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 Oggetto del messaggio: Fai della Paganella....comè?
MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 14:38 
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Innanzitutto mi scuso se ho sbagliato sezione, ma volevo chiedervi un informazione sul comprensorio della Paganella visto che leggendovi molti di voi ci vanno spesso, io vorrei andare qualche giorno dopo pasqua con la famiglia per chiudere la stagione, conosco bene il posto in estate,mentre in inverno la mia meta preferita rimane sempre e comunque la val gardena,non essendoci mai stato a sciare volevo qualche delucidazine sul posto piste ecc, ma le piste sono veramente cosi facili come mi dicono? addirittura un mio collega lo paragona a Pila, secondo voi tra i vari comprensori dolomitici e valdostani a quale si può paragonare?
Grazie ciao


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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 14:54 
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non so se sia possibile fare paragoni
visto che si sale da tre punti distinti a me verrebbe in mente il monterosaski
ma poi e' difficile fare confronti

comunque come ebbe a battezzarlo nientepopodimeno che su Sciare l'incontrovertibile magister l'uomo della Paganella e' proprio il buon morfy
aspetta solo che si accorga della tua richiesta......
secondo me ti manda a casa anche un po' di depliant in pdf.....

credimi
ti e' andata bene
se fosse stato manu77 (che invece e' l'uomo di Obereggen) ti sarebbe arrivata a casa una cassa di bottiglie di grappa

RIGOROSAMENTE VUOTE

:D ;)

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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 15:22 
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Mi capita di andarci qualche volta in stagione in quanto e' il piu' vicino da casa mia. Come comprensorio e' molto migliorato rispetto a un tempo. Non ha piste particolarmente difficili, ma le pendenze sono comunque tali da potersi divertire. Notevole il panorama dalla cima della Paganella (se c'e' bel tempo vedi tutto il lago).
Un problema e' dato dal fatto che necessita di un bel po' di neve in quanto il fondo e' ghiaia quindi se ce n'e' poca c'e' il rischio che salti fuori qualche pietruzza. Quindi per questo motivo non penso sia il massimo a fine stagione.

L'ignoranza cederà il passo al fascino del mistero, che potrà essere amato fino alla follia.
Renato Lunelli


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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 15:38 
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Grazie mille, bè se è come il monterosaski non è proprio malaccio, penso anche io che non sia il massimo a fine marzo, anche perchè non mi sembra molto alto, ma con la famiglia e le alternative per i bimbi forse riesco a farmi qualche pista di mattina, poi se arriva quello che dicono i meteoman, pasqua con freddo e neve da 1300 in su....... :D :D


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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 15:46 
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Ciao arma e ben arrivato.

Fare paragoni è impossibile. Non ti aspettare però la Val Gardena, né per impianti, tranne qualche caso più antiquati, né per piste, che per forza di cose sono più limitate (la Val Gardena è uno dei posti più belli del Mondo, se consideri anche il resto del comprensorio del Sella Ronda).

Però se vuoi andarci a fare tre, quattro giorni non è assolutamente male, tuttaltro. E’ vero, non ci sono piste particolarmente impegnative, ma ci sono delle belle rosse. Il comprensorio ha in più l’enorme vantaggio di essere veramente ad un tiro di schioppo dall’autostrada.

Concordo con DavideV sull’opportunità di andarci in questo periodo.

Felicità è: 8.30 del mattino, Hernegg, 20 cm di fresca ed i Monster che fanno la traccia.


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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 15:54 
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renntiger ha scritto:
Ciao arma e ben arrivato.

Fare paragoni è impossibile. Non ti aspettare però la Val Gardena, né per impianti, tranne qualche caso più antiquati, né per piste, che per forza di cose sono più limitate (la Val Gardena è uno dei posti più belli del Mondo, se consideri anche il resto del comprensorio del Sella Ronda).

Però se vuoi andarci a fare tre, quattro giorni non è assolutamente male, tuttaltro. E’ vero, non ci sono piste particolarmente impegnative, ma ci sono delle belle rosse. Il comprensorio ha in più l’enorme vantaggio di essere veramente ad un tiro di schioppo dall’autostrada.

Concordo con DavideV sull’opportunità di andarci in questo periodo.



Certo la Gardena per me non ha rivali, o comunque resta nei primi 5 in assoluto, è un pò che mi frulla l'idea di andalo, di solito in giornata vado sempre a champoluc (per me il meglio della val d'aosta),ma ho voglia di cambiare e come giustamente dici tu il fatto che sia vicino all'autostrada ha un bel punto a favore, poi conosco molto bene la zona in estate ed è bella e polivalente, da qui l'idea di portare la famiglia e unire l'utile al dilettevole, male che vada lago di molveno e infradito


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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 16:01 
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arma mi raccomando io citavo il monterosaski solo per i punti di salita che sono anche li' tre diversi
ma poi e' tutto diverso
il monterosa e' molto piu' esteso come comprensorio, le distanze sono diverse
si possono fare tutti e due anche in un solo giorno ma sul monterosa e' un po' un peccato, c'e' qualche punto dove vale la pena fermarsi

poi sul monterosa si scia mediamente molto + in alto
il problema della paganella e' proprio il contrario

in comune c'e' il fatto che con poca neve e' facile trovare sassi in giro per le piste
ma quelli di andalo sono micidiali, e' abbastanza risaputo.....

chissa', magari con i pur rari ma tanto pubblicizzati allenamenti degli yankee la situazione e' un po' migliorata.....

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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 16:13 
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chip63 ha scritto:
arma mi raccomando io citavo il monterosaski solo per i punti di salita che sono anche li' tre diversi
ma poi e' tutto diverso
il monterosa e' molto piu' esteso come comprensorio, le distanze sono diverse
si possono fare tutti e due anche in un solo giorno ma sul monterosa e' un po' un peccato, c'e' qualche punto dove vale la pena fermarsi

poi sul monterosa si scia mediamente molto + in alto
il problema della paganella e' proprio il contrario

in comune c'e' il fatto che con poca neve e' facile trovare sassi in giro per le piste
ma quelli di andalo sono micidiali, e' abbastanza risaputo.....

chissa', magari con i pur rari ma tanto pubblicizzati allenamenti degli yankee la situazione e' un po' migliorata.....


Immagino sia diverso ,il monterosaski è un notevole comprensorio, sono coscente della diversità, ma io sono malato di dolomiti e mi manca solo questo versante, e sopratutto non ho pretese di fare Sciate con l S maiuscola essendo con la famiglia, quest'anno la Sciata l'ho già fatta a selva, ma perlomeno togliermi lo sfizio di vedere comè? Certo che se mi dite di lasciar perdere per motivi di innevamento , piste ecc.... allora non stò nemmeno a litigare con la moglie le do retta e vado al mare X-| X-| sempre in attesa del reportage di morphy


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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 16:26 
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se continua questo caldo li' e' dura, e' semplicemente troppo basso....
mentre con un po' di neve e le temperature giuste per me e' senza dubbio un posticino dove vale sicuramente la pena andare
se non altro per quel panorama dalla cima della paganella

nel resto dell'anno ho sentito parlare bene della zona di molveno per il laghetto e la tranquillita' dei posti

ma preferisco quando c'e' neve....

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MessaggioInviato: 14 marzo 2008, 17:07 
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Personalmente è uno tra i miei posti preferiti.
Certo non è paragonabile a comprensori come il Sella Ronda, di certo però per la collocazione, e la facilità in termini di tempo ad arrivarci, per chi come me arriva dal Basso Lago di Garda è una delle località più a portata di mano.
Nel corso degli anni i gestori degli impianti hanno investito moltissimo sia in termini di impianti di risalita che di apertura di nuove piste.
Ma partiamo prima di tutto dalla collocazione geografica.
Andalo, Fai della Paganella si trovano a una manciata di minuti da Trento. Per chi vuole andarci l’uscita dall’autostrada del Brennero A22 è San Michele Mezzo Corona, subito dopo quella di Trento.
Usciti dall’autostrada e attraversato Mezzolombardo, si comincia a salire incontrando dapprima Fai della Paganella poi Andalo, dopo di che proseguendo si scende sino ad arrivare a Molveno con il suo lago.
Andalo il paese principale si trova sulla catena della Paganella che divide la Val D’Agide in cui si insedia Trento, dal gruppo del Brenta.
Dalla cima della Paganella posta a 2125 metri s.l.m. si gode di una vista fantastica.
A est sulla Val d’Adigea si vedono la città di Trento e da sud a nord, una lunga lingua d’asfalto che risulta essere l’autostrada del Brennero.
A sud si vedono le piste del Monte Bondone, il lago di Molveno e in girnate particolarmente limpide si vede il Lago di Garda.
A ovest il Gruppo del Brenta e a Nord la vista si perde posta e molti chilometri l’austrada cui si gode un panorama unico fatto di cime innevate.
Tutte le piste da sci sono posizionate ad Ovest, molte delle quali attraversano i boschi fino a scendere direttamente nel paese di Andalo da dove parte la cabinovia o al Fai della Paganella.
Ai tempi in cui avevamo dato vita allo sci club, avevamo sclto appunto Andalo per tre motivi principali.
Il primo che a un’ora e mezza di strada di auto o poco più di due in pullman era raggiungibile. Secondo perchè gli impianti partono direttamente dalla strada principale del paese e perciò i genitori che portavano i figli a sciare, avevano la possibilità di passeggiare per negozi. Terzo, come detto gli impianti sono molto moderni e comunque nei periodi in cui gli sci club tengono i corsi, non è pieno come altre località poco più distanti e dove quasi tutti gli sci club del basso lago vanno a riversarsi.
Piste e impianti
Ma veniamo alle piste e agli impianti di risalita.
Come già detto molti investimenti sono stati fatti negli ultimi anni e questo può essere testimoniato direttamente da me.
L’ultimo impianto obsoleto rimasto è seggiovia a due posti che sale a Passo S. Antonio a 1970 metri. Tutti gli atri, sono moderni impianti composti da cabinovie o seggiovie a quattro e sei posti che rendono le code, anche nei periodi più pieni, solo un vago ricordo.
Per accedere agli impianti ci sono tre stazioni primarie. La prima salendo all’altopiano la si incontra a Fai Della Paganella dove si prende la seggiovia.
Arrivando fino ad Andalo invece ci sono due possibilità: in centro al paese si prende la cabinovia che fa sosta al primo intermedio posto a circa 1500 metri per poi salire fino a 1800 metri. Oppure sempre in paese, proseguendo lungo la strada principale si arriva in località Laghet dove si può prendere l’altra cabinovia a sei posti.
Saliti, il consiglio è di andare il prima possibile in vetta alla Paganella. Lassù è molto facile trovare vento ma quasi mai fastidioso.
Il panorama che si gode come detto è mozzafiato nonchè uno dei migliori. Dopodichè, per scaldarsi non c’è di meglio che scendere facendosi tutte di in un fiato la Olimpionica 3, la 2, la 1 che è stata votata dalla Gazzetta dello sport fra le 10 più belle piste delle Alpi. Non per niente la squadra nazionale maschile americana ha scelto per questo e per i prossimi tre anni la Olimpionica e la Nuvolo Rossa come piste per il loro allenamento.
Non è quindi scontato che lungo una discesa vi troverete sfrecciarvi accanto un certo Bode Miller che mentre tira un curvone, trova anche il tempo per farvi un’autografo sul caschetto.
Stavo quasi per dimenticarvi in fine che ad Andalo cè anche un anello per chi vuole praticare lo sci di fondo.

Ricettività
Per quanto riguarda la ricettività non ci si può certo lamentare, 46 Hotel a tre stelle, 7 Hotel a due stelle, 5 Residence a tre stelle, 1 campeggio con 65 piazzole ad apertura estiva ed invernale, appartamenti privati, apparthotel e case per vacanze.
I prezzi poi a mio giudizio sono onesti e il servizio molto buono.
Forse invece un pò cari le baite e i punti di ristoro sulle piste. Qualcuno un giorno ha detto che l’mamburger della McDonald’s è il metro di misura per l’economia di un paese dato che è fatto alla stessa maniera in tutto il mondo.
Il metro di misura del Trentino è invece secondo me la nota bevanda conosciuta come bombardino, o nella sua variante di “alza valvole”.
Un bombardino sulla Paganella lo si trova a circa 3,50 ma può arrivare anche a 4 euro e onestamente 8 delle vecchie milalire, mi sembrano effettivamente tante per qualche cc di liquore a base di uova.

Scuole di sci
Esistono 6 scuole di sci:
- Scuola Sci nuova Andalo
- Scuola sci Dolomiti del Brenta
- Scuola Sci Eurocarving
- Associazione Maestri di sci “Olimpica Ski Center”
- Scuola Sci Fai della Paganella
- Maestri di sci “Paganella Ski Stile”
E su quest’ultima permettetemi di spendere due parole in più dato che collabora con il nostro Mark e sulle tute hanno ben in evidenza il mitico logo Ornello.

Attrazioni
Per quanto riguarda le attrazioni oltre al citato Bode Miller che magari avrete la fortuna di incontrare sulle piste, Andalo offre un palaghiaccio la cui pista misura 28 per 60 metri. Un centro piscene dotato di una piscina olimpionica da 25 metri con 8 corsie, una piscina con con scivoli e giochi d’acqua e idromassaggio. Un maneggio cavalli per fantastiche escursioni in un mando bianco o al traino della slitta con tutta la famiglia. Se qualcuno se la sente poi, perchè pazzo, perchè non farsi una bella remata in canoa sull’acqua gelida del Lago di Molveno?






•• Il nome ••

Parecchi studiosi di toponomastica si sono cimentati nell'avventura di dare un senso, un'origine ed un significato al nome Andalo (dialettale "àndel"), con risultati molto contrastanti e mai definitivi. Gli studi più recenti lo fanno risalire a un toponimo prelatino o longobardo (ganda = luogo scosceso, scoscendimento pieno di sassi, terreno incolto).
Sta di fatto che il toponimo si riferiva un tempo a tutta la zona, dal momento che il paese, come lo si vede oggi, ha avuto un'unificazione urbanistica solo nel recentissimo passato, trasformandosi da gruppo sparso di "masi" a località definita.
•• Cenni storici ••

La storiografia ottocentesca ha fantasiosamente cercato di arretrare nei secoli la fondazione della località fino al periodo romano. Questo, ben testimoniato in Val di Non e nel Banale, non ha lasciato invece alcuna traccia nella zona. Indiscutibilmente essa deve essere stata frequentata come sella di passaggio dalle popolazioni romane, ma resta improbabile uno stabile stanziamento di comunità in un territorio così remoto rispetto ai più frequentati circuiti commerciali.
Le prime testimonianze documentarie di Andalo fanno riferimento invece ai secoli XII e XIII. Si parla in esse della località intesa come "montanea", ossia malga, zona di alpeggio, legata ecclesiasticamente alla Pieve del Banale, assieme al vicino villaggio di Molveno.
Fin dall'inizio la scarsa popolazione residente si arroccò sui cosiddetti "masi", grandi case coloniche e poi gruppi di case, che servivano sia come abitazione, sia come stalle e magazzini per i prodotti della terra, in particolar modo, ovviamente, il fieno. Erano case familiari soggette a oneri feudali, abitate per lo più da servi della gleba. Alcuni di questi masi primitivi, come ad esempio il Colìn e il Bortolìn, vennero abbandonati del tutto intorno al 1670, senza alcun apparente motivo certo, probabilmente a causa dell'epidemia di peste, la stessa descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi. Gli altri invece, aumentando la popolazione, si vennero via via ingrandendo e con l'afflusso di nuovi abitanti presero la forma odierna di frazioni. L'attuale espansione urbanistica, pur modificando sostanzialmente la percezione visiva del paese, non ha tuttavia annullato tale identità frazionale.



Fin verso il 1600 però gli abitanti non superavano il numero di 150-180. Le prime famiglie residenti a Àndalo provenivano probabilmente dagli antichi centri abitati del Banale, la zona confinante con il territorio di Àndalo e Molveno a sud, nelle valli Giudicarie. A spingere quelle popolazioni fino alla sella di Àndalo era la possibilità di sfruttare la ricchezza di legname del luogo, nonché gli ampi appezzamenti di terra riducibili ad arativo per le tipiche coltivazioni di montagna.
La giurisdizione ecclesiastica si sviluppò in dipendenza dall'antichissima Pieve di Banale, parrocchia di Tavodo. La cura d'anime fu esercitata dai preti che facevano capo a quella chiesa collegiata, ed amministrata direttamente a Molveno, nel cosiddetto glesiòt, una piccolissima cappella oggi scomparsa, e ad Andalo, dove dal 1450 esisteva una cappella vicino al maso Toscana, il più popolato della zona. Nel corso del Quattro-Cinquecento la comunità di Andalo poté ricevere i preti del Banale addetti alla cura d'anime nella rinnovata cappella in stile gotico, dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenza. Un'altra chiesetta, dedicata a San Rocco e comunemente indicata come la glesiola, venne costruita alla fine del '500 non lontana da quella già esistente, che invece venne eretta nel Seicento lì dove l'epidemia di peste si fermò, evitando di contagiare il paese intero. Tale chiesetta, a differenza della prima (ora del tutto scomparsa), è ben conservata anche ai giorni nostri. Tutti i sacramenti importanti, tuttavia, venivano ancora celebrati a Tavodo,
Dal 1574, anno di inizio della cappellania curata autonoma per Andalo e Molveno, si tenne in loco il registro dei nati e dei morti, secondo l'obbligo di tenere i registri secondo le decisioni del Concilio di Trento, segno della nuova autonomia locale negli affari spirituali.
Se la dipendenza ecclesiastica di Andalo dal Banale legava la Comunità alle Giudicarie, dal punto di vista amministrativo la zona fu invece interessata dal dominio feudale delle varie famiglie della nobiltà rurale della Val di Non, fino alla dipendenza definitiva, avvenuta alla fine del medioevo, dal Castel Belfort, presso Spormaggiore. Andalo quindi, in quanto parte integrante, anche se marginale, della Giurisdizione, ne seguì in tutto e per tutto il destino fino ai secoli più recenti.

L'economia locale si stabilizzò definitivamente nel corso del XVII secolo; gli abitanti cominciavano a ricavare rendite dalle ricchezze silvo-pastorali del luogo e miglioravano le loro condizioni di vita. Nel 1623 la comunità adottò la sua prima ed unica Carta di Regola, con "li antichi suoi ordeni et sue antiche usanze".
La vita amministrativa era semplice. L'assemblea plenaria della regola era formata dai capifamiglia ed aveva luogo da sempre presso il grande faggio (fòo) del maso omonimo, nei giorni della Ceriola (2 febbraio), di Santa Massenza (30 aprile) e di San Martino (11 novembre) di ogni anno.
A seguito dell'aumentare della popolazione e dei bisogni, anche la cappellania in comune con Molveno si rivelò insufficiente. A metterne in luce i problemi fu soprattutto l'epidemia di peste del 1630, che ad Andalo fece fortunatamente poche vittime rispetto ad altre zone, ma che rese evidente la difficoltà nel disporre della cura d'anime senza un sacerdote residente permanentemente sul luogo. Finalmente, nel 1652, venne assegnata ad Andalo una cappellania curata con un cappellano residente. Nel 1671 la cappellania diventò Curazia. Il villaggio si ingrandì e venne decisa la costruzione di una nuova chiesa. Il luogo scelto fu il Maso Fovo, essendo più centrale rispetto al maso Toscana ed essendo anche il luogo dove, da sempre, si tenevano le riunioni della regola. La nuova chiesa di San Vito (l'attuale) fu benedetta dal Vescovo di Trento nel 1783.
Per secoli Andalo subì vari problemi connessi al fatto di essere luogo di confine tra zone a prevalente dominio tirolese a nord e zone del principato vescovile a sud. La giurisdizione civile, sotto forme diverse, fu generalmente tirolese. Al contrario, la cura d'anime era controllata dal decanato del Banale, dipendente da Trento. Dopo il periodo turbolento delle invasioni napoleoniche, gli austriaci, nuovi padroni del territorio, pensarono bene di riorganizzare quanto era possibile. Nel caso di Andalo e Molveno, la soluzione adottata fu quella di assegnare le due parrocchie al decanato di Mezzolombardo. Finì così il lento distacco di Andalo dai primitivi luoghi d'origine, la Pieve del Banale, da cui proveniva buona parte dei primi abitanti, a vantaggio di una maggior coesione con la Valle di Non, Mezzolombardo e la Val d'Adige.
Se nella sua storia Andalo fu territorio marginale, "montanea", sottoposta di volta in volta alla gastaldia di Banale, al Vescovo di Trento, infeudata ai conti di Flavon, poi ai conti del Tirolo attraverso le famiglie nobili della Val di Non quali gli Spaur, Unterrichter, ecc., nel corso del Novecento invece si ha la vera e propria definizione autonoma della comunità. Nel secolo scorso infatti si sviluppa, a partire dal secondo dopoguerra, dopo anni di emigrazione forzata, l'industria del turismo estivo ed invernale. A seguito di tale espansione economica cresce il paese, che si trasforma da gruppo di masi sparsi ad unico centro abitato.

Tratto da: Antonio Zieger: Andalo, Guida Storico-Geografico-Turistica, Trento 1994, II ed., forse la più importante fra le pochissime fonti storiche pubblicate su Andalo.


•• Il turismo ••

La località di Andalo può essere annoverata fra le più importanti del Trentino, sia per la capacità e la qualità delle strutture ricettive, che per la notevole offerta di servizi sia nella stagione invernale che in quella estiva.

La ricettività in paese offre:
- 46 Hotel a tre stelle;
- 7 Hotel a due stelle;
- 5 Residence a tre stelle;
- 1 campeggio con 65 piazzole ad apertura estiva ed invernale;
- appartamenti privati, apparthotel e case per vacanze

La promozione è gestita dalla locale APT d'ambito, che, sia in estate che in inverno, organizza e promuove eventi e manifestazioni in paese e nei dintorni.
In inverno il Consorzio Paganella Dolomiti unisce le offerte degli impianti di risalita assieme a quelle degli alberghi in vantaggiosi pacchetti turistici, coinvolgendo le diverse scuole sci presenti in paese, nella formulazione di proposte personalizzate per le famiglie o per i meeting e raduni aziendali.
In entrambe le stagioni il calendario giornaliero di intrattenimenti e manifestazioni è curato da AGV, che gestisce le notevoli strutture sportivo - ricreative presso la località "Al Lago" di Andalo. Qui, tramite una Andalo Card, gli operatori turistici possono offrire alla propria clientela tutti i servizi a prezzi molto vantaggiosi.

•• L'ambiente ••

Il paese di Andalo si estende dolcemente in posizione soleggiata nella verde valletta situata tra il Monte Paganella - Gaza e le Dolomiti di Brenta, nel Trentino Occidentale.
La conca mette in collegamento la Valle di Non e le Giudicarie; nel centro di essa si stanziarono nel medioevo i primi coloni, insediandosi in "masi" sparsi ancor oggi riconoscibili, nonostante il vigoroso sviluppo urbanistico della località. Andalo si colloca in una altitudine media che va dai 1000 ai 1100 metri sul livello del mare.
Il clima in estate è temperato e fresco, tipico delle regioni dolomitiche, mentre d'inverno le temperature si abbassano considerevolmente, rendendo possibile l'effettuazione di molti sport sulla neve.

Spicca a nord la presenza di un bel laghetto carsico, normalmente lungo 1000 metri e largo 200, a pronunciato andamento stagionale: le sue acque, copiose nei periodi di intensa attività pluviometrica, si nascondono altrettanto velocemente allo sguardo infiltrandosi nelle inesplorate grotte sotterranee. Il lago, in cui sono evidenti i fenomeni di glacialismo, viene alimentato da sorgenti sotterranee; si trova a breve distanza da un notevole centro sportivo, dal quale si diramano percorsi attrezzati e passeggiate.

est dell'abitato si inerpicano le pendici della Paganella, una catena montuosa di discrete dimensioni che divide la Valle dell'Adige dal massiccio del Brenta e che si snoda da N-E verso S-O per circa 15 - 20 chilometri. Dalla cresta, in più occasioni, si può godere di un vasto panorama.
La cima principale è la Paganella (2125 m.); il suo versante ovest, visibile dal paese, è caratterizzato da un pendio boschivo con pendenza piuttosto regolare, che scende verso l'altopiano, mentre sul lato opposto, il versante Est, cala a picco sulla valle dell'Adige con una parete rocciosa verticale. Dal paese si dipartono importanti impianti di risalita che permettono di usufruire di 50 km di piste da sci.
A sud dell'abitato di Andalo si estende maestoso il gruppo del Brenta, ricco di grandiose vette, pinnacoli e pareti vertiginose, patria fin dalla seconda metà dell'Ottocento di un eroico alpinismo internazionale.
Dalle sue sommità si possono ammirare le cime del Catinaccio, del gruppo di Sella, il monte Civetta, la Marmolada, le Pale di S. Martino, la catena del Lagorai, in una panoramica che dal confine meridionale dell' Austria arriva fino al Veneto. Per la sua posizione il Gruppo rimane incluso, dal punto di vista geografico, ancora nelle Alpi Retiche; tuttavia le sue rocce, in prevalenza sedimentarie, lo differenziano nettamente dai massicci cristallini delle Alpi Centrali, meritandogli il nome in uso di Dolomiti di Brenta.
Il territorio di Andalo si interseca ad sud e a ovest con quello di Molveno, il cui lago alpino, "preziosa perla in più prezioso scrigno", è una delle mete naturalistiche più blasonate delle Dolomiti. A nord, superata la sella dei Priori, si scende nell'ampia visione della Valle dello Sporeggio (nei comuni di Cavedago e Spormaggiore), che invita al panorama pittoresco della Val di Non.

Il territorio di Andalo è interessato dalla presenza del Parco Naturale Adamello Brenta. E' la più vasta area protetta del Trentino: con i suoi 618 kmq comprende i gruppi montuosi dell'Adamello e del Brenta, separati dalla Val Rendena e compresi tra le valli di Non, di Sole e Giudicarie. E' interessato dalla presenza di oltre 50 laghi e dal ghiacciaio dell'Adamello, uno dei più estesi d'Europa.

La componente faunistica è tra le più ricche dell'arco alpino, comprendendo tutte le specie montane, inclusi lo stambecco e l'orso bruno. Le altre specie faunistiche facilmente individuabili sono la Volpe, i Mustelidi (il Tasso, la Faina e la Donnola, la Martora, l'Ermellino); gli Ungulati (Camoscio alpino, il Cervo, il Capriolo, lo Stambecco); i Roditori ed Insettivori (il Toporagno alpino, il bellissimo Driomio, lo Scoiattolo e la Marmotta).

Altrettanto ricca ed interessante si presenta l'avifauna: i galliformi alpini (il Francolino di monte, il Gallo cedrone, il Gallo forcello, la Pernice bianca, la Coturnice); i picchi sono presenti con il Picchio rosso maggiore, il Picchio cenerino e il Picchio nero. I rapaci diurni annoverano la grande Aquila reale, presente nel Parco con 13 coppie, lo Sparviere, l'Astore, la Poiana, il Falco Pecchiaiolo, il Gheppio, il Falco pellegrino, il Gipeto; i rapaci notturni (Allocco, Gufo reale, Gufo comune, Civetta capogrosso, Civetta nana ed Assiolo).

La flora presenta un'ampia varietà di specie floreali; i boschi sono in prevalenza composti da aghifoglie (pino, pino cembro, pino mugo, larice, abete rosso e bianco) e latifoglie (il faggio, l'acero, il corniolo, il sorbo, il nocciolo, il salicone, i carpini, la roverella, l'orniello).



•• Lo Sport ••

Ad Andalo, sia in estate che in inverno, possono essere praticate diverse discipline, dalle più tecniche alle meno, sia per i professionisti che per il turista in cerca di un po' di movimento. In questi ultimi anni le strutture a disposizione sono diventate veramente notevoli e invidiate da molte località.
L'inverno gli impianti di risalita la fanno da padrone, quindi il versante della Paganella è sicuramente l'obiettivo per gli sport invernali, dallo sci alpino, allo snoboard, dal telemark allo sci da fondo.
Gli impianti di risalita, realizzati da due società distinte, 2001 spa e Valle Bianca spa, gestiscono in comune il servizio di promozione e commercializzazione delle varie offerte, tramite il Consorzio Skipass.
In estate invece il centro sportivo "Al Lago" presenta una serie di strutture come il palaghiaccio, la piscina, il palacongressi, il centro equitazione, la palestra di roccia, i vari campi da tennis, da calcio, calcetto, bocce, ecc., armoniosamente inseriti in un grande parco con giardini e posti di ristoro, organizzati e gestiti dalla società pubblico-privata Andalo Gestione Vacanze.
Ad Andalo è presente uno Sporting Club che dà la possibilità a tanti ragazzi di Andalo di frequentare, anche a livello agonistico, lo sci, il calcio e altri sport, essendo seguiti da allenatori ed accompagnatori che, anche tramite lo sport, fanno crescere questi ragazzi, e che comunque cercano sempre di individuare le migliori capacità tecniche di ognuno per farlo esprimere al meglio sui campi di gara, sperando di scovare qualche talento da lanciare ai massimi livelli.



•• Link utili ••
ENTI PUBBLICI: METEO: SITI INERENTI AL LUOGO:

www. provincia.tn.it http://www.provincia.tn.it http://www.andalovacanze.com
http://www.regione.taa.it http://www.arpa.veneto.it http://www.esperienzatrentino.it
http://www.anci.it http://www.trentino.to
http://www.paganella.net
http://www.bibliopaganella.it
http://www.parcoadamellobrenta.tn.it



IL PAESE DI ANDALO
Tra il gruppo Gaza-Paganella (monte Gaggia e Paganella) ad oriente e il Piz Galin (Spesso tristemente tradotto in Pizzo Gallino) cima del gruppo delle Dolomiti di Brenta, il comune di Andalo si estende sulla sella che divide la Val di Non e la valle dello Sporeggio dalle Valli Giudicarie.

Probabilmente il significato del nome Andalo appartiene a un gruppo di toponimi di difficile interpretazione.
Alcuni ritengono che l'elemento And abbia origini liguri, altri vorrebbero farlo derivare dal nome gallico di persona Antilo.

Quasi tutti sono però concordi nell' attribuire al nome una derivazione celtica o veneto-illirica. Probabilmente Andalo è un nome collettivo, utilizzato per indicare il complesso di masi unitisi più tardi in un comune unico.

In una zona di intersezione di confini (Terlago, Zambana-Fai, il Banale e lo Sporeggio) Andalo si è svilppato come paese indipendente solo verso il 1600, anche se il progresso più marcato si è avuto verso la fine del 1800.
Nel corso degli ultimi decenni la nuova vocazione turistica ha mutato Andalo in un centro ben diverso e moderno, che conserva però evidenti tracce della sua natura contadina.















LA DORSALE GAZA PAGANELLA
Si tratta della una catena montuosa di modeste dimensioni, si estende infatti soltanto per una ventina di Km, parallela al Gruppo del Brenta da N-E verso S-O. le sue ridotte dimensioni non ne sminuiscono però certamente l'importanza, soprattutto per la posizione particolare che offre una serie di panorami del Trentino decisamente spettacolari.

Procedendo da nord verso sud troviamo il Monte Fausior (mt 1550), che si stende tra il passo Santel e la gola della Rocchetta, dalla Paganella (mt 1125) troncone centrale della catena nonchè picco più alto, poco più a sud tra questa e la cima Canfedin (mt 2034) si trova il passo di S.Antonio (mt. 1893) collegamento con il sottostante comune di Terlago.Infine, i monti Gaza (mt. 1985) e Ranzo (mt.1835) sono il limite estremo della catena, segnato dal fiume Sarca e dai laghi di S. Massenza e Toblino.
Tra queste due ultime cime, un'altra strada permette di raggiungere la valle, presso il comune di Covelo, attraversando Passo S. Giacomo (mt. 1963).

La catena Gaza Paganella divide la Valle dell'Adige dal massiccio del Brenta, formando nella parte di giunzione con quest'ultimo quello che viene chiamato l'altopiano della Paganella.

PAGANELLA
La Paganella con i suoi 2125 mt di altitudine è la cima piu alta della catena, e certamente anche la più rinomata, il suo versante ovest consiste in un pendio boschivo con pendenza piuttosto regolare, che scende verso l'altopiano, mentre sul lato opposto, il versante Est, cala a picco sulla valle dell'Adige con una parete rocciosa verticale.
L'ubicazione frontale rispetto alle cime ben più alte del gruppo del Brenta ne fa il luogo ideale per ammirare queste maestose vette, che per la conformazione della roccia all'alba ed al tramonto assumono delle colorazioni veramente uniche.
Al contempo sull'altro versante, a picco sulla valle dell'Adige, si ha una panoramica altrettanto bella, vi si può infatti seguire il percorso del fiume Adige, che proveniendo da Bolzano attraversa l'ampia valle pianeggiante, procedendo in direzione sud verso Verona, separando il gruppo di Brenta dalla catena delle Alpi Dolomitiche, delle quali si possono ammirare le cime del Catinaccio, del gruppoo di Sella, il monte Civetta, la Marmolada, le Pale di S. Martino, la catena del Lagorai, in una panoramica che dal confine meridionale dell' Austria arriva fino al Veneto.

La conformazione di questa montagna l'ha resa inoltre meta ideale per il turismo invernale, in funzione anche della buona organizzazione degli impianti sportivi e di risalita presenti.
Piuttosto noto anche il complesso di cavità carsiche denominate Grotte di Cesare Battisti, accessibili sul dirupo che da Becco di Corno scende nella Val Trementina sul versante Atesino, di notevole interesse speleologico. L'estremità più a nord della dorsale Gazza-Paganella è il Monte Fausior (mt.1554), Si tratta di una montagna prevalentemento boscosa, con alte pareti rocciose sulla valle del Noce, ma per gran parte composto da un irregolare altipiano, che ad est sovrasta il terrazzo panoramico di Fai della Paganella, mentre sul versante opposto le sue pendici, incontrano quelle del monte Fibion (mt.2675) (gruppo Brenta), formando la valle dello Sporeggio, nella quale troviamo i comuni di Cavedago e Spormaggiore.


ANDALO
IL PAESE
Incastonato tra la Paganella (mt 2125) ed il Piz Galin (mt. 2442, la caratteristica cima del gruppo delle Dolomiti di Brenta che sovrasta il paese di Andalo) è la naturale congiunzione tra la valle delle Giudicarie Esteriori e l'Anaunia. Steso su una larga sella prativa, presenta una struttura particolarmente frammentata.

Storicamente Andalo era suddiviso in 13 diversi masi: Ponte, Perli e Melchiori, in sponda sinistra del rio Lambìn, Clamer, Fovo, Monech, Bortolon, Casa Nova, Dos, Toscana in sponda destra, verso Fai della Paganella. Cadìn, Ghezzi, Pegorar verso il lago di Andalo. Questi masi sono venuti a congiungersi con il rapido sviluppo del paese a partire dal primo dopoguerra.
L'architettura tradizionale delle case di Andalo, (ancora visibile in alcuni edifici più antichi) è costituita dalla parte bassa dell'edificio svulippata in muratura, fino all'altezza del primo piano; la parte superiore tutta in legno, suddivisa in due o tre ripiani che servivano per il deposito del fieno.
Il tetto di scandorle (o scandole), tenute ferme da grossi sassi.

Nel primo dopoguerra, il paese di Andalo si sviluppò turisticamente quale luogo di villeggiatura e di cura climatico-estiva. Gli agglomerati originari sono stati assorbiti nel progressivo allargamento edilizio che ha apportato al luogo notevoli modificazioni ambientali.
Oggi Andalo è un centro turistico ricco di alberghi, Residences e strutture di accoglienza turistica, rinomato per l'invidiabile posizione ai piedi delle dolomiti e le moderne strutture sportive invernali.

SENTIERI E STRADE
L'ubicazione geografica di Andalo (MT.1041) è strategica nell'altipiano della Paganella: si trova infatti nel punto di incontro tra la statale n.421, strada che dall'Anaunia porta verso le Giudicarie e la provinciale nr.64 proveniente dalla valle dell'Adige attraverso Fai della Paganella ed il Passo Santel (mt.1030).
La centralità rispetto alla zona del gruppo Brenta e della Paganella, rende inoltre il paese di Andalo base di partenza ideale per una vasta gamma di escursioni. Dal paese si può imboccare il sentiero che porta a Pradel, e quindi verso le cime più note del gruppo del Brenta, ma si possono anche intraprendere sentieri e passeggiate sul monte Paganella.

IL LAGO DI ANDALO
A fianco della statale 421 che ad ovest di Andalo scende verso la valle dello Sporeggio, passando per Cavedago e Spormaggiore, si può vedere il lago di Andalo, un lago periodico di origine carsica infossato in una conca, la cui superficie può variare notevolmente a seconda delle precipitazioni ed alimenta attraverso il Rio Lambin il più grande lago di Molveno.


MOLVENO
IL PAESE
Molveno (864 m) è noto soprattutto per il suo meraviglioso Lago di Molveno, meta nelle stagioni più calde di turisti in cerca di sole e relax.
Il paese durante tutta la stagione turistica è nella sua parte centrale riservato alla circolazione pedonale, con un ben organizzato servizio di parcheggi lungo il perimetro, tutto questo consente di poterne apprezzare al massimo le caratteristiche di centro alpino.
Si può far risalire l'inizio della vocazione turistica di Molveno al secolo scorso, quando alpinisti tedeschi ed inglesi identificarono appunto nel paese di Molveno la base di partenza ideale per avventurarsi sulle Dolomiti di Brenta, al tempo scarsamente esplorate, oggi facilmente raggiungibili dai sentieri che partono in località Pradél oggi servita anche da una seggiovia, oppure (ed è uno degli accessi più frequentati) dalla valle delle Seghe (località in cui in passato numerose segherie sfruttavano i corsi d’acqua per funzionare) un percorso molto caratteristico, profondamente scavato tra le rocce del Croz dell'Altissimo ed il monte Dain.
IL LAGO DI MOLVENO
"Gemma purissima in superbo scrigno” lo definisce Antonio Fogazzaro.
Il lago di Molveno, il più profondo del Trentino (123 m) è raccolto tra il Gruppo del Brenta (ad ovest) e la dorsale Gaza- Paganella (est). Immissari sono il rio Lambin proveniente da Andalo, il rio delle Seghe e il rio Ceda (che invece scorrono dalle pendici del gruppo Brenta). L’emissario è invece sotterraneo.
Si fa risalire l'origine del lago di Molveno da uno sbarramento causato da una imponente frana che bloccò la valle:
All’inizio dell’anno 1952 il lago fu svasato per permettere la costruzione delle opere di presa della sottostante centrale di S. Massenza. Riemerse dal lago una foresta pietrificata, uccisa dall’acqua a seguito della formazione del lago. L’analisi con il carbonio 14 eseguita nel laboratorio di geologia nucleare dell’Università di Pisa ha stabilito che la formazione del Lago di Molveno risale alla prima età del ferro. (circa 3000 anni fa).

Il lago di Molveno è dal 1952 bacino idroelettrico, ma negli ultimi anni una maggior coscenza ecologica e l'ormai definitiva vocazione turistica della comunità di Molveno hanno sollevato critiche relativamente a questa situazione, le principali motivazioni sollevate sono legate alle estreme modificazioni apportate dalla trasformazione del lago in serbatoio idroelettrico: - variazione del regime idrico: notevole a seconda degli svasi e degli invasi
- variazioni di tipo chimico – biologico
- significative variazioni termiche dell'acqua
- variazioni cromatiche: prima della trasformazione in bacino idroelettrico il lago era celebre per la sua intensa colorazione azzurra. Fenomeno attribuito alla grande trasparenza delle acque.

STRADE DA E PER MOLVENO
Da Nembia, la S.S. n. 421 “dei laghi di Molveno e di Tenno” scorre sulla sponda orientale del lago. Raggiunge i primi alberghi di Molveno. Vista sulle Dolomiti di Brenta. La strada attraversa il ponte sul lago Bior, parte settentrionale del lago di Molveno che riceve il rio Lambin. La statale aggira il paese. Il percorso lungo tutto l'abitato sale repentinamente, ed il paesaggio che si presenta non appena ci si lasciano alle spalle gli ultimi edifici di Molveno è costituito da un interessante colpo d’occhio quasi a picco sul lago, nonchè una piacevole panoramica sulle Dolomiti e sui monti delle Giudicarie Esteriori. Ci si addentra poi nella foresta della valle incisa dal rio Lambin, che risale in direzione di Andalo.


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cosa ti avevo detto arma??????
Verlag Karl Baedeker a Morfy gli fa una sega.... :D ;)

e comunque morfy atsè propri esageratt:
arma ha detto che ci vuole passare qualche giorno mika tutta l'estate.... :D :D :D

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Chip quello è l'articolo che ho fatto per il Magazine numero 1 e il resto che c'è sotto sono i dati che avevo recuperato su internet.

Però hai ragione, sono esagerato.


Chip .. enculet :D :D ;) ;) così ora sei più sereno ahahahahahah


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morfy...hai mangiato la guida turistica per pranzo????????

la mia risposta al post è più sintetica:

bello ma basso...

IL MARE SERVE SOLO PER AZZERARE L'ALTIMETRO

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MINKIA Morfy !!!!
Non oso chiederti info sulla Val Gardena...
Mi esaurisci i pixel !! ;) ;) ;)

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I'm old now but I'm still running against the wind. (Bob Seger)


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cosa è la Val Gardena ? :D :D :D


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