Per il resto sono in grandi linee d'accordo:
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gli sci da Coppa del Mondo, quelli che vengono usati dai campioni che vediamo ogni domenica in televisione, salvo rarissime eccezioni, non ci permettono di ottenere risultati migliori anzi, talvolta possono addirittura peggiorare la nostra prestazione. Ciò avviene perchè le velocità, e di conseguenza le forze che mettono in gioco i campioni sono nettamente diverse da quelle che possiamo esprimere noi. E questo vale anche se utilizziamo sci da donna, quindi con misure, sciancrature e durezze minori, perché dovete tener presente che tra una ragazza che corre in coppa del mondo ed un buon Master c’è comunque un abisso. Quindi, per quello che riguarda gli sci il consiglio è quello di cercare un paio di sci facili tra quelli che hanno durezze adattate ai ragazzi dei comitati, con lunghezze giuste per le nostre capacità.
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Oddio, non é che gli sci da "comitato" (termine che non mi é mai piaciuto, io li chiamerei semplicemente "da gara" o "FIS") siano facilini: un RD é sempre uno sci tosto, a meno di non prendere una lunghezza "donna"... Ma in questo caso si incorrerebbe in squalifica (laddove le limitazioni FIS entrano in considerazione).
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In altri termini, se il nostro valore è superiore ai 100 punti FISI, sarà inutile andare a cercare sci di 189/192, molto meglio utilizzare attrezzi di 184/187 seppur con sciancrature da uomo. Mentre per chi il problema delle sciancrature non lo ha, sarà ancora meglio utilizzare un paio di sci da donna, con raggio inferiore.
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Mi vengono in mente certi genitori che vogliono avere il figlio appena 16.enne su un FIS 191cm...
Cosa scierà quando avrà 20'anni, ovvero con una muscolatura ed una forza maggiori? Un GTO FIS?
La seconda frase riporta al mio primo intervento, ovvero "sino al 183-185 cm li trovi relativamente morbidi (GS "donna") con raggi tra i 23 ed i 25m."
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Molto più importante dello sci da coppa è invece la preparazione dei nostri sci, se siete sicuri di essere capaci, fatela tranquillamente da soli, viceversa affidate i vostri bolidi alle mani di uno ski man specializzato che saprà trarne il meglio sia a livello di impronta della soletta che di angoli delle lamine. Stesso discorso per la sciolinatura, meglio spendere qualche euro con la certezza che gli sci siano veloci che andare al risparmio e buttare la gara.
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Verissimo... a patto di non dare poi la colpa degli scarsi risultati al materiale o alla sua preparazione...
Oppure spendere un capitale in cere e cerini pensando di poter - in questo modo - guadagnare posti su posti in classifica: prima della cera viene la tecnica...
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Per gli scarponi vale più o meno lo stesso principio, quindi inutile rincorrere durezze assurde, tipo 150 o più, ma scegliere viceversa scarpe che abbiano le misure interne dello scafo giuste, da 92 a 94 mm. modello coppa del mondo, ma le plastiche siano viceversa abbastanza flessibili, tipo 130 o 140.
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Interessante notare che questa frase é riferita agli atleti...
Se trasportata ai normali sciatori (non agonisti, non maestri), il flex scenderebbe di 20/30 punti (100/110).
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Viceversa, visto che gli scarponi assomigliano sempre più a dei guanti, che però sono fatti di dura plastica e non di morbida pelle, un’importanza sempre più fondamentale l’ha assunta il «boot fitting» o aggiustamento della calzata.
Questa operazione che deve necessariamente essere eseguita da un professionista, consiste nel modellare lo scarpone adattandolo alla forma dei nostri piedi. Per fare ciò si utilizzano piccole frese per togliere materiale dove ci sono punti di pressione sul piede, oppure, dove ciò non basta, potenti pistole ad aria calda che scaldando lo scafo permettono di allargarlo nei punti dove lo scafo stesso comprime troppo il piede. Altro punto importante del boot fitting può essere la realizzazione di una soletta termoformata o addirittura di un vero e proprio plantare anatomico da inserire al posto di quello originale. Ultimo grido sono invece le solette ammortizzanti da inserire tra scafo e scarpetta, queste si possono montare da soli ed hanno un costo popolare, quindi, perché non provarle…A me è sembrato che funzionino. Certo, è questione di sensazioni, però…
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Qui lascio commentare al bootfitter, ovvero a Mark.
Io metto solo una nota personale: se vogliamo (o dobbiamo) fare un plantare, facciamolo PRIMA del bootfitting! Spesso i plantari personalizzati hanno spessori differenti rispetto alle solette di serie: se il bootfitting viene fatto con quest'ultime e DOPO inseriamo dei plantari personalizzati, i volumi interni dello scafo cambiano. E se lo scafo era molto preciso prima... beh, dopo potrebbe riservarci qualche dolorino di troppo.
Il resto, bastoni/protezioni/abbigliamento (tutto da gara), non ci concerne più di quel tanto.