Dopo aver condiviso per mesi la nostra passione alpinistica solo attraverso report, racconti e immagini sul forum o tramite telefonate, mail ed sms, ecco finalmente concretizzarsi l’occasione di organizzare qualcosa insieme, dopo essercelo riproposto ormai da tempo.
Gli impegni, la logistica, la distanza e quant’altro si erano sempre messi di mezzo per rimandare la cosa. ma stavolta ogni ‘difficoltà’ è stata superata.
Ci sentiamo quindi per telefono una ventina di giorni fa…
‘Il primo weekend di settembre salgo…metti giù qualche idea che si va’!!!’
Detto fatto…
Seleziono una serie di itinerari sulle montagne ‘di casa’ e li propongo a quello che sarà il mio compagno di salita. Dopo una serie di valutazioni la scelta ricade sul CARE’ ALTO e più precisamente la sua CRESTA EST (la via che volevo già salire il mese scorso quando poi ho dovuto ‘ripiegare’ sulla via ‘normale’).
La via si sviluppa lungo la dorsale est della montagna che culmina con la salita della sua bella ed elegante cresta rocciosa. Per raggiungere la cima si percorre un sentiero tra le morene, si risale la vedretta del ghiacciaio portandosi sotto la cresta, ci si arrampica su una parete liscia e verticale di circa 30 metri percorsa interamente da una fessura che si ‘segue’ dalla base alla cima (difficoltà di 3 grado, via da proteggere con nuts e friends), si percorre tutta la cresta cercando il percorso più logico arrampicando con passaggi molto divertenti (alcuni un po’ esposti), si raggiunge l’anticima, si attraversa la selletta finale della pala nord (l’arrivo della via normale che ho descritto nell’altro report. Da qui in poi il percorso per la cima diventa unico) ed infine con altri brevi passaggi di arrampicata su placche, lame e fessure si arriva alla croce di vetta. Insomma, una vera e propria uscita alpinistica completa anche se non particolarmente difficile.
E cos’ venerdì mattina di buon ora una fiat croma lascia le Marche, più precisamente Fermo, per spostarsi verso Brescia. L’appuntamento è fissato alle 11.30 al casello di Brescia est.
Su quella fiat croma viaggia un avvocato, marchigiano D.o.c…
L’avvocato Lorenzo ‘ Monix’…
Abbiamo optato per venerdì e sabato di modo che lui poi riuscirà a fermarsi da Italo e Ranier in quel della val di Scalve ed io riuscirò ad andarmi a vedere la gara di motogp a Misano con la girl…
in verità i nostri weekend si preannunciano ‘impegnativi’ già dal sabato sera: Lorenzo (non jorge ne…eh eh eh
) è atteso da una cena con ‘il duo di Angolo’ in quel del passo del vivione…
io sono atteso da un albergo a riccione dove ho una stanza prenotata…
ovviamente la nostra meta è stata scelta anche in base a questi ‘impegni’. Valutando infatti a tavolino le tempistiche di salita e discesa (con le tolleranze ed i margini degli eventuali imprevisti) concordiamo sul fatto che dovremmo farcela ‘tranquillamente’ a fare tutto. Già, dovremmo…eh eh eh…sul ‘tranquillamente’ poi ci sarà qualcosa da ridire…eh eh eh.
Torniamo a noi: ci si ritrova a brescia est alle 11.30 come stabilito. L’orario è buono e consente a Monix di sobbarcarsi un viaggio più sereno senza obbligarlo a levatacce notturne. La meta per il primo giorno è infatti il rifugio carè alto che necessita di 2 ore d’auto e 3-3,5 a piedi…
Le previsioni in trentino per il venerdì non sono affatto buone…già, il trentino…ebbene sì perché nonostante facessi gli onori di casa, alla fine saliremo su una vetta che non è propriamente una montagna di casa…il carè alto infatti è in territorio di trento (però fa parte del gruppo dell’Adamello, la montagna bresciana per eccellenza, di cui è la seconda cima più alta dopo l’Adamello stesso…eh eh eh).
Le previsioni non sbagliano. Quando, dopo aver passato tutto il lago d’idro, arriviamo verso Tione il cielo è carico di nuvole e l’aria è fredda…l’ultima parte di strada per arrivare al parcheggio da dove partiremo a piedi la facciamo sotto un diluvio pazzesco.
Giunti al parcheggio attendiamo che il temporale si sfoghi poi ci incamminiamo sotto una pioggia debole. Pian piano il cielo si apre e smette di piovere. Arriviamo al rifugio con le vette del Brenta baciate dal sole calante. I 1200 metri di dislivello dall’auto al rifugio procedono bene. Bagnati meno del previsto nonostante le ‘maledizioni’ di Italo…
Al rifugio saremo gli unici ‘ospiti’. Oltre a noi solo i gestori e loro famigliari…anche questo è un ottimo motivo per salire in giorni che non comprendano il week-end…
Una bella cena poi via a letto.
Sveglia alle 3.45, preparativi, colazione e poi partenza verso le 4.50 illuminati dalla luna piena e dalla luce delle nostre pile frontali.
La salita procede bene. Pian piano i colori del cielo cambiano, da nero a blu notte, da blu notte a rosso, da rosso a giallo-rosso-viola-blu, poi ecco il sole che nasce, le rocce si illuminano e si scaldano insieme ai nostri cuori. Il cielo poi diventa azzurro e blu intenso. Non ci sarà una nuvola fino al pomeriggio.
Fino alla parete sotto la cresta si procede bene, senza ‘difficoltà’ tecniche. Poi entrano in scena corda, casco, nuts, friends, rinvii, moschettoni, cordini, soste, piastrine ecc…la scalata entra nel vivo…
‘MOLLA TUTTO!...’
‘RECUPEROOOOO!...’
‘QUANDO VUOI…’
‘PARTO!...’
su, su e ancora su fino alla cima con panorami che man mano si aprono e si presentano in tutto il loro splendore. Lungo placche, fessure, tratti esposti, creste aeree, cercando prese, appigli, maniglie.
Ed eccola la croce di vetta, eccola la cima del carè. Un ultimo sforzo, le ultime insidie, le ultime rocce. Ora ci siamo. Complimenti Monix, sei in cima.
Qualche foto di rito, uno, due, tremila sguardi all’orizzonte a 360 gradi. Una bella stretta di mano e poi è già tempo di tornare giù.
Ci aspettano 2200 metri di dislivello per tornare al parcheggio…
Quindi via, si scende.
Scendiamo dalla via ‘normale’, lungo la pala nord…una laboriosa calata lungo una serie di corde fisse sporche, ghiacciate, rigide…
il discensore si blocca, l’autobloccante scorre a fatica…tra manovre, porconi e quant’altro ci caliamo…
perdiamo un’ora ma alla fine siamo sul ghiacciaio sottostante…lo attraversiamo tutto poi via belli rapidi giù per la pietraia, saltando tra un enorme masso e l’altro, passando su splendide placche lisce di granito, passando per il ponte tibetano, il rifugio, i gradoni, il prato, il sentiero, il sottobosco…giù, sempre più giù…le gambe vanno per inerzia…
fino alla macchina…eccola, finalmente…
…sono ormai le 18…io devo tornare a Brescia e poi partire per Riccione…
Lorenzo ha Italo e Ranier che lo aspettano e che lo hanno già chiamato al cellulare decine di volte…
Ma queste sono altre storie…
la nostra, di storia, invece finisce qui…
come si dice dalle mie parti: 'turna amò se ta set troat bè...'
alla prossima, Monix
la partenza dal rifugio...sguardi assonnati persi nel vuoto
dopo circa un ora di cammino accompagnati da una splendida luna piena, ecco che il sole decide di 'svegliarsi' e venirci a trovare
ora che il sole è alto nel cielo possiamo vedere quello che sarà il nostro itinerario
un particolare della splendida parete liscia che dovremo risalire per portarci sulla cresta
monix sul ghiacciaio che ci porterà all'attacco della parete
si inizia la bella scalata su splendida roccia scaldata dal sole. Ice sale...
...poi tocca a Monix...
in cima alla paretina...
con il gioco delle ombre...
da qui in poi si risale tutta la lunga cresta...
ogni tanto qualche 'protezione veloce' e soste 'fantasiose'
l'anticima...sullo sfondo si vede la croce di vetta...manca poco ormai
ed infatti poco dopo...
metto una foto sola come emblema del panorama...e cosa potrei mettere se non l'Adamello???
è ora di scendere...Monix pensa alla discesa e prima di partire...
...scrive testamento...
'ma cosa mi tocca fare???'
inizia a scendere...io lo assicuro dall'alto e lo 'spio'...
cucù!!!
...poi via con le calate lungo la pala...
Monix và...e intanto che io 'controllo' dall'alto chissà come mi maledice...
...
comincio a pensare che lassù sul libro di vetta abbia scritto davvero le sue ultime volontà...
...tocca a me...
ormai nei pressi del rifugio ultimi passaggi particolari
...ed infine ecco il percorso completo
in
ROSSO la salita, in NERO la discesa...le due vie poi si ricongiungono al rifugio da dove si torna alla
P di partenza...
ICE