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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 12:37 
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Passate 24 ore ho messo tutto in forno.

6 ore a 60 gradi. L'operazione non e' assolutamente necessaria, ma ho letto sul sito del produttore che avrebbe migliorato le caratteristiche meccaniche della resina.


Poi ho nastrato il perimetro con scotch da carrozziere ed ho segnato con un pennarello il contorno del sottopiede originale Head. Questo e' stato un grosso errore, poi vi spieghero' perche'...

Con dischetto diamantato e dremel ho segato il contorno.
Questo qui:
Immagine

Il taglio e' stato fatto con i plantari ancora attaccati al calco in modo che stessero belli fermi, ed ecco il risultato:

Immagine


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 12:51 
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Nitrato ha scritto:
Petrus capisco il tuo ragionamento, ma con questi hai due putrelle con elasticità zero sotto i piedi: come pensi di ammortizzare le sollecitazioni?



Le sollecitazioni le ammortizzo con i quadricipiti d'acciaio che mi sto' facendo in palestra :pugni:

Agevolo foto del mio ultimo allenamento:

Immagine

Qui si parla di attrezzatura altamente RESING, sensibilita' assoluta, contatto diretto con l'attrezzo :professore:

Se cercate il comfort ci sono gli scarponi flex 80, pianta 140 e con dentro il peluche :verylol:


A parte gli scherzi, anche i plantari di serie o quelli su misura non e' che siano poi il massimo in termini di ammortizzazione, non credo ci sia sta gran differenza.
Per migliorare il comfort mi sono procurato un pezzo di pelle scamosciata che incollero' sopra (spessore 0.6-0.8mm).


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 12:58 
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HAHAHAHA! Ottimo!


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 13:21 
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Ecco finito lo sgusciamento (mi sembrava di aprire le ostriche).

Risultato non molto piacevole alla vista 8-o

Immagine

Qui ho pregato di aver steso bene il distaccante PVA. qualsiasi parte non coperta dal PVA resterebbe attaccata alla resina per sempre.

Fortunatamente il PVA e' solubile in acqua, quindi tutta notte in ammollo e la mattina si e' pulito via come il burro con un semplice spazzolino.

Ed ecco il tanto atteso risultato finale:

SOPRA - Lato piede:

Immagine


SOTTO - Lato scarpetta:

Immagine

Il destro e' molto diverso dal sinistro causa piede un po' sifolo... piu' dettagli a seguire....


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 14:21 
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Per la cronaca, ovviamente non sono ne l'unico, ne il primo ad aver avuto l'idea:

http://www.schuhbert.com/it/schuhbert/prodotti/plantari/product-view.html?tt_products%5BbackPID%5D=484&tt_products%5Bproduct%5D=14&cHash=37dee106cc6c40374212fd77bc3ef311

http://www.schuhbert.com/it/schuhbert/prodotti/plantari/product-view.html?tt_products%5BbackPID%5D=484&tt_products%5Bproduct%5D=11&cHash=f435c0a4a978f6504278339da9874c64

Immagine

http://www.officineortopedichemilano.it/prodotto.php?cat=5&sot=31&id=115

Guardalo su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=y1L2Hg5ho74



C'e' chi li fa a livello professionale, ma non ho idea di che procedimento utilizzino.

Di sicuro simile: stampo in negativo, calco in positivo e laminazione sul calco.
Ovviamente useranno materiali piu' professionali rispetto ai miei esperimenti in cucina |))


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 15:59 
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petrus ha scritto:
Nitrato ha scritto:
Ad avere dei plantari rigidissimi e leggeri. Non chiedere a me perché un plantare dev'essere rigido perché non saprei risponderti, ma dai, il progetto è bello.


Ben detto Nitrato.
La rigidezza serve perche' il pantare ha la forma del piede e deve mantenerla per supportare l'arco. Se il plantare flettesse si appiattirebbe come una pizza ed allora tanto vale lasciarci il plantare originale.

I plantari termoformati o fresati sono fatti di schiuma/gomma/sarcazzocosa. Il problema e' che quei materiali hanno bisogno di uno spessore minimo, altrimenti si disferebbero. Con il carbonio riesco a mantenere la forma dell'arco plantare ed il sottopiede ha uno spessore di 1.5mm

Il mio problema e' che ho archi plantari piuttosto accentuati e collo del piede alto. Per me e' fondamentale che lo spessore del sottopiede sia minimo onde non rubare troppo volume.

[quote="petrus"]

Identico problema.
Ho fatto un mare di prove, eccetto quella che tu stai presentando.
Ma.........., proprio per esperienza, se la finalità è il supporto dell'arco plantare devo dire che una certa elasticità serve, perchè l'importante è che o la zona sovrastante del piede (collo), oppure la sottostante (arco), deve avere un certo spazio dinamico di movimento. Questa elasticità serve essenzialmente per evitare il formicolamento del piede (meglio avampiede), perdita di sensibilità e dolore acuto sull'acro plantare (come un chiodo).
Per meglio dire, la parte superiore con un gancio che preme verso il basso è logicamente priva di elasticità, quindi mettendo un'altra parte totalmente rigida sotto ho paura che il problema si amplifichi.
Utilizzo (unico consentito dal mio piede) un plantare in resina con gomma dalla parte a contatto del piede, ha uno spessore anche meno di 2 mm. e questo mantiene una certa elasticità pur essendo rigido.

Piuttosto. dovendo assottigliare per trovare più spazio, appunto per la pressione del secondo gancio, si potrebbero fare delle zeppe in carbonio che dovrebbero reggere meglio, non frantumandosi (cosa che mi capita di sovente con le standard), anche in presenza di spessori molto limitati (Tanto per chiarire la mia zeppa nella parte anteriore è sottile sino a 3 mm., ovviamente aumentando lo spessore progressivamente al tallone).


Però sono molto curioso anch'io delle valutazioni finali "on bord"

.....................Immagine..................


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 16:10 
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Aggiungo, una considerazione a margine.
Chiaramente per uno che non ha il combinato disposto del
collo alto e arco pronunciato, soprattutto senza il primo, l'avere
una base di appoggio del piede più stabile ed 1:1 con la propria
pianta ottimizza inevitabilmente la trasmissione dell'impuso.
Quindi, per me, è tutta questione di spazi utili in altezza.

.....................Immagine..................


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 16:25 
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santojonny ha scritto:
petrus ha scritto:
Nitrato ha scritto:
Ad avere dei plantari rigidissimi e leggeri. Non chiedere a me perché un plantare dev'essere rigido perché non saprei risponderti, ma dai, il progetto è bello.


Ben detto Nitrato.
La rigidezza serve perche' il pantare ha la forma del piede e deve mantenerla per supportare l'arco. Se il plantare flettesse si appiattirebbe come una pizza ed allora tanto vale lasciarci il plantare originale.

I plantari termoformati o fresati sono fatti di schiuma/gomma/sarcazzocosa. Il problema e' che quei materiali hanno bisogno di uno spessore minimo, altrimenti si disferebbero. Con il carbonio riesco a mantenere la forma dell'arco plantare ed il sottopiede ha uno spessore di 1.5mm

Il mio problema e' che ho archi plantari piuttosto accentuati e collo del piede alto. Per me e' fondamentale che lo spessore del sottopiede sia minimo onde non rubare troppo volume.

petrus ha scritto:

Identico problema.
Ho fatto un mare di prove, eccetto quella che tu stai presentando.
Ma.........., proprio per esperienza, se la finalità è il supporto dell'arco plantare devo dire che una certa elasticità serve, perchè l'importante è che o la zona sovrastante del piede (collo), oppure la sottostante (arco), deve avere un certo spazio dinamico di movimento. Questa elasticità serve essenzialmente per evitare il formicolamento del piede (meglio avampiede), perdita di sensibilità e dolore acuto sull'acro plantare (come un chiodo).
Per meglio dire, la parte superiore con un gancio che preme verso il basso è logicamente priva di elasticità, quindi mettendo un'altra parte totalmente rigida sotto ho paura che il problema si amplifichi.
Utilizzo (unico consentito dal mio piede) un plantare in resina con gomma dalla parte a contatto del piede, ha uno spessore anche meno di 2 mm. e questo mantiene una certa elasticità pur essendo rigido.

Piuttosto. dovendo assottigliare per trovare più spazio, appunto per la pressione del secondo gancio, si potrebbero fare delle zeppe in carbonio che dovrebbero reggere meglio, non frantumandosi (cosa che mi capita di sovente con le standard), anche in presenza di spessori molto limitati (Tanto per chiarire la mia zeppa nella parte anteriore è sottile sino a 3 mm., ovviamente aumentando lo spessore progressivamente al tallone).


Però sono molto curioso anch'io delle valutazioni finali "on bord"



Mi trovo d'accordo su tutta la linea.
Soltanto io ricevo sensazioni differenti. Il mio problema e' anche che il piede destro e' parecchio piu' corto del sinistro.
Il sinistro non mi da problemi piu' di tanto, e' col destro che vedo le stelle.

Dopo un po' di ore di sci mi prende come un bruciore sotto la pianta, se insisto il bruciore diventa come una specie di crampo, ma sempre esteso a tutta la pianta (non concentrato sotto l'arco).
Ho attribuito il problema al fatto che il piede scivoli avanti ed indietro durante la sciata perche' non e' ben bloccato nello scafo.

Ora avendo un'arco piu' pronunciato eviterei lo scivolamento poiche' il piede avrebbe qualcosa su cui ancorarsi.


Metti due foto dei tuoi plantari quando puoi, sono curioso di studiare soluzioni alternative.
magari nell'evoluzione 2.0 ci aggiungo un pezzo di copertone rubato alla bici di mia figlia :verylol:



PS: zeppa destra gia' grattuggiata parecchio, non voglio insistere oltre perche' ho paura che mi resti in mano.
Farne una in carbonio sarebbe forse un po' complicato ma non impossibile.


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 17:12 
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Avevo postato un 3D con tutta la spiega di come sistemare il
combinato disposto di cui sopra, ma ora giace nei meandri del
forum (vallo a ripescare..... :D )
Marcolino con me,penso, abbia sondato luoghi prima sconosciuti
per quanto si possa scarnificare la zeppa e la linguetta della scarpetta.
:D

Il plantare è un banalissimo termo modellante, roba di anni fa, parecchi,
surclassato dai più moderni scannarizzati, ma quest'ultimi, per chi ha il
collo alto (alla Modigliani per intenderci), poco fanno perchè, mio personale
pensiero, hanno il "vizio" di esser più o meno correttivi.
Ora su una pianta elastica la correzione è logica, ma per piedi "vecchi",
incorreggibili per mancanza di elasticità, di tonicità osseo-muscolar-tendinea,
la questione si complica parecchio. Ecco che per me si deve pensare più a
sostenere l'arco premuto verso il basso dal secondo gancio, quindi con il
minor ingombro possibile.
L'equilibrio tra lo spazio a disposizione, l'elasticità del plantare ed il sostegno,
è la soluzione. Un equilibrismo difficile su scarpe race o semi-rece.
Da qui a mettersi nelle mani giuste la conseguenza ovvia.

Questo il plantare (se trovo anche le varie zeppe le posto):

Immagine


Una postilla: ahimè, con l'andare della juventus (via....) l'aumento dell'arco
è una non eventualità..... Cioè il piede tende a rattrappire con il risultato
malefico che il volume in altezza aumenta considerevolmente e se si schiaccia
il secondo gancio tutto va a ripercuotersi sul fascio plantare (in pratica uno
stiramento)

Immagine

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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 19:46 
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santojonny ha scritto:
Una postilla: ahimè, con l'andare della juventus (via....) l'aumento dell'arco
è una non eventualità..... Cioè il piede tende a rattrappire con il risultato
malefico che il volume in altezza aumenta considerevolmente e se si schiaccia
il secondo gancio tutto va a ripercuotersi sul fascio plantare (in pratica uno
stiramento)



Secondo me c'e' anche molto una componente di circolazione sanguigna, parecchie arterie del piede passano proprio sul collo.
Togliendo ossigeno ai muscoli/tessuti si generano formicolii, dolori, crampi.

Maledetto secondo gancio :D


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 22:54 
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Ecco la foto del plantare di destra.

Qui ho lasciato una barriera in punta per evitare che il plantare scivoli in avanti e vado fuori posizione.
Mettero' del cotone dentro la scarpetta per bloccare lo scivolamento in avanti.

Le dita non toccano perche' avevo opportunamente spessorato il calco in modo da essere sicuro che ci fosse abbastanza spazio.


Immagine


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MessaggioInviato: 16 novembre 2015, 23:27 
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Ora veniamo alla prova pratica:

il plantare sinistro essendo piu' lungo entra un po' a fatica nella scarpetta.
La scarpetta essendo irrigidita entra ancora piu' a fatica nello scafo, bisogna fare un po' di forza x convincerla ma il plantare a retto senza spaccarsi.
Il destro entra facilmente dato che il plantare e' piu' corto.

Sensazioni per il piede sinistro:
- l'arco plantare e' molto pronunciato (forse troppo :shock: ). Quando ho fatto la prima impronta non ho voluto schiacciare troppo l'arco, ho pensato che se facevo i sottopiedi troppo piatti tanto valeva tenere quelli di serie. Mi sarei dovuto mettere in posizione sciistica e lasciare che il piede si assestasse naturalmente.
C'e' anche da dire che l'argilla, per quanto fosse molto morbida/papposa, comunque un po' di resistenza la fa. Pianta e tallone si scavano un bel buco nell'impronta perche' la maggior parte del peso si scarica li'. L'arco plantare invece fa fatica a spostare l'argilla perche' e' la parte piu' morbida del piede e non scarica molto peso.

- quando ho tagliato il carbonio ho usato la sagoma delle solette standard, di conseguenza il plantare e' risultato un po' stretto in zona arco. Questo e' stato un grosso errore, avrei dovuto calcolare che i miei plantari salendo di piu' andavano fatti un po' piu' larghi.
Ora mi resta circa mezzo centimetro di vuoto tra plantare e scarpetta, ed in cima all'arco sento un po' di scalino. Spero di ricuperare la situazione con il rivestimento in pelle (ho gia' in mente una modifica).

Sensazioni piede destro:
- anche qui arco un po' troppo pronunciato, specialmente in zona anteriore, ma meglio dell'altro.

- visto che l'arco spinge in su il collo resta un po' impiccato. Pero' c'e' anche da considerare che e' ormai un anno che non infilo gli scarponi e li ho tenuti su 10 minuti.


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MessaggioInviato: 17 novembre 2015, 6:37 
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petrus ha scritto:
...
Potrebbero andare bene nelle scarpe x bici da corsa. So che qualcuno li fa.

Michio Tomonaga, un giapponese stabilitosi alle nostre latitudini (vive a Losone), magari Nitrato lo conosce...
Posturologo, la sua specialità è regolare le posizioni in bici e - con il sistema Ergofit - nella scelta delle misure (personali) per l'acquisto di una bici.
Sono stato da lui a giugno, mi aveva proprio mostrato dei plantari in carbonio di sua produzione in diverse rigidità che stava testando con un atleta giapponese di MTB...

HEAD What's your limit?


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MessaggioInviato: 17 novembre 2015, 9:59 
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Purtroppo bazzico solo la rive gauche della Maggia e le mie competenze di bicicletta si limitano a inforcarla per andare a lavorare, comunque sono curiosissimo di vedere come va la prova su pista, con le sollecitazioni impresse dal pendio, dei plantari molto rigidi.


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MessaggioInviato: 17 novembre 2015, 10:07 
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Sci utilizzati: nautici.......
petrus ha scritto:
santojonny ha scritto:
Una postilla: ahimè, con l'andare della juventus (via....) l'aumento dell'arco
è una non eventualità..... Cioè il piede tende a rattrappire con il risultato
malefico che il volume in altezza aumenta considerevolmente e se si schiaccia
il secondo gancio tutto va a ripercuotersi sul fascio plantare (in pratica uno
stiramento)



Secondo me c'e' anche molto una componente di circolazione sanguigna, parecchie arterie del piede passano proprio sul collo.
Togliendo ossigeno ai muscoli/tessuti si generano formicolii, dolori, crampi.

Maledetto secondo gancio :D



Certamente si!
Diciamo che lo schiacciamento del collo procura la perdita di sensibilità (sensazione di freddo) proprio per quanto scrivi. Ma anche l'appiattimento dell'arco influisce, oltre al fatto che questo "stiramento" procura dal semplice bruciore a dei veri e propri crampi (dolorosissimi e "mnemonici") alla pianta.


Riguardando il tuo plantare mi vengono in mente un paio di questioni.

La prima è che vedo il bordo interno un po' basso.
Ossia un supporto interno più elevato sostiene meglio l'arco e soprattutto mantiene
la funzionalità dell'adduttore dell'alluce che, senza un adeguato "rinforzo", tende a perdere
la propria forza. Tra l'altro sappiamo quanto sia importante tale muscolo nella sciata
moderna.

LA seconda riguarda la rastrelliera interna sulla punta dello scafo.
Abbassando la zeppa sotto il livello di tale rinforzo il plantare tende a piegarsi nella
zona della punta(in pratica ci ritroveremmo le scarpe di Ali Babà). Nel tuo caso essendo
molto rigido il plantare non flette verso l'alto, ma in pratica manterrebbe intatta l'altezza
del piede anche con una zeppa molto rastremata. Così facendo rimarrebbe una zona di vuoto
tra il plantare e la zeppa che non è molto piacevole......
La soluzione è di "fresare" la rastrelliera dello scafo e portarla ad una misura leggermente
più bassa dell zeppa. Essendo però un'operazione estremamente delicata (è un rinforzo
in zona puntale) deve essere eseguita da persona che sa cosa sta facendo.

.....................Immagine..................


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