Anch'io ho messo "Comete sull'Annapurna" nei libri da leggere, riguardo a Bukreev custodisco gelosamente nello scaffale dei miei libri "Un posto in cielo" , i diari di un eroe inconsapevole, scritto da Bukreev e curato dalla sua compagna Linda Wylie ( CDA & Vivalda editori), e senz'altro te lo consiglio.
Anch'io riesco a malapena a farmi al massimo qualche semplice ferrata, ma imbragato come una soppressa.....e vi sfido a staccarmi dalle corde...diciamo che compenso la paura del vuoto con le enormi emozioni che provo.
E' un equilibrio molto fragile...

Cosa mi dite, a proposito di grandi alpinisti, di Jerzy Kukuczka? C'è qualche suo libro che val la pena leggere?

orso hai fatto progressi col tuo acculturamento letterario montano???

Purtroppo caro Ice ultimamente sono stato abbastanza impegnato con altre faccende, ma sai come siamo noi orsi, lenti lenti senza far troppo baccano, al momento giusto artigliamo e penso che in questi giorni andrò in libreria a caccia di " E' buio sul ghiacciaio" di Hermann Buhl e me lo sciroppero' di gusto....
E tu con questa stagione stai arrampicando?
Mi sembra che anche tu abbia un po' latitato dal forum e spero appunto che nel frattempo qualche bella scarpinata in montagna te la sia fatta.
Salutoni !!

ti dico la verità...mi sto preparando per l'estate di ghiacciai che mi aspetta ma non ho ancora potuto andare sul campo per problemi a schiena e ginocchio (come son messo male alla mia età...) che non voglio peggiorare...ho comunque in programma nei prossimi week qualche salita di acclimatamento e di allenamento nei miei posti preferiti (zona ortles o adamello)...sperando che le mie giunture non creino problemi...purtroppo la stagione non è iniziata bene........

Beh, non nominarmi le ginocchia....( adesso sembro una di quelle vecchiette che chiaccherando vanno sempre al rilancio con le proprie disgrazie e magagne....)anch'io le ho martoriate nel corso degli anni ( legamenti e menischi sono dei souvenirs classici che ti lascia il rugby.... ), ma l'ultimamente cerco di gestire , aiutato dai preziosi consigli di Sante Lugarini che è il fisioterapista ed osteopata della nazionale di rugby, un conflitto femoro-rotuleo che mi fa dannare soprattutto se corro o appunto cammino soprattutto in discesa.
Beh vorrà dire che salirò sempre.......ma con calma !!!
Se ti capita noi non disdegnamo assolutamente qualche bella foto delle tue escursioni ( una ogni tanto, così per ossigenarci un po' )
Ciao Grande !

io le ginocchia purtroppo le ho martoriate in montagna...sin da bambino ho sempre avuto un 'passo' incredibile...sia in salita che in discesa...proprio in discesa troppo spesso andavo di corsa, saltellando da un sasso all'altro in modo quasi naturale, individuando in anticipo l'appoggio successivo per il piede e la traiettoria ideale...di corsa, saltando, movimenti bruschi ecc...allora nella mia ingenuità e stupidità adolescenziale andavo fiero di queste mie 'doti' montane...ora le ginocchia presentano il conto...salato purtroppo...e ora capisco perchè mi dicevano sempre di andare piano...

.. come buona lettura io proporrei anche "Rotti e stracciati" (mi sembra edito dalla Vivalda, dovrei controllare) e cioè la storia degli degli alpinisti romani sul Gran Sasso negli anni '80 con le loro scorribande al nord

è un libro che merità (così come meritano le ns montagne .. ) ..il racconto non è mai troppo romanzato .. ed è tutto vero.

se vi capita.. provate a ripetere la via del Vecchiaccio sulle Spalle (Corno Piccolo) tracciata da Bini con le scarpe superga in quegli anni - TD, con un paio di passaggi di VI .. eccezionale

http://img114.imageshack.us/img114/2999/p4240017qo3.jpg

x orso. eccoti uno splendido stralcio di una uscita dell'estate scorsa. sulla splendida cresta finale del gran zebrù dove sulla sinistra si vedono quei resti di cui ti parlavo...per la cronaca da quel lato si è a strapiombo sulla parete nord che va per 1000 metri quasi verticali fino a solda...consigliabile non sbilanciarsi ...e attenzione ai colpi di vento

Meravigliosa Ice, se permetti per un po' la sfrutto come sfondo per il pc!
Ciao !

Non ho mai capito come fate a calcolare che una cresta di neve o peggio una cornice tenga il vostro peso durante l'attraversata!
C'è un particolare sistema ? Non penso che l'alpinista serio vada a ....culo...o facendo il calcolo del proprio bioritmo...

premetto che non sono un alpinista serio...quelli seri sono ben altri...e per loro la tecnica, l'esperienza e la bravura sono fondamentali e determinanti in certe situazioni...purtroppo la sfortuna e le disgrazie non sono calcolabili e non risparmiano neanche loro...detto questo, che mi pare doveroso,....

sfruttala pure la foto...per un pò è stata anche il mio sfondo del desktop...purtroppo non ha una qualità eccellente...anzi...però è una delle mie foto preferite...

facciamo alcune piccole distinzioni per cercare di chiarirti un pò le idee: le creste delle montagne sono i profili terminali che solitamente conducono alla vetta. possono essere più o meno lunghe, più o meno larghe, più o meno esposte...quando la cresta è innevata mantiene la stessa forma ma la neve (più ne cade) ne aumenta le dimensioni un pò in altezza e un pò in larghezza...ma, per tanta neve che possa cadere, sotto resta comunque il fatto che c'è la cresta di roccia (le creste son esposte al vento quindi più di una certa altezza di neve è difficile si formi). quindi, se la cresta si presenta molto ma molto sottile solitamente si procede (con cautela) con un piede da una parte e uno dall'altra e picozza piantata in mezzo (se la neve è molliccia bisogna fare attenzione perchè possono cedere gli appoggi e si rischia di perdere l'equilibrio). obbligo stare legati e tenere sempre d'occhio il compagno, soprattutto se c'è vento(in cresta e in quota possono esserci raffiche forti e improvvise). nel malaugurato caso che il compagno cada, il metodo migliore per fermare la caduta e non essere trascinati è buttarsi subito dall'altra parte...un altro metodo per passare una cresta sottile è quello di passare con tutti e due i piedi dal lato meno pendente (se la pendenza lo consente). nel caso della foto, la cresta era larga poco più di un metro quindi si riusciva a camminarvi sopra come su uno stretto sentiero tenendo i piedi il meno vicino ai bordi esterni per evitare cedimenti e usando molto la piccozza...evitando di guardare troppo lo strapiombo laterale...si deve comunque fare una valutazione della neve e prendere tutte le precauzioni del caso...ma li ad esempio eravamo a 3840m circa e la neve era abbastanza compatta anche se ovviamente col peso vi sprofondavi dentro trovando però buon appoggio sugli strati inferiori...

discorso diverso per i ponti di neve. i ponti sono formati dalla neve che cadendo in una abbondante nevicata o riportata dal vento unisce i due lati di un crepaccio...alcuni ponti possono avere uno spessore notevole e possono stare lì anche per un sacco di tempo...possono anche resistere a centinaia di alpinisti che vi passano sopra per poi crollare all'improvviso sotto il peso dell'alpinista di turno...i ponti molto spesso sono ben visibili (a meno di ghiacciaio con la 'coperta' ovvero il ghiacciaio ricoperto per intero da neve fresca dove tutto pare uniforme e non si vedono i crepacci. in questo caso non è consigliabile avventurarsi sul ghiacciaio perche praticamente ad ogni passo potremmo trovarci su un crepaccio nascosto e quindi con ogni passo potremmo sprofondarci dentro) e se ne può valutare spessore e condizione della neve. tutto ovviamente dipende anche dalla larghezza del crepaccio. ci sono crepacci di mezzo metro o un metro che puoi scavalcare allungando il passo, ci sono crepacci che arrivano a 2-3 metri (a volte anche di più, dipende) che puoi attraversare con un piccolo salto in lungo (se possibile e preferibilmente col compagno che ti fa sicurezza con la corda) o che puoi attraversare passando con cautela sul ponte sempre assicurato dal compagno. nel malaugurato caso che il ponte non regga (qui va proprio a fortuna)la caduta sarà minima prima di essere bloccati dalla corda preventivamente ancorata in sicurezza dal compagno. si deve ovviamente fare attenzione nella progressione della cordata di non trovarsi mai neanche per sbaglio a passare sullo stesso ponte cercando dove possibile di stare uno da un lato del crepaccio e uno dall'altro...

le cornici sono degli accumuli di neve che si formano sulle creste disegnando praticamente delle sporgenze nel vuoto a forma di onda. quasi sempre si trovano a strapiombo sulla parete sottovento. sono molto pericolose perchè possono diventare valanghe minacciando i pendii al di sotto e perchè ovviamente possono cedere sotto il peso di chi vi passa sopra...è una sorta di balcone di neve che può essere anche di enormi proporzioni (nella foto la famosa 'meringa' sulla vetta proprio del gran zebrù, una imponente cornice di neve che per anni ha rappresentato un marchio inconfondibile della montagna e un valico difficile da superare per i primi scalatori della parete nord. la meringa è purtroppo crollata l'ultima volta nel 2001 dopo quasi 40 anni di evoluzione, nei quali molti vi sono passati sopra, a causa del peso della neve caduta o come sostiene qualcuno a causa del troppo caldo....sigh.....)e una volta individuato bisogna studiare bene come superarlo anche perchè è difficile capire in che modo e in che direzione possa rompersi...anche qui ovviamente una cordata non dovrà mai avventurarsi contemporaneamente su una cornice...il primo che la affronta deve prima ben assicurarsi e testarne consistenza della neve con la picozza...ovviamente se possibile meglio girarci alla larga...se non si può far altro...beh...incrociare le dita e sperare di essersi assicurati bene...

http://img501.imageshack.us/img501/1191/gzmeriiq0.jpg la meringa

http://img115.imageshack.us/img115/7256/crestavl1.jpg una cresta spettacolare

spero di essere stato chiaro orso...non sono un maestro quindi..spero si capisca