Beh..... errorini e cose da sistemare meglio, essendo il primo esperimento,
penso che siano da mettere in conto. Anzi, per me sei già bello che avanti.

Comunque, visto che ti gusta il discorso l'amplifico con una fotina.



Nella prima si semplificano i "vettori" della forza che sciando andiamo
ad imprimere sulle spatole dello sci.
E' del tutto evidente che se non ho una solida base di appoggio dell'adduttore
del pollice, attraverso un adeguato sostegno dell'arco mediale, la forza
applicata non sarà ottimizzata, ben veicolata.
Se uno (fortunato lui) non deve modificare il plantare o utilizza i moderni
scannerizzati viene a sostegno la geometria interna dello scafo prevista dal
costruttore.
(Divagazione, nel caso di problemi al quinto metatarso entra in gioco l'arco laterale
ed in questo caso si va di fresa, ma attenzione anche da questo lato nascono i
problemi per chi ha uno scafo più grande del dovuto. Infatti il troppo spazio
procura per sfregamento dolori del tutto simili a chi viceversa ha uno scafo più
piccolo del volume del piede).

Nella seconda si evidenzia la rastrelliera di rinforzo. Come si può facilmente capire
se si abbassa troppo la zeppa si forma un gradino che con un plantare rigido renderebbe
inutile l'abbassamento.
La soluzione è ridurre/smussare la rastrelliera che però essendo in un punto (un rinforzo
strutturale) dove convergono grandi forze dinamiche deve essere fatta da persone che sanno
quanto e come ridimensionarla.


Però........... a monte di tutto ciò c'è una soluzione più immediata e precisa.
Una volta trovata la giusta altezza e trovata anche l'eventuale esatta conformazione della
rastrelliera, si potrebbe bloccare la zeppa con una "colata" sigillante di resina.
A quel punto avremmo una zeppa ben ferma, che non si distrugge con l'uso, a cui si potrebbe
fissare la scarpetta con del velcro. Il tutto dovrebbe essere ben solidale.
L'ho fatto con un RTCS solo che poi non ho potuto verificare se li tutto funzionasse perchè
ho deciso di passare alle........ infradito..... Ma poi il richiamo della foresta......, chissà......

Petrus, ok...ho avuto un pochino più di tempo per leggere il tutto....

Sei ingegnere vero????

perché o sei ingegnere o ti droghi...o tutte e due le cose....

diciamo che ha del tempo da perdere il nostro amico PETRUS.................................
ne conoscevo un altro che faceva tutte ste cose e poi aveva scoperto che esistevano gi afatte e costavano la meta, pero è giusto divertirsi m, magari nelle serata di pioggia ( non ancora viste) una gnocca e un paio di idee che ti suggerisco io e secondo me il carbonio .......................

se la vuoi fare piu semplicee, prendi i fogli di carbonio 8che presto sara sostituito dal GRAPHENE e ne sovrapponi piu strati e fai un bel foglio A$ , poi una volta incollato per bene lo scaldi con il phon termico , ti metti un paio di calze per non scottarti e vai in giardno dove hai preparato la terra ben tirata e leggermente bagnata.. metti in terra il foglio di carbonio e ci metti sopra i piedi che si appoggiano alla terra che risale sull arco plantare e stando li finche non si raffredda e cosi hai fatto il plantare in carbonio,.......... molto importante.. in giardino devi starci NUDO..cosi chi passa almeno si diverte!!!!!!!!!!!!!!!

oleeeeeeeeeeeeeeee

che il carbonio venga sostituito così in fretta dal graphene non ne sarei poi così tanto convinto...
un foglio (60x40) di graphene costa più di 200€....un foglio di carbonio da 300x300 costa 80€..... al momento al graphene non è ancora conveniente quando lo sarà si cambierà...

Sai cosa c'è? C'è che con quel tipo di male ai piedi non scii male, ma proprio non scii.
Allora ne provi di tutte.
Quindi capisco perfettamente il nostro Petrus.

Certo, come detto in precedenza, fortunatamente ci sono dei sistemi più spicci per
risolvere il problema (avendo la possibilità di affidarsi alle cure di persone come Marcolino),
ma alla fine un esperimento (di cui dubito a priori del risultato finale) in più non fa di certo
male.

Petrus spero che ahi capito che scherzavo e sai che VOI ingeGNIeri vi riconosco come entrate in negozio ....... io sorrido a queste cose perche in 36 anni ne ho viste un sacco di proptotitpi e di possibili variazioni........

se me ne fai un paio poi li provo

ole

Esperimento interessante quello dei plantari, complimenti per la pazienza ed il lavoro fatto.

Geniale!

l’utilizzo di plantari ibridi in carbonio mi ha sempre affascinato, il vantaggio è quello di fornire un forte supporto al piede pur mantenendo la leggerezza e l’esiguità degli spessori; quindi complimenti per il lavoro svolto anche se non nego che mi lascia alcune perplessità e nel caso, possibilità di evoluzioni

pur trascurando i benefici a livello articolare l’assenza di uno strato antivibrante potrebbe non essere la migliore soluzione anche in ottica di gara: un livello elevato di vibrazioni ha l’effetto di “anestetizzare” la percezione del movimento in parte più o meno variabile ma soprattutto in base alle condizioni del tracciato e dello sci
in merito mi vengono in mente i tanto pubblicizzati plantari e sottoplantari della Noene

quanto alla resistenza al freddo non è materiale dei più isolanti e quindi non è molto di aiuto al tenere i piedi al caldo, qualche anno fa Nordica aveva inserito una zeppa in alluminio avvitata allo scafo che rendeva si quest’ultimo particolarmente rigido ed immediato nella trasmissione dei movimenti dello sciatore ma teneva i piedi freddi tanto che han poi dovuto intervenire con uno strato isolante che però poi di fatto attenua tali benefici
e in condizioni opposte non assorbe il sudore

non ha al momento un area di appoggio piatta nella scarpetta e quindi sulla zeppa, essendo un po’ arcuato alle estremità non vorrei che possa tendersi a muoversi o comunque tenda anche solo a non fornire un impulso così diretto quando si va a caricare il peso alle estremità

la forma del piede, seppure non di molto, varia con il movimento e con le condizioni dello stesso, avere una superficie estremamente rigida e precisa (anche se non nella zona dita) potrebbe in certi casi essere ulteriore fonte di fastidio, motivo per cui ritengo che in determinate zone potrebbe essere meglio avere una certa elasticità, fatta salva l’efficacia del carbonio a supportare certe parti

un esempio, per’altro in parte già citato, lo si trova qui http://ergomotion.ch/wordpress/wp-content/uploads/2015/08/Plantari_carbonio_D1_hockey.jpg