leon ha scritto:
“
@ice
per essere uno scalatore bisogna essere professionli, tecnici,avere esperienza ect....percio' non conoscendo queste cose non faccio domande altrimenti sparerei delle castronerie.
perciò vado sul "personale"...e ti volevo chiedere quante volte ti sei arreso davanti ad una montagna, e se altre volte l'avresti voluto fare e non lo hai fatto.
i racconti tuoi sono entusiasmanti....
leon
”
ciao leon...la tua passione e la tua curiosità mi fan molto piacere...come avrai capito amo parlare di montagna (a volte magari sono monotematico...ma il reparto alpinismo è nato per questo
) e starei ore e ore a chiaccherare di queste cose...
andare in montagna, come saprai anche tu perchè vale lo stesso per quando si va a sciare, comporta dei rischi che son classificati in oggettivi e soggettivi...
tra i pericoli oggettivi, che non dipendono da noi e non sono da noi modificabili, c'è quello del maltempo...come abbiamo già avuto modo di dire è uno dei nemici più pericolosi di ogni alpinista...
quindi tante volte ho dovuto rinunciare ad una gita (anche cose tranquille ne, comprendo tutto)..
a volte è capitato di dover modificare i piani senza neppure partire dal rifugio per la meta (che nella desolazione per la rinuncia è il caso comunque migliore perchè almeno sei al riparo)...
altre volte è capitato di dover tornare indietro...una volta in particolare addirittura poche decine di metri sotto la vetta (il già citato caso della salita al cevedale in cui son stato investito da un temporale con neve, nebbia, fulmini e quant'altro...)
altre volte invece è capitato di prendere temporali incredibili sulla via di ritorno ecc...
io comunque generalmente non mi faccio abbattere dalle condizioni meteo...al mattino tendenzialmente son sempre propenso a partire per provare la salita (a meno di tempo clamorosamente già brutto in partenza)...preferisco portarmi un pò avanti nell'avvicinamento e vedere come si evolve (spesso si parte con ancora buio e non è decifrabilissima la possibile evoluzione meteo) per poi eventualmente valutare di rientrare piuttosto che non partire e poi mangiarsi le dita...
quando ho fatto la nord del pasquale a maggio, la sera prima nevicava, ha nevicato buon aparte della notte, al mattino c'era nuvoloso e la parete era per metà avvolta nelle nuvole...però non pioveva/nevicava...vedevo le nuvole in quota che si muovevano e si intravedeva uno squarcio di sereno nel cielo nero...siam partiti, ci siam portati verso la parete...dopo 1 ora e mezza all'alba il sole ha fatto capolino e il cielo piano piano si è aperto completamente...in vetta panorama da urlo senza una nuvola...
altre rinunce non legate al meteo...beh...ne ricordo una in particolare...4-5 anni fa con mio papà siam partiti con l'intento di salire in adamello...abbiam dormito al rifugio delle lobbie...la mattina partiamo e quando arriviamo sul pian di neve ci troviamo in un incredibile labirinto di crepacci...per un pò vaghiamo scavalcando, saltando, aggirando...poi dopo un pò ci rendiamo conto che siamo in gioco da un sacco di tempo e siamo appena oltre metà strada...quindi saggiamente rinunciamo e torniamo indietro...dei tedeschi appena davanti a noi han proseguito e sono arrivati in vetta alle 4 del pomeriggio!!!!!!! dalle 6 di mattina...roba da pazzi....son rientrati al rifugio che era buio con tutti i pericoli e i rischi del caso!!!
per il resto non mi sono mai pentito di aver deciso di fare una salita...anche di fronte a situazioni 'difficili'...
su tutte (temporali vari esclusi...quelli, soprattutto quello in discesa dall'ortles, sono comunque attimi in cui non sai quanto ancora puoi vivere...e non esagero...ma poi quando tutto finisce resta il batticuore e la gioia per la vetta raggiunta) le due salite al gran zebrù che resta una delle mie montagne preferite in assoluto ma anche quella con cui ho avuto un rapporto piuttosto difficile...
la prima volta, in luglio con mio papà, la giornata era splendida, nemmeno una nuvola...il top...partiamo di buon ora dal pizzini...c'è parecchia gente...si va...l'alba ci accompagna nel primo tratto di salita...quando inizia la salita vera e propria, il collo di bottiglia, non faccio a tempo ad arrivare a metà che all'improvviso un sasso smosso da qualcuno sopra, rotola giù come una bomba silenziosa lungo il pendio nevoso e mi colpisce in pieno su un ginocchio...la botta è così forte e inaspettata che mi fa cadere in terra faccia nella neve...un dolore incredibile...per un attimo pensavo di non poter più camminare...mio padre preoccupato mi chiede come sto e mi dice se riesco a camminare per tornare indietro...dopo qualche istante col ginocchio nella neve il dolore diminuisce, io guardo il cielo blu e la giornata meravigliosa, mi carico di tutta la forza di volontà e mi rialzo...provo a piegarlo...CE LA FACCIO PA'...ANDIAMO...dico.....SEI SICURO??? risponde lui.....SI'....
riprendiamo la salita...la gamba fa male ma sopporto e piano piano si va...non voglio rovinare tutto...forza di volontà mi ripeto!!!...ad un certo punto il sole si alza...sosta...devo mettere gli occhiali...giù lo zaino, apro la cerniera e...niente occhiali...ma come??? ieri li avevo...mistero...ancora oggi non so se me li hanno rubati o li ho persi...fatto sta che il sole picchia...
non c'è cosa più pericolosa che andare su ghiacciaio senza occhiali...mio papà eroicamente mi presta i suoi...per un pò facciamo a turno...10 minuti ciascuno...fortunatamente ad un certo punto incrociamo due che scendono...uno mi vede senza occhiali...mi chiede motivo...io spiego...lui dallo zaino ne estrae un paio di scorta...dio lo benedica...ringrazio e ripariamo...il ginocchio fa male ma la vetta è lì, la vedo...mi spiacerebbe anche per mio papà che però continua a ripetermi che se voglio tornare indietro non ci son problemi...
rifiuto e vado avanti...siamo lenti ma arriviamo in vetta...meraviglioso...panorama da urlo...nei 10 minuti di stop per foto varie però il ginocchio si raffredda...e fa molto male...la discesa è un calvario...tutto faccia a monte...arriviamo al pizzini tardissimo...son distrutto e l'ultima ora e mezza l'ho fatta a porconi...dal pizzini mi faccio portare ai forni in jeep...per oggi ho patito abbastanza...peò non ho rimpianto di essere salito...
mesi dopo altro giro, stessa montagna...stavolta ad ottobre...stagione finita, rifugi chiusi...siamo io e il mio amico marco...si dorme all'invernale del pizzini e poi via...non c'è nessuno nel raggio di chilometri...ancora giornata pazzesca...zero nuvole...stavolta ad opprimermi è una simil colica-indigestione con crampi a stomaco e milza...dovuta alla cena fugace e fredda della sera prima, la notte gelata e alla colazione con biscotti e acqua fredda...
i dolori iniziano ancora prima del collo di bottiglia...e man mano si sale diventano molto forti...
gli ultimi metri facevo due passi poi dovevo fermarmi...il mio amico mi diceva che se volevam tornare indietro non c'eran problemi, di non preoccuparmi ecc...ma anche stavolta tengo duro e piano piano siamo su...stavolta però discesa super veloce...la voglia d arrivare all'auto è tanta...alla macchina son distrutto...faccio guidare il mio amico...mi butto sul sedile, dimentico là gli scarponi da tanto sono in trance e faccio dall'aprica a brescia vomitando ogni piazzola di sosta...però neppure quella volta ho rimpianto la salita...
la montagna è sempre la montagna...
son stato un pò lungo