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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 4:08 
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Gio' ha capito benissimo! L'ho sempre detto io che e' un "ragazzo" intelligente.
Si quello nell'avatar sono io e come si puo' notare anche sui pattini, il colore e' rigorosamente giallo.

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Ma, seriamente, vorrei anche capire perche' gli scarponi da sci debbano essere cosi' pesanti. Le scarpe dei pattini sono in fibra di carbonio e resina, pesano niente e sono durissimi. Perche' gli scarponi da sci devono pesare cosi' tanto? Con gli scarponi stiamo veramente usando i materiali migliori e le piu' avanzate tecnologie di costruzione? Io temo di no.
Si punta sull'anatomia, ma mi sembra che sempre delle zavorre ci vengono rifilate, roba quasi adatta ai palombari. Io sogno uno scarpone che pesi intorno a 1kg - 1.5kg al massimo per coloro che come me hanno il 45-46 di piede o di piu'

Mr. T


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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 8:44 
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Eh! Caro Mr.T, l'ho capito quando mi sono fatto una scarpinata sci (race gs) in spalla per risalire un pendio da ridiscendere in fresca! Una fatica bestiale, l'altitudine, il sole, la neve molle sotto i piedi che sprofondava fino al ginocchio, un incubo!!!!!!!!!!!!!

Il carbonio, a quanto ne sappia, è si materiale leggero, però è anche molto sensibile all'umidità, nel senso che le plastiche con il carbonio tendono a "smollarsi" quando per ore e ore sono a contatto con l'acqua (questo, almeno, ci spiegava un forumista su fantaski che lavorava per l'azienda che produce le plastiche per tutti gli scarponi).
Non ho idea di quanto pesino gli scarponi da ski-alp, anche se sono tutta un'altra cosa anche come destinazione d'uso.

giò


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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 15:42 
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Mr.T mi piace come scrive l'ho già detto.
Ecco anche io credo che la tecnologia nello sci sia un pò ferma, tolto le geometrie la fantasia latita e da anni.
Il motivo penso sia insito nel rapporto costi di ricerca / benefici economici
Nel 1977 uno Spalding Alfa 450 SQ (oggi si direbbe da comitato) con attacchi costava circa 300.000 lire, contro 700 euro attuali, sarebbe come pagarli oggi 1.500/1.700 euro.
Poi mettiamoci pure il potere d'acquisto. Non mi dilungo perchè c'è gente più brava a far di conto di me......
Detto ciò per il carbonio (meglio fibra di carbonio) giò pensa alle barche della Coppa America sono tutte in vari materiali compositi di carbonio. Poi esistono speciali resine di rivestimento.
Piuttosto credo che la necessità dell'uso della plastica sia dovuta a motivi di assorbimento delle forze, considerando la sua "elasticità". In pratica essendo l'elemento di congiunzione tra l'attrezzo e l'uomo (con le loro rispettive forze dinamiche) lo scarpone debba avere una certa sua elasticità "naturale" per compensare le forze in gioco. Questo con una monolitica costruzione di fibra di carbonio non è ottenibile.
Esempio a secco facendo delle flessioni notiamo che la parte limitrofa ad i ganci tende a "gonfiarsi". cosa impossibile con la fibra di carbonio.
Oltre a ciò parti di fibra di carbonio e plastica esistono già (Rossy/Tecnica), ma appunto la loro quasi nulla omogeneità dinamica, rende l'accoppiamento difficile (micro fessurizzazioni delle plastiche)

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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 15:59 
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Santo, la fibra di carbonio usata nelle imbarcazioni è rivestita prima di resina e poi di un altro strato detto gel-coat.
Quest'ultimo strato va perennemente rinnovato, altrimenti lo scafo assorbe come una spugna.
E questo vale anche per la vetroresina.
Mai sentito parlare di osmosi, sulle barche? Te ne accorgi quando un bel giorno ti vengono fuori le bolle sullo scafo, le buchi, ed esce acqua. Eppure lo scafo è perfetto, lucido, mai una botta o altro.

Il problema, spiegava quel chimico, era proprio a livello di struttura molecolare. Il Carbonio sotto forma di fibre (per renderlo elastico, altrimenti è duro e si spezza) ha una struttura fatta a maglie larghe: tra le maglie trovano spazio le molecole di H2O, alterandone le caratteristiche elastiche.
Non mi chiedere di più perchè i miei ricordi di chimica risalgono ai tempi dell'università (1/4 di secolo fa), ma la spiegazione che mi fu data mi sembra plausibile.

giò


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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 16:32 
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Giò ecco l'osmosi etc... la conosco perfettamente. Ecco perche cito materiali compositi e fibre di carbonio. Poi come detto ci sono le resine (non vetroresina) per sigillatura.
Diciamo così, sempre semplificando, il problema tecnico dell'adattabilità delle fibre all'acqua viene risolto come tu dici per le imbarcazioni, mentre per uno scarpone utilizzando resine idonee ed un autoclave, periodicamente, si può comunque ottenere il risultato.
Esempio pratico la scatola cambio della Ferrari (o ZF) F.1 è in fibra di carbonio, l'interno in emulsione (vapori acqua-olio), bene ogni tot ore viene il tutto "reimpregnato" di resine sia sigillanti (maglie) sia accoppianti tra parti (al 0,01 di mm.) ed il gioco è fatto, pronto per nuovo utilizzo.
Ma rimane sempre il problema della sua limitata deformabilità dinamica.

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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 16:43 
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Non vorrei essere frainteso. Non stavo suggerendo di fare gli scarponi da sci in fibra di carbonio. Ma, mi chiedo se sia davvero necessario che gli scarponi da sci debbano pesare cosi' tanto. A me sembra esagerato che si parli di ca. 2.5kg per scarpone. Sembra spontaneo dire che la parte piu' pesante e' la suola. Poi magari questo e' il meglio che si puo' fare, ma mi sembra un attimo disarmante che davvero si debba andare in giro con "stivali" adatti persino a dei palombari. Secondo me la plastica dura serve solo in certi posti e altrove si potrebbe tranquillamente lavorare con spessori molto sottili.
Del resto, malgrado i materiali e malgrado le discussioni sul carbonio piu' sopra, la realta' e' che in tanti dicono che gli scarponi da sci hanno una durata di 180-200 giorni sci. Nonostante siano dei carri armati.

Mr. T


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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 17:01 
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Mr.T no non sei stato frainteso, solo che quando si parla di resistenza, durezza, leggerezza, la prima cosa che viene in mente è la fibra di carbonio.

Partendo dal mio discorso sull'elasticità della plastica e delle forze che confluiscono sugli scarponi (penso al racconto, non so se vero, che Albertone alzava in bilancia 450 Kg per gamba) credo che 2.5 Kg. siano anche pochi (ecco il motivo per cui ultimamente c'è un costante aumento di flex). Poi che, per specifici impieghi, come il tuo, magari basterebbe, per esempio, 1,5 Kg di scarpone, tutto vero, ma sai cosa penso?
Penso che essendo un "problema" di nicchia le case non ci pensino minimamente ad affrontarlo!
La brutale legge ahimè dei numeri!

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MessaggioInviato: 16 novembre 2007, 18:31 
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Il problema è il fondo dello scarpone, la parte di scafo dove si alloggia la zeppa. Quella è la zona dove è concentrato il peso maggiore.
I tacchetti possono anche essere in parte "vuoti", ma il fondo dello scafo no.
E' intuitivo che un fondo "pieno" è anche rigido il giusto e probabilmente su quel punto, sottoposto a forti sollecitazioni, una identica rigidità ottenibile con una struttura della plastica ad es. "a nido d'ape", forse non garantirebbe la stessa resistenza agli sbalzi di temperatura e quindi potrebbe andare incontro a rotture (le mie sono tutte ipotesi).
Materiali nuovi, leghe plastiche nuove........vero, questo potrebbe essere un ottimo spunto di sviluppo, ma.....i costi?
Quanto costerebbe uno scarpone?
E si dovrebbero modificare i sistemi degli attacchi?
In realtà esistono già attrezzi fatti per camminare sulla neve, basta equipaggiare gli sci con attacchi da sci alpinismo e usare le adeguate scarpe, che magari, anche se di poco più leggere, hanno la suola morbida che flette e sono più confortevoli per camminare.
Però il problema del peso, nel caso in cui uno volesse farsi una salitina di 300-400 mt a 2000-2500 mt di quota esiste eccome!

giò


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