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Forse anche un po' dopo.....

A fine marzo ho visto la gara mondiale delle forze di polizia al Sestriere. ... beh.... quanti nomi che da ragazzini avevano vinto tutto erano lì e non in nazionale.....
È che da noi in italia i ragazzi vengono spinti troppo precocemente all'agonismo con il risultato che a 20 anni sono scoppiati (in tutti gli sport).

Non vengono calcolati i costi (anche 40 mila euro anno per un cat.giovani), lo studio, la futura attività lavorativa, gnocche/gnocchi, discoteca, la voglia di fare un we da 'ragazzo normale', gli infortuni (che in questo sport sono seri, lunghi da risolvere e spesso invalidanti), etc....

Quanti minicampioncini ho visto che persino adavano in Argentina in estate ad allenarsi. Ragazzi di talento, ma poi svaniti bel nulla.
Poliziotti? Carabinieri? Maestri di sci? Si certo, lavori seri, ma derivati dal fatto che gli studi sono stati subalterni all'impegno agonistico.

Prendiamo la Agnelli. Un super talento che da bimba e ragazza ha vinto tutto, poi due infortuni seri e stop per due anni. Ora ha 22 anni, è in nazionale, ma per ora le aspettative non sono quelle di quando era giovane. Speriamo che il suo talento riemerga.

Prendiamo Tomba. Fino a 22 anni era uno dei tanti e nessuno poteva immaginare che poi un giorno salisse sul podio degli dei dello sci.

No, per me sino al secondo anno giovani si deve avere un approccio alle gare più ludico senza che il ragazzo debba sentirsi gravato da responsabilità (spesso più indotta dai genitori ed allenatori). Poi a vent'anni c'è tutto il tempo per diventare un nuovo Tomba, perché fare le gare con un occhio di 'sguincio' non preclude il carattere agonistico e la possibilità di crescere tecnicamente del ragazzo.

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