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Furggen: te la racconterò a voce quando ci vediamo. O meglio sarebbe se te la raccontasse Daniela. Già, perché mi ricordo ancora tutti gli insulti con cui mi ha investito quando, usciti dal tunnel scavato nel ghiaccio che portava dall'arrivo della funivia all'aperto ha guardato giù

Poi, come ha sempre fatto, passato lo shock iniziale, siamo scesi. In pratica c'eravamo solo noi e, passato il primo muro tutto a cunette e non battuto (era troppo ripido per i battipista), si apriva una pista fantastica, praticamente deserta da godere come ricci. Il panorama, poi era impagabile. Non l'abbiamo più rifatta, perché la stagione successiva è crollata la stazione a monte e non l'hanno più ricostruita. Mettiamola così, come ho scritto sopra era una Porta Vescovo alle quattro del pomeriggio, solo parecchio più ripida.

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