Partendo dal Chicco pensiero (un po' contraddittorio sui fatti e le persone) credo che il suo scritto colga solo il lato del rivenditore e degli acquirenti finali.
Chiaramente la questione non può esaurirsi qui.
Anche il punto di vista delle case che producono e sono proprietarie dei marchi non può essere sottaciuto.

Una notissima casa di pasta non fornì, per circa un anno e mezzo, una catena GDO altrettanto famosa, appunto perchè non condivideva la politica commerciale e quindi a difesa soprattutto del proprio marchio decise di applicare questo "embargo".

Pensare che le aziende ed i commercianti siano tutti brutti e cattivi, non mi piace.
Se un commerciante applica un listino suggerito è nel lecito, se una casa difende il proprio listino è nel lecito, come e quanto un commerciante che applica una politica di vendita più aggressiva (quanto meno ad inizio stagione).
Per dire..... se la tal marca vede i prezzi sul mercato dei "suoi" prodotti poco allineati, che possono generare confusione nel consumatore, è normale che intervenga con quello che ritenga più opportuno.
Come è normale che il rivenditore sentendosi "asfissiato" da un'azienda troppo "presente" possa rivolgere le sue attenzioni verso altre case.
E', in soldoni, il libero mercato........ ai posteri l'ardua sentenza su chi è stato più lungimirante sull'evoluzione del mercato.
Anche perchè certi protezionismi mal celano inefficienze e impreparazione e le aziende, per quanto mi riguarda, mal si pongono come latori di altrui inadeguatezze.
Non credo, anche se non è bello "sbirciare" altrui comportamenti, che quanto sopra rientri nei loro compiti.




Nel caso di Mark la questione è molto semplice:

le aziende predispongono normalmente dei listini di vendita destinati al pubblico a prezzo "consigliato" o "imposto".
A volte, predispongono un solo listino d'acquisto (detto anche riservato), lasciando libero il commerciante di applicare il ricarico che vuole.
Nei primi due l'Iva dev'essere esposta, ovvero iva compresa.

Chiaramente l'imposto prevede vincoli "do ut des" contrattuali (tipo ad esempio la monomandatarietà le concessionarie di autovetture) e/o delle modalità contrattuali che, sempre per esempio, possono prevedere la "resa" (edicolanti).
In questi casi, appunto perchè i vincoli sono ben diversi e più stringenti del libero mercato di vendita, non solo sarebbe obbligato al rispetto del listino imposto dalle case, ma ogni forma di eventuale scontistica dev'essere concordata con la marca rappresentata.
Cosa che, per quello che so, penso che non sia il suo caso.




Nel suo caso, dato che ritengo che il suo inquadramento sia strettamente collegato al "libero mercato", la merce acquistata è giuridicamente sua (fattura), persino indipendentemente dall'avvenuto pagamento, tant'è che gli eventuali sequestri possono essere, su istanza motivata, disposti solo attraverso ordinanze giudiziarie.

Se non venduta sottocosto (al di fuori dei periodi leciti per legge -saldi, promozioni-) può essere tranquillamente rivenduta al prezzo che lui desidera. Analogamente anche la pubblicizzazione dei prezzi praticati è libera. Ogni altra clausola vessatoria riportata nel contratto (o copia commissioni) è improponibile come presunta inadempienza contrattuale.
L'unica eventuale "inadempienza" sono gli atti diminuenti, screditanti, rivolti alla tal marca, che chiaramente non possono riguardare il prezzo di vendita praticato dal rivenditore quando questo è da ritenersi equo a livello di ricarico.
L'equità, cosa controversa un tempo, oggi poi è sancita indirettamente dagli studi di settore (congruità e coerenza) e dato che l'Ornello Sport non è una onlus è naturale ritenere che il suo viaggiar in acque reddituali sicure sia acclarato.
Ergo, impossibile per un'azienda avanzare rimostranza e men che meno rivalersi nei suoi confronti a fronte di un prezzo ritenuto da parte terza (e che terza....) equo.
Rimane, quindi, una forma di pressione commerciale di tutta evidenza in contrasto, queste sì, con le regole di libero mercato.


Un solo aspetto potrebbe essere controverso: lo "sfruttamento" pubblicitario del prezzo di listino "consigliato" di una casa. Utilizzare questo, applicare lo sconto ed infine determinare il prezzo (fisso) d'acquisto all'utilizzatore finale potrebbe essere intesa come vendita "promozionale" sui generis, non ben chiaramente intesa come vendita promozionale della casa.
Per meglio chiarire, l'eventuale compratore non può distinguere se il prezzo finale sia dovuto all'intraprendenza del negoziante oppure direttamente alla casa produttrice.
Chiaramente tutto ciò al netto della disponibilità delle aziende.
Da questa non chiara percezione si può incorrere nelle lamentele (pretestuose?).
Per eludere questa possibile, ma lontanissima, evenienza basterebbe togliere tutti i prezzi-listino e sconti applicati, lasciando unicamente il prezzo già "scontato" con la scritta tipica del "prezzo riservato per acquisti on line"
Ciò risolverebbe, tagliando la testa al toro e con buona pace di tutti, anche il "problema" esemplificativo sollevato da Mark sul bonifico.

Tieni duro Mark, la crisi ha anche qualche lato positivo, spazzerà via negozianti poco onesti e pulirà un pochino il mercato premiando chi sa fare impresa davvero e non fregando il cliente.
La correttezza e l'onestà pagano sempre, sempre!!!!!
Per quanto riguarda il margine di guadagno essendo libero mercato non vedo il perchè ognuno non possa calcolarlo come meglio crede. Nel prezzo di acquisto c'è anche il cosiddetto "rischio d'impresa", evidentemente ci sono negozianti che rischiano più degli altri..........se non sopportano la pressione possono dedicarsi ad altra attività più rilassante.
Quando vedo come lavora Mark (oltre che solo ai suoi prezzi all season) e mi capita di confrontarlo con altri negozi qui nel Trevigiano (e sapete quanti ce ne sono anche di blasonati) mi viene da sorridere..........solo sorridere.
Grande Mark!!!
Ciao

Cris

In caso di libero mercato, anche un listino di vendita
del negoziante "arrotondato" all'insù rispetto a quello
"suggerito" dalle case è lecito!

Ma in questo caso non ci saranno telefonate di lamentele ed
il mercato naturalmente effettuerà (prima o poi) la scrematura.....

L'esempio precedentemente descritto da Tonio è non esatto.
Può essere che il negozio in affitto nel centro di una grande città
abbia degli estimi reddituali che impongano, pena chiusura....,
ricarichi superiori ai listini 'suggeriti'.

Non per questo possiamo reputarlo disonesto, caro sì, ma è la
legge di mercato, se non entrasse più nessuno nel suo negozio
i casi rimarrebbero due: o chiude o cala i prezzi........
tertium non datur!

Ciao,

Interessante lettura, molto interessante. Ma a questo punto mi sorge un dubbio.

Ieri blocco del traffico a Milano, in mattinata decido di fare quattro passi raggiungo l'ex Longoni sport del Portello (per farmi quattro risate). A parte quello noto due cose: a) Head Supershape Speed stagione scorsa con attacco P10 (se non ricordo male) a 600 eurozzi, della serie ogni giorno nasce un pollo beato chi lo spenna. b) I modelli di questa stagione hanno esposto sia il prezzo di listino che quello scontato (non è comunque conveniente).

Ma a fronte di quanto letto e successo, è corretto? Non è la stessa situazione? Non mi risulta siamo in tema di saldi, o almeno non ancora

Roby

Ciao omonimo....... eh eh eh!!!!!

Hai perfettamente ragione.
Al di là della convenienza, TUTTI, o quasi, applicano dal listino
delle case già da ora prezzi diminuiti del X%.
Non solo nelle catene, ma anche nelle vetrine di negozi normali
di rinomate località turistiche.
Questo perchè si può farlo (vedi sopra "listino cosigliato al pubblico")

La vendita on line però è un velo diversa, perchè estende all'infinito
la forma pubblicitaria. Morale come scrivevo sopra può generare, ma
ci vuole della malafede di fondo, confusione in merito al fatto se è
l'azienda stessa che propone il prezzo scontato oppure il negoziante.

Senza fare nomi......, in altri lidi di vendita on line mettono il prezzo
praticato e lo sconto, senza far alcun accenno al prezzo di listino
della casa. Altro modo per eludere ogni possibile fraintendimento ed
il possibile acquirente "mette nel carrello" l'articolo sapendo esattamente
il prezzo che dovrà pagare.

Chissà perché fin che si chiamava SkiPros nessuno sollevava problemi...

ma lo sai che io non ne conoscevo neppure l'esistenza?

Head Supershape Speed stagione scorsa con attacco P10 (se non ricordo male) a 600 eurozzi, della serie ogni giorno nasce un pollo beato chi lo spenna. b) I modelli di questa stagione hanno esposto sia il prezzo di listino che quello scontato (non è comunque conveniente).
Questa non è un prezzo scontato questa è una FRODE, non esiste nessun sci SShape speed con quell attacco!!! quindi il prezzo di listino è inventato perche ce sempre chi scambia un prodotto per un altro!

hai ragione Renn....................... hai ragione!!
anche se.. mi piacerebbe poter guadagnare di piu, Morfy e Mateo sono al corrente piu o meno dei guadagni che ho su sci e scarponi lavorando con il mio sistema e a volte è veramente difficile far capire al cliente che piu di li non si puo.... ma oggi e da un po di anni bisogno combattere con un mercato di cui fanno parte i negozianti di questo tipo:

quelli tipo me
quelli che non pagano le aziende ma le aziende continuano a servire
quelli che non pagano e svendono ( tanto mica sono suoi)
quelli che fanno prezzi bassi ma gli sci non li hanno
quelli che falliscono ma portano via la merce ( per venderla a nero) e fanno il concordato con le aziende al 50%
quelli che non comperano un cazzo ma si lamentano sempre
quelli gelosi
quelli invidiosi
quei maestri di sci che vendono gli sci per vie traverse
quei sci club che vendono gli sci fingendo di venderli ai loro associati
quelle aziende che non vendendo un cacchio danno sci e scarponi a enti che non centrano nulla ( tipo i pompieri) a prezzi bassisimi e questi li vendono agli amici
quei che li vanno a prendere in fabbrica( perche il magazziniere si mette i soldi in tasca e li ruba all azienda)
quelli che dovrebbero fare i Promoter e incece fanno ordini di sci fasulli per club e se li vendono a casa
quelli che erano una volta atleti in coppa del mondo che per sbarcare il lunario vendono sci porta a porta
quelli che hanno aperto un capannone di sci e scarponi rubati ad un negozio e li vendevano in interner


e potrei continuare per un po.......

Se grazie anche al mio modo di lavorare ( certo un po CORAGGIOSO) tutto questo tra 2/5710 anni sara milgiore grazie al fatto che tanti non reggono e tanti chiederanno oppure cambieranno settore merceologico.....io e i miei colleghi torneremo a guadagnare il GIUSTO ..... e forse qualcuno mi dira anche grazie!
mark

Mark, amico mio, si vede che è un po' che non segui gli altri forum, perché se no potresti anche aggiungere:

quelli a cui le case non danno un certo prodotto e allora scrivono su un forum sotto due - tre falsi nomi che quel prodotto fa schifo

c'è uno splendido post di questo tipo su Skiforum che riguarda i nuovi scarponi Fischer. Qualcuno di noi lo ha letto di sicuro.

Peggio di così...

L ho letto Renn, leggo tutto anche di la stai tranquillo MA non mi interessa creare casini ...IO non ho mai fatto il nome di un altro negozio usando lamentele... di la qualcuno si e un giorno non tanto lontano lo incontrero e stai tranquillo che tutto quello che gli devo dire ......................... ma senza usare la copertura di un forum ma bensi FACE to FACE
Mark

a questo punto Mark alza il telefono e chiedi spiegazione di quei listini....sarei curioso di sapere cosa ti rispondono...

per carità...la mia era una battuta....non mi azzarderei mai a dare consigli commerciali a Mark...



visto quello che ha costruito in questi anni, al massimo sarei io a chiedere consigli a lui se decidessi mai di mettermi a fare l'imprenditore...

Dalle mie parti si dice:"L'ACEDDU 'NTA JAGGIA O CANTA Pì 'NVIDIA O CANTA Pì RAGGIA".........si capisce o devo tradurre.........eh eh eh!!!