci, che si tratta delle mie personalissime impressioni, indicative di massima, ma senza alcuna pretesa di verità assoluta.
ROSSIGNOL/DYNASTARM17 (173)Riusciranno i nostri eroi transalpini a sostituire un grande sci come lo M18? Più che di sostituzione, magari meglio parlare di aggiornamento: 2 cm di meno in lunghezza, 1 mt in meno di raggio, ma divertimento immutato. E’ uno sci solido che rispetto al predecessore guadagna un pochino di maneggevolezza, soprattutto a mio avviso si velocizza in inversione, praticamente senza sacrificare l’ottima tenuta.
Lo sci rimane sicuro e godibilissimo, forse l’unico piccolo passo indietro si ha nel corto raggio dove le code sembrano aggrappare un pizzico di troppo, ma nel complesso è uno sci notevolissimo, di alto livello e che non deluderà! Chapeau, promosso a pieni voti (e appena sotto al mio podio virtuale, ma davvero vicino vicino…)!
M19 (179)L’interrogativo di partenza era lo stesso, qui abbiamo 1 cm di meno in lunghezza e ben 2 mt di meno di raggio: size does matter? Certo che si, ma stavolta funziona al contrario del ben noto luogo comune!
Ebbene lo sci può dirsi “diciottizzato”, guadagnando quel poco di maneggevolezza da farlo diventare uno sci usabile più a lungo, e la minor rigidità complessiva gli permette di tollerare anche condizioni di neve meno dura. Il corto raggio, che prima cmq richiedeva una buona dose di determinazione e gamba, ora appare un pizzico facilitato. Insomma, solo vantaggi e belle sensazioni da uno degli sci top, per me da podio virtuale!
FISCHERRC CT (175)In passato ho sempre avuto difficoltà ad instaurare un buon rapporto con questa marca, sempre provato sci sordi o di poca soddisfazione, ma devo dire che questo nuovo sci mi ha finalmente permesso di ricredermi.
Livrea giallo fluo, spatola con buco rettangolare, struttura importante e piastra race… insomma uno sci che mantiene dei capisaldi, ma allo stesso tempo è di rottura col passato: inversione veloce, reattività e tanta tenuta i suoi ingredienti principali, mescolati con sapiente equilibrio, che portano a molto divertimento e soddisfazione. Per me, anche questo sci si colloca appena sotto al podio.
VOELKLRacetiger GS Piston R18 (175)Lo sci non è cambiato in nulla rispetto allo scorso anno, se non per la serigrafia (a me piace) e rimane un bellissimo sci. Consente di fare tutto, e non è nemmeno pesante sotto il piede. Ottima tenuta che infonde sicurezza, forse rispetto agli altri sci provati e ai loro adattamenti (vedi le premesse sulle rigidità delle strutture), non beneficiando di alcun aggiornamento di sorta, ora questo sci paga un piccolo dazio per minor facilità di ingresso curva (e in effetti, come già notato in passato, dei vari GS è quello con la spatola meno pronunciata). Resta cmq un prodotto per ottimi sciatori, in grado di dare molte soddisfazioni.
SALOMONiRace Pro GS (182 e 175)Anche per queste aste, nessuna modifica rispetto allo scorso anno. Rimangono molto, molto belli, degli sci azzeccati in grado di aiutare un buono sciatore volenteroso a fare un vero salto di qualità verso l’ottimo: tanta sostanza, eclettici e poliedrici, si adattano a tutti i raggi e a tutte le velocità, senza mai andare in crisi. Tra i due, personalmente ho preferito il 182 (da podio nella mia playlist virtuale), forse perché mi piaceva di più la progressività della spatola e il fatto che tutte le reazioni fossero meno intense e più naturali, che lo sci non si scomponesse davvero mai.
ATOMICG9R 177Lo scorso anno questo sci mi era sembrato bellissimo, ma anche (purtroppo) durissimo e faticoso.
Non so se sia stato ingentilito, ma ora la sensazione – pur rimanendo quella relativa ad uno sci simil-fis – è di maggior facilità e fruibilità generale. E’ uno sci che risulta praticamente impossibile da mettere in crisi, tale è la struttura, dunque precisissimo e di grossa tenuta (rovescio della medaglia, non ci si aspetti un ingresso di curva di grande relax). Magari non uno sci per tutto il giorno, visto l’impegno richiesto, ma se lo si sa sfruttare regala grosse, grosse emozioni
X9 RS (181 e 175)Nessun cambiamento di rilievo in questo sci, che rimane ottimo, portatore sano di reattività e maneggevolezza da tradurre in divertimento e curve in sequenza. E’ la versione RS (attacco arancione), dunque piastra race e molta energia, ma anche stabilità e tenuta. Come lo scorso anno, è uno sci che trovo molto bello, ma che – personalmente – non mi ha fatto scoccare nessuna scintilla d’amore, come invece successo per altre aste…
HEADeRace PRO (175)Uno degli sci migliori dello scorso anno, ora con spatola diversa, nuovo sistema ammortizzante e una diversa distribuzione masse/rigidità. I cambiamenti, a mio avviso, sono appena avvertibili e lo sci rimane bellissimo, sempre molto divertente e sicuro. La piastra race lo rende stabile anche a buone velocità, senza però rendere lo sci troppo impegnativo. Il suo punto di forza probabilmente è nel medio raggio, dove dà il meglio di sé, mentre forse nel corto raggio si avverte un po’ un limite dovuto al rimbalzo simil SL.
eSpeed PRO (175 e 180)Le stesse modifiche accennate sopra si applicano anche alla linea Speed, che ho volutamente provato in entrambe le lunghezze potenzialmente usabili da me. Devo dire che se entrambi sono bellissimi sci, con la versione in 175 cm ho instaurato un feeling pazzesco, e mi sono divertito come un bimbo nel paese dei balocchi: tutti i raggi svolti e condotti senza problemi, lo sci è sempre stabile ed intuitivo. La mia sensazione è che rispetto al modello dello scorso anno, guadagna qualcosa in immediatezza e facilità di ingresso curva, senza però rinunciare a tenuta e stabilità di alto livello. Ma il nuovo sistema di ammortizzazione? Difficile dire se e quanto si senta, gli sci erano davvero molto confortevoli, ma le condizioni di neve ideali aiutano, si sà… Al di là delle diavolerie, per me questo è un altro sci da podio virtuale (peccato la serigrafia, gialla e simil-plasticosa, che non mi fa impazzire)!
eSpeed (180)Linea Speed, fratello minore in livrea bianca (meglio, a mio avviso), mi interessava capire le differenze di comportamento dovute alla piastra (il resto della struttura rimane infatti pressoché immutato). Lo sci ha una facilità di ingresso in curva quasi disarmante, e permette di condurre in maniera davvero rotonda e morbida (il che, a mio avviso ma confermato anche da altri, è una sorta di fil rouge di questo marchio in quanto comune a quasi tutti i modelli).
La mancanza della piastra race si avverte soprattutto quando si aumenta la velocità, dove si nota una stabilità non pari ai fratelli maggiori, ma questo non arriva mai ad incrinare la fiducia nelle aste. Anche accorciando il raggio lo sci regala molte soddisfazioni, pur non essendo il suo pane quotidiano. Uno sci molto buono, adatto a molti e per tutto il giorno.
SuperShape eSpeed (177)La prova del 9… Come ho scritto nelle premesse, volevo cercare di capire quanto uno sci di livello inferiore al top inficiasse la sciata di un turista, sia pure di buon livello.
E la risposta è (fatta la dovuta tara del non esagerare con la velocità e la durezza della neve): quasi nulla!
Questo pensiero lo ebbi già anni fa, quando sempre in occasione di questi test feci un paio di piste assieme a Camilla Alfieri (ex CdM), io alla ricerca dello sci top da comprare, lei appunto con un SSS: ebbene, quello che lei riusciva a fare con ai piedi uno sci non top e men che meno da gara, mi fece rimanere a bocca aperta.
Lo sci è bello, piacevole, armonico e sincero. Gira facile e non pecca in stabilità (appunto entro certi limiti), padroneggia tutti i raggi, dunque davvero un signor sci. Detto ciò, allora perché non lo compro? Probabilmente la risposta è da ricercare non solo nel bisogno di un giocattolo super, ma anche per la voglia di una sfida più alta, per la soddisfazione di riuscire a domare un cavallo di razza…
eGS RD (177 e 183)Ben 2 derivati FIS (livrea bianca, bella), che per curiosità ho voluto provare. Il 183 più specialistico, cioè più duro e meno tollerante, sicuramente performante tra i pali, ma con il rovescio della medaglia di richiedere tanto, tanto impegno in campo libero (ad esempio, mai alleggerire l’esterno prima della fine della curva, pena la tangente!), soprattutto se non si viaggia al di sopra di una certa velocità.
Molto più umano in questo senso il 177, che ha un ingresso più immediato e umano e permette di uscire dalla curva anche con un po’ di anticipo rispetto al fratello maggiore, senza pagare dazio come quest’ultimo. Diciamo che secondo me il 177 potrebbe anche essere usato in campo libero, purché da sciatori di tecnica ottima e possibilmente ben allenati.
RIMPIANTIAnche quest’anno non ho provato nessuno SL…
Non sono riuscito a trovare lo Atomic G9 177 (era sempre fuori, poi si è capito anche perché
)
Non c’erano le condizioni per provare qualche largone (pochissimi cmq quelli portati dalle case, probabilmente consapevoli di tutto)