Considerando che Fabio quest’anno mi ha preceduto, posso risparmiarvi i consueti preamboli ed entrare immediatamente in tema.
ATOMICLa scorsa stagione Fischer ed Head avevano rivoluzionato le proprie linee top di gamma; quest'anno è toccato ad Atomic rivedere in modo sostanziale i propri modelli, mentre le altre case si sono limitate ad apportare solo modifiche e miglioramenti ai loro modelli di punta, senza però stravolgerne le caratteristiche. In particolare, per quanto riguarda Atomic, la serie Doubledeck viene sostituita dai nuovi modelli G9 da gigante, S9 da slalom, X9 che sostituisce il vecchio Xt. Sono tutti attrezzi costituiti con struttura sandwitch, full camber ed adottano, in sostituzione del doubledeck, il nuovo sistema servotech (la barra/pistone che corre su tutta la parte anteriore dello sci) che ha il compito di tenere lo sci attaccato al terreno, e quindi aumentarne scorrevolezza e stabilità in qualsiasi condizione di neve. E se la tendenza degli ultimi anni è stata quella di rendere sempre più facili gli attrezzi top di gamma per renderli fruibili da parte di una gamma sempre più ampia di sciatori, Atomic non ha fatto eccezione: i nuovi sci sono più facili, meno cattivi dei precedenti modelli, pur non risultando certo banali. Sono attrezzi di gamma altissima e si vede, ma se piacciono, e tanto, allo sciatore esperto, non spaventano più come facevano un tempo chi ancora deve mettere a punto la propria tecnica.
Atomic G9 177 Come lo prendi in mano ti sorprendi di come lo sci sia stato alleggerito rispetto ai modelli precedenti: è il primo sci che ho provato a pista libera e millerighe ancora intonso ed è in queste condizioni che questo sci si esalta; facile ed immediato nell'entrata in curva, mantiene in modo impeccabile la traiettoria senza una minima sbavatura e soprattutto senza trasmettere la minima vibrazione allo sciatore. Rapido nell'uscita, senza trasmettere un rebound eccessivo o troppo aggressivo, non dà mai l'impressione di essere in difficoltà. Più lo fai correre e più risponde in modo impeccabile. Un ottimo attrezzo per alternare tutti gli archi di curva, senza richiedere un impegno eccessivo e soprattutto dando l'impressione di perdonare anche qualche sbavatura tecnica; se il GS D2 faceva dell'aggressività la sua caratteristica principale, questo G9 fa dell'equilibrio il suo punto di forza; dove il D2 rispondeva in modo sferzante, il G9 risponde in modo più dolce e ti infonde sicurezza, pur non cedendo di un pelo in fatto di prestazioni: lo sci ideale probabilmente per perfezionare il proprio bagaglio tecnico.
Atomic G9 183 Come capita sovente per i modelli da gigante, le versioni più lunghe sono quelle che danno maggiori soddisfazioni e non fa eccezione anche questo G9, che in 183 mantiene le caratteristiche di facilità e di fruibilità del fratello più corto, esaltandone la fluidità per tutto l'arco di curva e rendendolo ancor più piacevole da sciare. Nello stretto dimostra la stessa rapidità nei cambi del 177, ma è soprattutto nelle curve medio ampie che i sei centimetri in più si fanno apprezzare, conferendo a questo sci una risposta sempre assolutamente equilibrata, simile per certi versi a quella che offrono i modelli FIS/master e che non ricordo di aver mai trovato sui modelli negozio della casa austriaca. Io non avrei dubbi, dovessi scegliere, prenderei il 183.
Atomic S9 165 È il nuovo SL negozio della casa austriaca ed è quello che a mio parere beneficia maggiormente della nuova struttura sandwich e dell'aver perso il doubledeck che rendeva eccessivamente reattivo il vecchio modello, tant'è che sui modelli gara non veniva adottato. Infatti, se il D2 SL era sicuramente il più cattivo nella sua categoria, aveva però il difetto di non perdonare il minimo errore, pena trovarsi catapultati a gambe all'aria. Esigeva, in pratica, una sciata sempre precisa e dinamica, risultando quindi parecchio impegnativo ed affaticante se utilizzato per tutta la giornata. L'S9, invece, come il fratello da GS, è molto più equilibrato nel comportamento, meno scattante e "isterico “, risultando più godibile e quindi meno stancante. Questa nuova versione lo rende anche sicuramente più polivalente: se il D2 era il top nelle curve strette, ma diventava difficile da guidare in quelle ampie proprio per la sua reattività e la tendenza a chiudere in modo prepotente, l'S9 si comporta egregiamente anche nelle curve medio lunghe, senza perdere direzionalità o diventando "ballerino" all'aumentare della velocità, ma mantenendo sempre una compostezza da riferimento: uno sci assolutamente riuscito, che centra in pieno gli obiettivi che Atomic si è data nell'idearlo.
Atomic X9 175 Chi ha in mente il vecchio Xt, soprattutto nella prima versione, la macchina da guerra che arrivava direttamente dalle gare di parallelo di Coppa del mondo, probabilmente rimarrà deluso da questo nuovo X9, mentre chi sull'Xt non è mai salito, facilmente se ne innamorerà. Già, perché questo è un bellissimo allround top level, con una sciancratura intermedia tra GS ed SL, ma è uno sci "normale", che come i suoi fratelli più specialistici fa della fruibilità il suo punto di forza. Se l'Xt era scorbutico, ma obiettivamente entusiasmante, l'X9 è armonioso e divertente e, come gli atri modelli della nuova serie 9, sulla neve si comporta in modo perfetto, intuitivo in entrata curva e con una risposta più da race carve che da slalom, è lo sci perfetto per alternare curve di raggio, con cambi di ritmo e velocità differenti. E’ l’attrezzo perfetto per chi vuole uno sci per fare di tutto e di più, per andare a spasso e farsi otto ore sulla neve in tutto relax, ma che quando premi il gas risponde immediatamente…
…però non ti dà mai quella scarica di adrenalina che ti dava il predecessore “cattivo” Xt.
FISCHER Fischer RC4 The Curv 178 - NLo scorso anno non mi era piaciuto più di tanto e lo avevo scritto attirandomi così le ire di chi ne era rimasto assolutamente folgorato, per cui ho voluto riprovarlo anche in questa occasione. Beh, che dire, non ho cambiato idea e potrei riscrivere esattamente quello che ho scritto lo scorso anno. Infatti, con questo attrezzo non riesco a trovare il giusto feeling: troppo pesante per i miei gusti, per iniziare la curva devi entrare con una forza e decisione e allora lui fa quello che vuoi tu, restituendoti anche una buona spinta in rebound, però lo fa sempre con un attimo di ritardo, stessa cosa in fase di svincolo: per farlo girare in modo rapido nello stretto mi sono visto costretto a sollevare lo sci interno. Cambia la musica nelle curve ampie, lì è un bulldozer e non si scompone di un millimetro spianando tutto ciò che incontra, ma anche su questo terreno mi sembra sempre un po’ macchinoso e per farlo rispondere devi sempre entrare in modo deciso (devi “violentarlo” mi diceva scherzando Cesare). Rimango convinto quindi che è uno sci che richiede una sciata potente e sportiva per dare il meglio di se e capisco che sia lo sci perfetto per persone dotate, oltre che di un’ottima tecnica, anche di un fisico importante e di una sciata potente e sportiva, mentre io che ho una sciata leggera e poco potente, con il The Curv non riesco proprio a fare amicizia: non siamo fatti l’uno per l’altro.
Fischer RC4 GS 183Rossignol tre stagioni fa, lanciando la serie “master” è andata a colmare il vuoto lasciato dai “GS FIS donna”, dopo che la FIS aveva allungato le misure minime per partecipare alle gare di CDM. Dei vecchi “donna” questi sci, sui 180/185 cm di altezza ed un raggio che va dai 23 ai 25 metri, hanno ereditato una struttura “importante” e si rivolgono ad un pubblico di appassionati che desiderano qualcosa in più rispetto ai normali GS negozio. Ogni casa ormai ne ha almeno uno in catalogo e sono ormai “sdoganati” anche per sciare in campo libero.
Questo RC4 WC GS è il “master” di casa Fischer, un 23 metri di raggio che nel listino della casa austriaca va a far concorrenza agli altri “ex FIS donne”. Su questo sci potrei cavarmela dicendo solo: “se avessi potuto portarmi a casa uno tra tutti gli sci che ho provato in questo skitest non avrei avuto il minimo dubbio, sarebbe stato lui il prescelto!” Sci bellissimo, un fulmine nei cambi, veloce, stabile, lo metti ai piedi e ti fa volare… come prende lo spigolo diventa adrenalinico ed il rischio è veramente solo quello di farsi prendere la mano… Cosa dire d’altro? Che inviterei tutti i detrattori dei “coppa in campo libero” a farsi almeno un giro una volta su uno sci come questo e poi ne riparliamo, ma sarebbe tornare su un argomento trito e ritrito, per cui meglio glissare…
HEAD Head WC Rebels i.pro 180 Lo avevo provato lo scorso anno e l’ho riprovato volentieri anche in questa edizione, perché monta una piastra nuova, che ha per altro la possibilità di montare come optional il pistoncino anteriore che, anche in questo caso, dovrebbe garantire un migliore e più continuo appoggio dello sci sulla neve. A dire il vero, ne ho provati due diverse paia, perché il primo che mi è stato consegnato mi aveva lasciato del tutto basito: lo sci faceva fatica ad inserirsi in curva, risultando poi parecchio rigido e rispondendo in modo inusuale in fase di svincolo. Convinto che si trattasse dell’effetto “pistoncino” sono tornato al gazebo della Head dopo un paio di piste ed ho fatto presente le mie perplessità ad Estro. Una controllata ed il mistero si è chiarito: il modello che mi era stato consegnato aveva l’attacco montato un centimetro indietro rispetto allo standard. Sostituito con un altro “normale” ho ritrovato fin dalle prime curve la piacevolezza che anche questo modello, un po’ come tutti gli sci di questa casa, riesce a fornire (anche se il mio cuore, ma lo sapete già, resta comunque legato al modello precedente). Non chiedetemi se effettivamente, come dicono i tecnici di Head, la nuova piastra lo rende ancora più facile nell’entrata in curva o se il “pistoncino” fa effettivamente il proprio lavoro, perché per capirlo bisognerebbe probabilmente scendere dal modello 2017 e salire su questo; quello che posso dire è che rimane uno dei GS negozio di altissima gamma (il “master” con raggio over 23 di Head è l’RD), più equilibrato e piacevole da sciare. Se lo fai correre lui non fa una piega, se stringi il raggio di curva lui ti asseconda, se lo fai andare lui va… unica cosa, ed è per quello che preferisco la versione precedente, come ho scritto la scorsa stagione, a mio parere ha perso un po’ in personalità, ma questa naturalmente è solo la mia opinione.
Head WC Rebels i.sl 165 Avevo veramente voglia di provarlo, perché da felicissimo possessore di un i.sl in versione “pre grafene” ero curioso di vedere come la casa austriaca avesse reinterpretato questo modello. Purtroppo lo scorso anno gli amici di Head, sapendo che i clienti di Ornello prediligono soprattutto i modelli lunghi non lo aveva portato ai test, per cui la voglia mi era rimasta e finalmente quest’anno ci sono riuscito.
Devo dire che i due sci, il mio ed il nuovo, sono piuttosto diversi. Il mio ha un raggio di un paio di metri più lungo, il disegno della spatola e la sciancratura differenti. Inolte, il nuovo modello è più leggero e sottile grazie agli inserti in grafene. Il carattere però rimane abbastanza simile, ma anche in questo caso, come per i modelli “lunghi” la differenza si sente. Lo sci gira benissimo e non è mai difficile, si lascia guidare bene e risponde con immediatezza agli impulsi che gli trasmette lo sciatore, ma sfodera una grinta superiore rispetto al mio, è più “secco” nelle risposte, probabilmente più performante e “professionale”, ma meno giocoso. Se il mio i.sl è una sorta di macchina del divertimento, questo nuovo i.sl è più simile agli sci da gara, pur mantenendosi un attrezzo facile ed alla portata di molti. Come tutti gli SL, basta non arretrare, se no sono guai, ma rispetto ad altri modelli più specializzati, qualche errore lo concede. Promosso a pieni voti.
Head WC Rebels i.race 175 E’ stata la vera sorpresa in positivo di questo test, almeno per quanto mi riguarda. Lo avevo provato due anni fa, quando era stato presentato, in versione senza grafene e non mi era piaciuto più di tanto, perché mi aveva dato l’impressione di essere un i.speed che girava troppo, in pratica un GS con troppa sciancratura, piuttosto morbido e senza una personalità ben precisa. Devo invece dire che questa versione mi è piaciuta tantissimo. Il nuovo modello, a differenza del precedente, una suo carattere ce l’ha, ha acquistato in brio ed in esuberanza, aspetti sui quali difettava un po’, diventando una sorta di “supershape speed vitaminizzato” tanto da essere a pieno una valida alternativa dell’Atomic X9 e del Salomon XLab, vale a dire di quei modelli di alta gamma con sciancratura e raggio di curva intermedio tra un SL ed un GS. Probabilmente rispetto ai rivali, paga ancora un pochino in termini di prestazioni assolute, ma offre l’immediatezza e la facilità che ha sempre contraddistinto tutti gli sci di casa Head.
ROSSIGNOL Rossignol Master 18Lo sci, come i suoi fratelli più lunghi non è cambiato, ma adesso monta la piastra R21 e gli attacchi multicolore Kristoffersen limited edition. Come i fratelli, da un paio di stagioni è uno dei modelli di riferimento nella categoria “over the top”, per cui cosa aggiungere d’altro su questi sci che non sia stato ancora scritto? Il 18 è una sorta di slalom lungo, senza il rocker che hanno gli altri master 21 e 23 risulta più immediato, ma anche più dinamico e reattivo. E’ impressionante come entra in curva e come ne esce, restituendoti delle fiondate da fare salire la pressione sanguinea… bellissimo davvero, ma se sciato come si deve sicuramente impegnativo. Unico appunto, che vale per tutta la serie Master di questa stagione, la chiusura e l’apertura degli attacchi risulta parecchio difficoltosa e richiede una buona dose di energia, cosa che può diventare antipatica qualora ci si trovi in una situazione di difficoltà, magari dopo una caduta in un punto particolarmente ripido.
Rossignol Master 21E’ un grande classico, lo sci che ha creato una nuova fascia di mercato, quella degli sci con struttura e comportamenti dei FIS, ma con raggio di curva da GS negozio. E questa fama, dopo tre anni dalla presentazione se la merita ancora tutta. Pur avendo la stessa struttura del 18, il Master 21 da subito dà l’impressione di essere uno sci diverso, meno frenetico, più armonioso nelle risposte, più equilibrato, con l’entrata in curva rapida e precisa, agevolata da un rocker deciso anche se non invasivo, un sostegno da riferimento, una fluidità nel centro curva che si fa apprezzare, senza una sbavatura o un minimo cedimento, un rebound mai esagerato ed uno svincolo immediato lo rendono, per i miei gusti, più piacevole da sciare del fratello più corto.
Rossignol Master 23Lo sapete già, io sono innamorato di un certo tipo di sci… se aggiungete che i FIS della casa francese, i 183 donne in particolare, da sempre sono stati i più piacevoli da sciare in campo libero e che questo M23 ne ha ripreso in buona parte le caratteristiche peculiari, addolcendone ulteriormente il carattere, il gioco è fatto. Rispetto al 21, il 23 è più armonioso, più equilibrato, più “pastoso”. Come il 21 è una scheggia nell’entrata in curva, ma non richiede più sforzo per farlo girare, anzi… il resto poi è tutta una sinfonia. Certo, probabilmente non è lo sci più adatto per farci le vacanze di Natale sul Sellaronda o per fare esercizi a bordo pista, ma se lo tratti con delicatezza ed un pochino di attenzione può essere un compagno fedele anche in condizioni di pista “normali”… già, perché quando poi trovi un tratto libero…
Rossignol Hero Elite LT 176Prima di adesso l’avevo provato un po’ in tutte le condizioni e mi era piaciuto, ma soprattutto l’avevo apprezzato con la piastra racing, per cui avevo voglia di fare un giro sullo stesso sci anche in versione standard per verificarne le differenze. Per metterci le mani sopra ho fatto un po’ di fatica perché era uno dei più richiesti e quando ci sono riuscito, praticamente a fine test, il paio che ho provato era ormai senza lamine. Me ne sono accorto subito dopo un paio di curve, ho provato ad invertirli, ma niente da fare, zero tenuta. Meglio scendere con il freno a mano tirato e rimandare la prova ad un’altra occasione.
SALOMON Salomon XLab 175Il discorso fatto per l’Atomic Xt/X9 temo valga anche per il “gemello diverso” transalpino. Provandolo, mi ha dato l’impressione di avere ai piedi l’X9 senza servotech: stessa leggerezza, stessa impostazione, stesse sensazioni piacevoli di avere sotto ai piedi un attrezzo sincero ed equilibrato, anche se rispetto alla versione precedente ha perso un po’ di quella vivacità che lo rendeva un vero purosangue, anche se più equilibrato e divertente dello stesso Xt.
VOELKL Voelkl Racetiger GS UVO 180 E’ lo sci della stagione scorsa, ma con una grafica completamente rivisitata e con piastra/attacco Piston. Dei GS negozio presenti al test è l’unico che ha mantenuto un rocker piuttosto accentuato, che gli conferisce un comportamento particolare: lo sci è facilissimo, ma dà l’impressione di voler sempre essere tenuto su di giri per rendere al meglio, mentre a bassa velocità è un po’ lento nel prendere lo spigolo (cosa che mi aveva segnalato anche il Magister), sensazione che sparisce con l’aumentare della velocità e del raggio di curva, fino a diventare inebriante quando lo fai correre… occhio però a non esagerare, perché mi ha dato l’impressione che lo sci lavori prevalentemente sulla parte posteriore, forse proprio a causa del rocker, e che non ti avverta in modo significativo in caso dovesse andare in crisi. Mi piacerebbe riprovarlo su fondo più duro prima di dare un giudizio definitivo.
Voelkl Racetiger SL UVO 180 Da sempre considero questo modello il migliore di tutto il catalogo della casa tedesca e sicuramente uno dei migliori slalom in circolazione. Anche lui, come il modello da gigante, è stato oggetto di una completa rivisitazione grafica e monta, almeno nella versione che ho provato io, ma credo sia un optional, la piastra/attacco Piston, mentre la struttura dello sci è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quello della scorsa stagione. Anche lui ha un rocker in punta, ma meno invasivo rispetto al GS, che lo rende facilissimo da far girare. Come il modello più lungo, a bassa velocità ti sembra un pelo lento nell’entrata in curva ed anche lui come il fratello da gigante si esalta non appena acceleri e ti butti dentro le curve. Paradossalmente mi è piaciuto di più sul lungo che nello stretto, dove anche a velocità notevoli per uno sci con un raggio di curva teorico di una dozzina di metri non fa una piega e non mostra la minima sbavatura, tant’è che probabilmente, ma è da sempre una sua caratteristica peculiare, è tra gli SL più polivalenti in circolazione; uno sci quindi da poter sfruttare anche come un allround a tutto tondo, ma che se lo metti alla frusta ti proietta da una curva all’altra come pochi altri SL sanno fare.
Come al solito, un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere fino a qui.
Ps: come di consueto riporterò queste note, con le opportune modifiche dovute al diverso contesto, anche su SF.