Super Papero ha scritto:
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Io: "come vede in questo momento ho scarpe comode e traspiranti (goretex), il piede è asciutto ma freddo. Quando scio la scarpa è molto più precisa, e sicuramente non traspirante, ma ho la fortuna che sudo molto poco tanto che a fine giornata la scarpetta è praticamente asciutta. Se invece di interporre del materiale termoisolante, che non ci starebbe dentro la scarpa da sci, si compensasse la dispersione termica con un plantare moderatamente riscaldato?"
Medico: "mmmh, come funziona, spiegami meglio"
Io: "diciamo, che scaldano non oltre la tempratura corporea"
Medico: "non ne ho mai sentito parlare, però se non ti fanno sudare il piede, la soluzione è interessante, l'importante è che non scaldino troppo, devono solo ridurre il delta termico tra piede e plantare senza che questo sia negativo"
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E' esattamente quello che fanno i tanto discussi riscaldamenti.
La temperatura sul del livello 1 corrisponde a 37°: in pratica non fa altro che mantenere le dita - ovvero la parte più "sofferente" del piede - a temperatura corporea, evitando drastiche cadute di temperatura.
Si parla quindi di "mantenere il piede a temperatura" e non di "riscaldare un piede freddo". Si previene quindi un raffreddamento del piede.
Se tu infili uno scarpone, fai pochi metri e prendi immediatamente la seggiovia, il piede é fermo e - nonostante lo scarpone e la scarpetta che lo avvolgono - la temperatura delle estremità comincia a scendere. Se la temperatura è di -5° quando arriviamo in cima non percepiamo ancora freddo; se è -15° o -20° la storia cambia. E di molto.
Se avete letto bene i miei interventi, in passato ho parlato dei maestri di sci di St.Moritz, che operano per più settimane all'anno 7 giorni su 7 a -20°, detti anche "stregoni" (invece che "professionisti"). Beh, loro sono stati costretti ad acquistarli e utilizzarli perché nella loro attività in quell'ambiente solo un "fachiro" (e quindi non uno "stregone") può resistere 7 giorni su 7 per mesi a -20° con movimento fisico ridotto dalle 9.00 alle 11.30 e dalle 13.30 alle 15.30.
Qui sta il succo del discorso: il riscaldamento, che ripeto mantiene la temperatura del piede evitando che si raffreddi, é utile per coloro che passano giornate sulla neve in località notoriamente fredde. E quando dico fredde intendo con più giorni da -15° in giù.
Sopra ho parlato di "movimento fisico ridotto".
Credo che tutti siano andati a fare jogging almeno una volta nella loro vita.
A volte capita che ci vestiamo poco, ovvero usciamo in maglietta e pantaloncini corti quando le temperature richiederebbero di indossare uno (o due) strati in più.
Cosa succede? Quando siamo fermi percepiamo freddo, camminando spediti o a leggero passo di corsa cominciamo a scaldarci sino a portare la temperatura corporea ad uno stadio di "normalità"; correndo con un certo ritmo cominciamo a sudare, il corpo produce più calore.
Lo stesso avviene sciando a -15° o meno, con la differenza che il calore prodotto é inferiore e che i piedi sono "statici" in un involucro sì imbottito ma contorniato da un guscio plastico: chi fa lezione deve sciare ad un ritmo blando fermandosi a dare spiegazioni o correggere gli allievi ad uno ad uno mentre scendono percepirà più freddo di un maestro (o buon sciatore) che scia in campo libero spingendo contro gli attrezzi.
In sintesi: se siete degli sciatori non per forza cortoraggisti o di livello tale da saper/poter lavorare costantemente gli attrezzi e sciate in zone dove durante la stagione le temperature sono spesso sotto i -10°/-15° e non vi piace sentire i piedi che si raffreddano sino ad obbligare a fermarvi, un sistema di riscaldamento che vi permette di mantenere le estremità a costante temperatura (corporea) potrebbe essere la soluzione ideale.
Altre soluzioni sono: partire con gli scarponi caldi e calze asciutte (io metto le calze da sci solo al momento di calzare gli scarponi; ovviamente anche la scarpetta e lo scafo devono essere perfettamente asciutti già in partenza), oppure stabilire un ritmo personale (a seconda della propria velocità di raffreddamento) tot. minuti sci intercalati con tot. minuti di pausa té/pipì al caldo (p.es. 60' sci e 15' pausa) prima che il piede sia TROPPO freddo (gelato).
Questi sono i consigli del... "praticone".