Dal Corriere on line di oggi:

De Stefani: "Non è colpa della montagna..."

MILANO- «La montagna non si vendica. Non è assassina. Siamo noi ad aver perso il senso della misura, sottovalutando i pericoli che ci sono sempre stati». Fausto De Stefani, mantovano di 57 anni, è il secondo alpinista italiano. Ed è il sesto al mondo ad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli 8 mila metri. Insomma, è uno che la montagna la conosce, e anche bene. Per questo, quando si parla delle tragedie che si susseguono ad alta quota, punta il dito contro «il cambiamento della mentalità alpinistica». Perché come in tutte le cose, «non ci si può improvvisare. Bisogna imparare il mestiere con lentezza. E, possibilmente, con l'aiuto di qualcuno».

IL CAMBIO DI MENTALITA'- Certo, ci sono sempre le guide. Però loro per prime, «non rispettano più i tempi. Escono con qualsiasi condizione climatica, pur di guadagnare. Ed ecco che l'escursione diventa un pericolo». Una volta, «quando era brutto tempo si stava in baita a giocare a carte. Poi quando il tempo si rasserenava, si usciva. Ma adesso è cambiato tutto». Così come la società, di cui «la montagna è diventata uno specchio». La frenesia della città si è trasferita anche ad alta quota. Dove, però, la disattenzione e la scarsa preparazione, «diventano rischi per la propria vita». Ecco perché «quando si percorre un sentiero, anche se facile, bisogna concentrarsi. Non si può essere sbadati. Perché basta un attimo». E le morti si susseguono. «Anche perché la montagna attrae sempre di più il turismo di massa». Secondo De Stefani si cerca «un nuovo contatto con la natura. Da una parte, una sorta di fuga. Dall'altra il desiderio del silenzio e della pace». E così «abbiamo perso anche ogni conoscenza degli elementi naturali. Non si ascolta più la montagna che deve essere temuta. Mi fa paura chi non ha paura».

I CONSIGLI- Per questo sono importanti alcuni accorgimenti. Molti possono sembrare banali, «e proprio per questo, troppo spesso, sottovalutati». Si parte dalle scarpe («devono avere suole adatte per ogni terreno») per arrivare all'abbigliamento («anche se c'è il sole, bisogna portarsi dietro qualcosa di pesante». Così come lo zaino («completo di ogni dettaglio»). Perché se per caso ci si perde «non bisogna andare nel panico. È inutile continuare a correre su e giù dalla montagna. Quando arriva la sera, ci si deve fermare. Ci si veste con l'abbigliamento che si ha nello zaino per passare una notte al caldo». Insomma, la parole d'ordine è «niente panico». Inutile dire se cambia la mentalità dell'alpinista, poi non ci si può lamentare. «Un esempio? Un po' di anni fa quando si andava su un ghiacciaio si partiva alle due di notte. Per arrivare in cima all'alba. Oggi, tra le 10 e le 11, si possono trovare escursionisti ancora sulle pareti. Fa già caldo. E quando la temperatura aumenta, a pari passo arrivano anche i rischi». Insomma, è un altro modo per dire: «La montagna non è assassina. Siamo noi a sbagliare».

Benedetta Argentieri

sante parole!!
nel mio piccolo è quello che ho sempre pensato anche io.
la montagna va rispettata, temuta e mai sottovalutata!

Siamo alle solite: qualche incidente in montagna e i mass media sparano sulle "montagne assassine", un paio di incidenti sugli sci e tutti lì a sparare a zero sugli sciatori e sul rendere i caschi obbligatori, qualche annegato e via con il titoloni. Se ci fossero, specie in questo periodo dove c'è ben poco da raccontare, una o due persone che si facessero male sui pattini a rotelle, ci sarebbe chi ci si butterebbe a bomba, come si sono buttati sulla pericolosità del kite surf (si ciama così?). Ormai dovremmo essere abituati a questo tipo di giornalismo.

siamo alle solite????
mah
io sono semplicemente allibito, a me sembra una mezza strage...tra arrampicatori, alpinisti, fungatt, escursionisti, turisti, camminatori e cose varie sono gia' una trentina, forse anche una quarantina i morti dall'inizio della stagione....
e succede in Italia, sugli appennini come sulle alpi, sui versanti francesi come su quelli svizzeri....
non sto qui a fare discorsi di percentuali, di statistiche...d'inverno magari ci scandalizziamo (e giustamente, per carità....) per qualche incidente mortale sulle piste intasate da migliaia di praticanti...quest'estate ne stanno capitando tutti i giorni di disgrazie, spesso anche + d'una contemporaneamente e di ogni genere e tipo...chi viene travolto da frane, chi scivola in dirupi, a chi si sbriciola la roccia cui e' attaccato, gente esperta o anche espertissima come neofiti o improvvisati.....
evidentemente c'e' qualcosa che non va...
forse anche nelle montagne che per vari motivi non sono piu' le stesse....
due anni fa se non sbaglio aveva fatto notizia un crollo nella zona delle Pale...si parlava di Dolomiti che si sbriciolavano.....chissa', magari anche il carico di neve di quest'inverno.....voglio dire: se vai a camminare con le scarpe sbagliate magari puo' capitare che tu possa scivolare...ma se ti attacchi ad una roccia che e' sempre stata lì tranquilla magari su una via tracciata e quella decide di staccarsi in quel momento....beh lì non credo ci si possa far nulla....e' solo il tuo dannato destino...
sia come sia mi sembra che veramente quest'anno ci sia una vera e propria morìa di gente...
al punto che non credo si possa parlare solo di sfortuna, coincidenze o di statistiche....

mah... ci sono momenti in cui sembra che tutte le cose capitino insieme. Facci caso, un paio d'anni fa tra luglio e agosto sono caduti più aerei che nei cinque anni precedenti. Aprivi la televisione e c'era una sciagura aerea. Quando comincia qualcuno a lasciarci la pelle sugli sci, stai tranquillo che poi per qualche settimana succede sicuramente qualcosa d'altro, poi all'improvviso stop. L'anno scorso è stato l'anno degli annegamenti al mare, quest'anno a quanto pare è l'anno delle disgrazie in montagna, anche perchè sinceramente non vedo come si possano mettere in relazione le cadute in un crepacci ad alta quota da parte di guide esperte con i ragazzini in giro per funghi e con la signora che fa quattro passi su un sentiero e scivola giù. Vale sempre il detto che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.

ps: anche tu Chip a casa per ferragosto?

ovviamente....
e pure con suocera in casa appena sbarcata.....
una goduria.....si puote forse desiderare qualche cosa di meglio????? oh suvvia....


comunque tornando alla questione sono d'accordo sulla coincidenza di eventi sfortunati...ma piu' che di una coincidenza parlerei di una sommatoria...
non si tratta insomma solo di una congiunzione astrale sfavorevole ma di masse in movimento che perdono qualche pezzo per strada....magari anche perche' le montagne franano.....

Sto facendo più di un pensiero di fare una scappata a Cervinia domenica. Cosa ne dici?

per carità Renn.....per quanto mi riguarda di sci, se tutto va bene, se ne riparla a fine novembre....passo e chiudo visto che oggi e' pre-festivo

olè

ciao e buon ferragosto

Non é il mondo ad esser peggiorato: é l'informazione che é migliorata, ovvero é diventata molto più capillare...

Ai tempi dei nostri bisnonni gli incidenti tra i contadini di montagna, che portavano fieno o legna giù dai dirupi, erano all'ordine del giorno: la notizia arrivava al massimo nella città più vicina, come dire da Cevio (in Vallemaggia) sino a Locarno, ovvero a 30km scarsi di distanza.
Oggi se muore qualcuno su una sperduta vetta del Canada lo sa tutto il mondo.

Gli incidenti in montagna ci sono sempre stati e ce ne saranno sempre: solo che oggi, rispetto al passato, vengono divulgati a tutto il mondo grazie alla fitta rete informativa. Pensate solo a quante morti di sciatori avete sentito PRIMA di allacciarvi ad internet...

Poi c'é il discorso su come si gestiscono le notizie, ma questo é tutt'altro discorso.
Ora che non fa più così notizia, l'H1N1 é diventata quasi pane quotidiano: solo due settimane fa, però, se una persona si ammalava in CH, i giornali non perdevano l'occasione di ricordare che "nel mondo ci sono già stati 1430 morti per questa forma di influenza).
Ma lo sapete che, nella sola Svizzera, la normale influenza stagionale colpisce tra 100'000 e più di 300'000 persone, causando da 1000 a 5000 ricoveri e, a seconda dell'intensità dell'epidemia, tra 400 e 1000 decessi?
No, perché nessuno ne parla, é... troppo normale.
Io l'ho scoperto sul sito dell'UFSP (Ufficio federale della sanità pubblica della Confederazione Svizzera) in una campagna sulla vaccinazione contro l'influenza stagionale datata... 12 ottobre 2004!
Infine é innegabile che ogni media, a seconda della sua filosofia di divulgazione dalle connotazioni più o meno scandalistiche, ci metta del suo sino a distorcere la notizia stessa...

son d'accordo con dani e renn riguardo all'informazione tv!
poi la montagna è imprevedibile..puoi conoscerla benissimo e aver fatto la stessa scalata o ascensione/escursione 1000 volte...ma ogni volta cambia qualcosa, c'è qualcosa di diverso!! difatti non bisognerebbe mai sottovalutare nemmeno le cose più "facili" o che si conoscono bene!
basti pensare che qualche settimana fa son stata alle bocche del ghiacciaio...e come tutti ci ho girato dentro, fuori, sopra, sotto (lo usavano come passaggio per salire sul ghiacciaio e andare verso le cime)...2 giorni dopo son crollate totalmente!!! inesistenti! gente ci è passata al mattino per salire al ghiacciaio..e al ritorno non le ha più trovate!
basta un niente davvero in montagna...

@chip: quell'avatar mi ricorda una cabinovia che conosco...o mi sbaglio??

Brava Kicca, questo é un appunto importantissimo che l'autore dell'articolo non sfiora nemmeno: l'imprevedibilità causata dai repentini mutamenti meteo.

Ricordate la "chiusura" del Cervino nell'estate 2003 a causa del caldo torrido, ripetutasi nel 2006 (http://www.evk2cnr.org/it/evk2ftp/rassegna/cervino/260706epubblica.it%20cervino.pdf?

Ma scendiamo di uno scalino, ovvero passiamo dagli alpinisti a coloro che formano la "massa" del turismo di montagna estivo, ovvero gli escursionisti...

Quest'estate la neve a quote tra i 2000m ed i 2500m si é sciolta molto più tardi del solito (in certi punti é ancora ben presente), rendendo il terreno infimo e - contemporaneamente - creando molti grattacapi a chi si occupa della manutenzione della rete dei sentieri.
In Ticino abbiamo avuto diversi incidenti a causa di cedimenti di terreno sotto i piedi di escursionisti anche esperti delle zone, proprio a causa del ritardo dello scioglimento della neve e della manutenzione dei sentieri stessi.

Questo, ovviamente, é un fatto che non ha nulla a che fare (e non giustifica) il comportamento insensato di certe persone che se la vanno proprio a cercare, come certi "fungiàtt" che si feriscono (o si uccidono) perché ritrovatisi in situazioni e luoghi assurdi...

la neve di quest'anno non vuol davvero andar più via!!! a metà agosto ci son ancora tante zone all'ombra sui 2500 mt con ancora tanta neve!!! e il terreno è veramente scivoloso e scorre un sacco d'acqua in certi punti!! tutti pericoli in più se non si fa un po' di attenzione!!

anche questo fine settimana la montagna ha "preteso" un altro tributo di sangue...
sabato mi sembra che sul Bianco abbia perso la vita anche una guida alpina di una cinquantina d'anni, tradita dal cedimento di una roccia, quindi non il solito turista improvvisato....
del resto non e' una novita', anzi direi che mai come quest'estate capita a tutti indistintamente, esperti e non....
il che mi fa pensare a qualche responsabilita' indiretta....
come d'inverno ad esempio si avvisano gli sciatori pistaioli e free-rider del rischio valanghe, forse qualcosa di simile andrebbe fatto anche d'estate soprattutto in condizioni come quelle di quest'anno, magari ottimali in apparenza (ancora tanta neve...), in realta' spesso insidiose se non infide per chiunque...
troppa gente che scivola lungo sentieri gia' battuti, troppa gente travolta da rocce che cedono o da appigli che tradiscono...
ripeto, a me sembra una piccola strage silenziosa.....
magari niente in confronto a quelli che annegano al mare...ma comunque sempre troppi....


PS. x Kicca:
in quella foto sono sul troncone dell'Alpe....

non a Santa però ma all'Alpe di Lusia....
ciao ciao