D'accordo con Mark apro il post relativo alle recensioni sugli sci provati. Rimando al profilo Facebook di Mark dove è presente un’ampissima documentazione fotografica dell’evento e dei materiali testati.Sembra ieri quando ho partecipato per la prima volta al test che Ornello Sport organizzava a Passo Monte Croce ed invece questa per me è l’undicesima volta. In questi anni di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, sono successe tante cose, molte piacevoli, qualcuna no ed ha segnato in modo significativo la vita di alcuni di noi, ho conosciuto diverse persone, alcune con il tempo le ho perse di vista, con altri invece è nata una vera amicizia. Quindi assolutamente non potevo mancare anche a questa edizione, che come al solito è stata organizzata in modo impeccabile da Mark, malgrado come sappiamo tutti, avrebbe avuto delle validissime ragioni per annullare tutto. Un grazie particolare, come al solito, deve andare ai rappresentanti delle varie case, sempre disponibilissimi e pazientissimi nel soddisfare tutte le nostre richieste e curiosità. Infine lasciatemi formulare i più sinceri auguri di pronta guarigione a Chicco, che proprio all’ultima pista è caduto procurandosi una frattura alla clavicola.
Ma entriamo nel dettaglio. Mi sembra di poter affermare che ormai da un paio di stagioni il campo di battaglia sui cui si stanno sfidando le principali case sia quello degli allround top, sci derivati dagli SL, ma allungati ed addolciti nel comportamento per essere proposti come valida alternativa ai GS negozio che prima la facevano da padroni assoluti nell’ambito dei modelli top da pista. In questo contesto sono nati per primi gli Atomic XT, poi l’XLab di Salomon ed a seguire l’i.race di Head. Sci che proponevano - e propongono - la stessa struttura dei modelli top, ma con sciancrature e raggi intermedi tra un SL ed un GS. Erano entrati sul mercato in punta di piedi, come dei prototipi, dei prodotti di nicchia, quasi per saggiarne le potenzialità e verificarne il successo. Ed il successo, soprattutto per l’XT è risultato strepitoso. Solo che, soprattutto i primi XT, essendo derivati da un SL FIS risultavano un po’ troppo impegnativi per un’utenza normale che vuole divertirsi sulla neve senza dover per forza di cose massacrarsi le gambe. Per cui oggi sul mercato sono arrivati sci più facili, più “turistici” se mi passate il termine, con cui farci anche la settimana bianca ed in grado di soddisfare una fascia di utenza molto più ampia. Uno sci “totale” per la pista, probabilmente lo sci del futuro. E per chi non si accontentasse e volesse ancora di più? Beh, basta prendere il modello standard, montargli una piastra gara ed il gioco è fatto…
ATOMICLa scorsa stagione la casa austriaca aveva rinnovato radicalmente la propria gamma lanciando la serie 9, G, S ed X, tutti dotati del nuovo sistema di ammortizzazione
servotec , che andavano a sostituire i precedenti GS, SL ed XT della serie doubledeck. Quest’anno ha rivisto la grafica degli X9, adesso proposti in un colore verde che può piacere o meno, ma non li fa passare certo inosservati, affiancando al modello “normale”, un modello che possiamo definire “master” che monta la piastra/attacco racing e che ne cambia totalmente il carattere.
Atomic X9 175 racingQuesto sci è stato in assoluto la star del test; in pratica, come dicevo sopra, è l’X9 dotato della piastra racing, ed è la dimostrazione pratica di come questa componente sia fondamentale negli sci moderni. Questo modello infatti, pur mantenendo l’estrema leggerezza del fratello “normale”, già dalle prime curve dimostra di essere sostanzialmente diverso nel carattere. Dell’X9 infatti ha la facilità e l’immediatezza, tanto che ti sembra di averlo sempre sciato, ma appena si accelera ci si rende conto di come sia decisamente più sostanzioso; reattivo il giusto, non è mai bizzoso o imprevedibile nelle risposte, anzi invita quasi ad aumentare la velocità; più si va forte più lo si sente piantato a terra, è rapido come un SL, ma ha una tenuta ed una precisione ad alta velocità tipica di un GS, e di quelli fatti bene per giunta. Il meglio di se lo dà soprattutto nei cambi di ritmo e di raggio dove diventa veramente una macchina da guerra: gira in un lampo e non ha mai un tentennamento, mai una sbavatura, mai una risposta imprevista, lo metti lì e lui sta lì, ti infonde una sicurezza che pochi altri sci riescono a dare.
Quando lo scorso anno avevo provato l’X9 avevo concluso la mia recensione scrivendo
“E’ l’attrezzo perfetto per chi vuole uno sci per fare di tutto e di più, per andare a spasso e farsi otto ore sulla neve in tutto relax, ma che quando premi il gas risponde immediatamente… però non ti dà mai quella scarica di adrenalina che ti dava il predecessore “cattivo” Xt.” ,
beh, adesso posso scrivere tranquillamente:
“bentornato XT” , anche se dell’XT questo X9 racing (passatemi il termine perché non so quale nome commerciale abbia) ripropone tutto il buono, ma perde quella scorbuticità che contraddistingueva il suo illustre predecessore delle primissime edizioni che lo rendeva parecchio impegnativo e non alla portata di tutti. Cosa aggiungere d’altro? Solo un consiglio, se ne avrete l’occasione, provatelo, sono sicuro che ve ne innamorerete, come se ne sono innamorati tutti quelli che ci sono saliti sopra in questi due giorni.
PS: ma proprio verde dovevano farlo? Mah…
Atomic X9 175 A distanza di un anno ho voluto riprovare l’X9 in versione “standard”, che come dicevo rispetto al modello precedente presenta sostanzialmente solo una veste grafica diversa, verde appunto, ed un attacco dedicato sempre in tinta. Beh, cosa dire? Potrei fare copia e incolla di quello che avevo scritto lo scorso anno: sci sincero, intuitivo, mai impegnativo, perdona molto e resta sicuramente ai vertici della sua categoria, quella degli allround top, in grado di perdonare eventuali errori di impostazione e quindi accessibile ad un’ampissima fascia di potenziali utenti. Uno sci perfetto per chi si vuole divertire, senza avere ai piedi un attrezzo troppo impegnativo e stancante… certo che dopo aver provato la versione racing…
FISCHER Dopo la rivoluzione The curv degli anni precedenti, questa stagione Fischer ha dedicato la propria attenzione prevalentemente al mondo scarponi, lasciando praticamente invariata la collezione sci. E’ stata quindi l’occasione per riprovare un grande classico della casa austriaca.
Fischer RC4 WC SC 165Da qualche anno non salivo su questo modello, che a pari del fratello RC ha fatto la storia della casa austriaca. In questa versione è bellissima graficamente, a parte il buco tappato in punta che non mi è proprio mai piaciuto, e presenta la soletta giallo fluo che è ormai diventata un must per i modelli race di Fischer. L’ho provato sabato pomeriggio con la pista ormai molto sfasciata, che obbligava a continui cambi di ritmo e a girare costantemente su fondo durissimo per evitare i mucchi di neve che si erano ormai creati. Solo in alcuni tratti, quelli più pianeggianti ho potuto farlo correre impostando qualche bella curva da gigante. Forse perché in questi due giorni ho provato un paio di modelli da speciale che hanno un carattere ben più sostanzioso, devo ammettere che mi ha un pochino deluso. Per i miei gusti, infatti, è forse troppo SC e un po’ troppo poco SL, piuttosto diverso da come me lo ricordavo io. E’ facilissimo, tollera tutto, ma manca di mordente. Non lo puoi mettere piatto perché comincia a muoversi, se allarghi il raggio di curva e soprattutto se aumenti la velocità lo senti che diventa ballerino. Ok è pur sempre un derivato da un SL, ma rispetto ai prodotti top della concorrenza mi sembra di un gradino sotto. E’ anche vero che Fischer anche per il corto raggio punta ormai sul The curv in misura corta, ma un pochino di cattiveria in più da uno sci come questo me la sarei comunque aspettato. Lo consiglierei a chi vuole uno slalom carve facilissimo e poco impegnativo, che non sia però alla ricerca della verve tipica dei gara da pali stretti.
HEAD Head da tempo ha adottato – e giustamente a mio parere – la filosofia del “cavallo che vince non si cambia”, per cui anche in questa stagione ha mantenuto praticamente invariate le sue serie top, world cup e supershape, aggiornandone solo la grafica della prima ed introducendo una nuova finitura nei supershape che ne aumentano notevolmente la resistenza ad eventuali graffi o urti superficiali. Però una novità c’è, e che novità…
Head WC Rebels i.race pro 175 Come l’i.race 2018 era stata la risposta di Head all’Atomic X9, questo i.race pro vuole essere il concorrente per il nuovo X9 racing e proprio come il suo rivale di Altenmarkt lo ha dotato della piastra gara che già da qualche stagione è presente sul modello da gigante. L’ho provato come primo sci domenica mattina su una pista ancora immacolata e devo confessare di essermi divertito un mondo. Se avevo definito l’i.race normale un supershape speed vitaminizzato, beh questo pro può a sua volta essere considerato un “super i.race”. Gira solo a pensarlo, ma come tutti gli Head, lo fa con naturalezza, non è particolarmente cattivo, però trasmette emozioni vere, è facile, ma mai banale, se lo fai correre va che è un piacere, e proprio come l’Atomic ed il nuovo Salomon race pro di cui parlerò in seguito, ti infonde estrema sicurezza non appena imposti la prima curva. Ti sembra di averlo sempre sciato e quasi ti inviti a spingere ed ad alzare sempre più l’asticella. Rispetto ai suoi due concorrenti mi è sembrato che questo Head giri ancora di più, malgrado abbia lo stesso raggio teorico, pur offrendo la stessa tenuta e precisione quando allarghi le curve e soprattutto aumenti la velocità. Sono convinto che anche il solo cercare i limiti di questa tipologia di sci sia praticamente impossibile per uno sciatore normale, perché nello stretto si comportano tutti come degli SL, anche se sono sempre più facili e perdonano di più dei modelli specializzati, e quando li fai andare vanno come e più di uno sci da gigante. Unica avvertenza, sono pur sempre degli sci con sciancrature aggressive, stretti al centro, per cui un pizzico di accortezza bisogna pur mettercela, perché non amano per niente le internate e nella fattispecie possono diventare pericolosi.
ROSSIGNOL Grandi novità in casa Rossignol per la stagione 2018/19. La casa francese se ha solo aggiornato i master con una nuova piastra che ne accentua ancora di più il carattere sportivo, ha praticamente rifatto il suo modello di punta, l’HERO LT TI.
Rossignol Master 18 175Tutti gli anni lo prendo e ci faccio un paio di giri, e tutti gli anni mi stupisco di quanto sia centrato questo sci. Non so se si può mettere a confronto con gli altri modelli di raggio intermedio “master”, come l’X9 racing e via dicendo, perché il 18, pur essendo più “slalomeggiante” dei suoi fratelli più lunghi, ha pur sempre un raggio superiore di tre metri rispetto ai suoi potenziali concorrenti, ma soprattutto mantiene una struttura più da FIS. E’ lo sci da archi per eccellenza, gira parecchio, ma richiede un discreto sforzo per farlo girare, devi caricare bene la spatola e schiacciare come si deve, e allora lui ti ripaga, come ha sempre fatto, con una risposta a dir poco entusiasmante. Non saprei dire se la nuova piastra ne ha modificato in modo significativo le prestazioni, per poterlo fare bisognerebbe scendere dal vecchio modello e salire sul nuovo, ma di sicuro posso dire che è rimasto un grandissimo sci, anche se comunque più impegnativo di un normale sci da pista “negozio”.
Rossignol Master 21 180E’ un altro dei mei sci favoriti. Invece questa volta proprio non mi sono trovato a mio agio. Fin dalle prime curve non sono riuscito a farlo girare, le ho tentate tutte, ho provato a caricare la spatola, niente, ho provato ad alleggerire la pressione, niente, ho provato a pilotarlo con i piedi, un po’ meglio, ma di poco, proprio non riuscivo a farlo entrare in curva. Ho fatto una seconda pista, pensando che magari dovevo riprendere un po’ il feeling con un gigante vero dopo aver sciato per la maggior parte del test con sci di raggio inferiore (ero appena sceso dall’X9), ma non c’è stato verso… non sono proprio riuscito a farlo andare dove volevo, tant’è che sono sceso piano piano, non nascondo con una buona dose di paura, e l’ho restituito volentieri agli addetti Rossignol, facendomi consegnare il nuovo LT TI. Una preparazione troppo aggressiva per le condizioni della pista? Mah… anche Cesare, che mi aveva preceduto nella prova e che me lo aveva ceduto, non si è trovato a suo agio e come me ha avvertito una estrema difficoltà nel farlo girare… Di sicuro per questa volta non posso esprimere un giudizio, per cui mi riprometto di riprovarlo in altre circostanze.
Rossignol Hero LT TI 177Avete letto bene, non è un errore, la misura è proprio 177 e non più 176 come nella versione precedente. Già perché del vecchio LT TI questo nuovo modello mantiene ben poco, il rosso della serigrafia, la grafica che richiama il vecchio modello e poco altro. Come in passato anche il nuovo sci viene proposto in due versioni, con piastra normale e con piastra racing. Io mi sono fatto dare volutamente il modello standard, che ritengo dovrebbe essere quello maggiormente venduto. Scendendo dal master, che pesa una tonnellata, lo senti piacevolmente leggero, ma non eccessivamente da insospettirti sulla tenuta; inizi a sciarlo e ti rendi conto di quanto sia facile da far entrare in curva, fai una serpentina e lui la fa con dolcezza, aumenti la velocità e risponde bene, cominci a spingere e non fa una piega, sempre prevedibile, mai impegnativo, anche se dà l’impressione di avere ancora tanto a disposizione.
Quando si va a sostituire un vero e proprio best seller com’è stato per anni l’Hero LT TI, si rischia sempre parecchio, ma in questa occasione mi sembra di poter dire che l’obiettivo sia stato pienamente raggiunto. Questo nuovo LT è un gran bel race carve gigante, che sono convinto come il predecessore avrà un enorme successo, perché è sincero nelle risposte, mai difficile, adatto sia a chi deve ancora migliorare il proprio bagaglio tecnico, sia a chi, pur essendo dotato di un’ottima tecnica, ma magari non di una preparazione atletica adeguata, vuole un attrezzo non eccessivamente impegnativo, ma comunque appagante e divertente. E per chi vuole qualcosa di più? Beh, come in passato può sempre sceglierlo in versione con piastra racing.
Unico appunto che posso fare: io proprio non riesco a trovarmi a mio agio con gli attacchi Rossignol, che faccio sempre fatica a chiudere e soprattutto ad aprire, pur tarandoli a 8 din che non è certo una misura estrema. Sarà magari l’abitudine, ma li trovo decisamente macchinosi e mi chiedo sempre se dovessi trovarmi per terra su un muro di una nera, come riuscirei a cavarmela.
SALOMON Salomon ha rivisto completamente tutte le sue linee top. Spariscono gli XLab, che vengono sostituiti dai nuovi Race pro ed entra in catalogo anche un SL 165 che affianca i consueti 175 e 182, gli XRace lasciano il campo ai Race Rush, che finalmente presentano modelli specifici da SL e da GS, ed infine la serie XMax, allmountain 100% pista, viene soppiantata dai Blast.
Salomon Race Pro 175Sostituisce l’XLab, ma ne mantiene tutte le caratteristiche che hanno fatto la fortuna di questo sci: immediatezza, velocità nei cambi da urlo, risposte sincere e mai troppo nervose, tenuta sulle curve a lungo raggio da sballo. Se poi sia stato rifatto totalmente, come ci hanno garantito gli uomini Salomon, oppure sia una semplice rivisitazione del vecchio XLab non lo saprei dire, ma sicuramente stiamo parlando del degnissimo concorrente dell’X9, anche se forse un pelo sotto alla nuova versione racing del gemello austriaco. In ogni caso, uno sci da riferimento assoluto in questa categoria.
Salomon Race Pro 165E’ la versione SL top di gamma negozio, che va ad affiancarsi ai più classici 175 e 182. Bell’attrezzo sicuramente, ma forse un po’ troppo cattivo per essere pienamente godibile in campo libero. Declinato in questa misura, a mio parere naturalmente, risulta un po’ troppo duro e reattivo per essere un “negozio”, anche se proprio per queste caratteristiche permette di darci dentro anche nel dritto e raggiungere anche velocità inavvicinabili per altri SL commerciali. Meno equilibrato dei fratelli più lunghi, risulta molto simile un SL FIS, e questa cattiveria la paghi, perché richiede sicuramente un impegno superiore, per cui mi dà l’impressione che tenerlo ai piedi per tutta la giornata, sciandolo come merita, può risultare parecchio faticoso. Proprio per questo motivo, al contrario di altri slalom più giocosi e tranquilli (io sto sciando praticamente da inizio stagione con un Head i.sl) non credo possa essere lo “sci unico” da tenere in rastrelliera, a meno di avere una preparazione fisica adeguata, ma sarebbe da alternato ad un bel race carve GS per quando si vuole andare a spasso o semplicemente farsi una bella giornata rilassata.
Salomon Race Rush GS 175Non ho mai fatto mistero che il precedente XRace non mi è mai piaciuto più di tanto. La filosofia di avere un unico modello in varie misure senza differenziarne in modo netto le specificità tra slalom e gigante non mi ha mai convinto, perché a mio parere questo sci non era né carne né pesce e non mi dava alcuna sensazione particolare in nessuna misura. Ora finalmente Salomon è tornata sui propri passi e propone due linee differenti, un SC ed un GS negozio. In pratica questa nuova linea si rivolge agli appassionati che vogliono qualcosa di derivazione race, ma non troppo esasperato, un concorrente diretto quindi ai vari Supershape speed, Hero LT TI e simili, uno sci per divertirsi su qualunque pista ed in qualsiasi condizione di neve, senza risultare mai eccessivamente stancante. E sicuramente i progettisti ci sono riusciti, perché questo bel RC risulta piacevolissimo da sciare. Rispetto al fratello cattivo Race Pro ha una sciancratura meno aggressiva ed un centro di 5 mm superiore ed un raggio 17 nel 175, che se non gli conferiscono l’oscar nella categoria “velocità nei cambi” o in quella della “brillantezza”, gli garantiscono però una fluidità di comportamento notevolissima. In fatto di performance non è il numero uno sul mercato, ed ammetto che continua a non essere il mio race carve preferito, ma devo riconoscergli che mette sul tavolo un comportamento estremamente equilibrato, tant’è che su alcuni tratti di pista abbastanza deserti, considerando che l’ho sciato durante l’ora di pranzo, mi sono quasi stupito di come possa andare forte senza quasi darlo a vedere e soprattutto senza incutere mai soggezione in chi ci sta sopra.
Ps: qualcuno si stupirà, conoscendomi, che non abbia provato il 175 e non il 180. Ho optato per questa misura semplicemente perché il 180 non era presente al test, considerando che il 175 è la misura di punta, che viene ritenuta adatta ad un pubblico molto più ampio di sciatori rispetto al 180.
Salomon Race Blast 175E’ il nuovo “XMax”, uno sci allround, o allmountain 100% pista come si dice adesso, che ha tutte le carte in regola per giocarsi il ruolo di numero uno in questo settore, che se in Italia è un po’ snobbato, nel resto d’Europa è quello che fa i maggiori fatturati e traina tutto il settore. La prima cosa che noti prendendolo in mano è la soletta bicolore nero-blu che lo contraddistingue. C’è un motivo per questa differenziazione che non è puramente estetica, ma strutturale, però sinceramente non ricordo quali siano in vantaggi rispetto ad una soletta tradizionale. Altra cosa che sorprende, che rispetto al precedente XMax, è che è sicuramente più pesante. Ha misure abbastanza standard per un allround, 121-72-106 r17, che lo avvicinano molto a quelle di un race carve gigante della stessa misura; ad esempio il fratello Race Rush ha 117-70-99 r17, , mentre il magnum 177, uno dei suoi principali concorrenti diretti è 132-73-111 r14,2. Misure quindi non troppo esasperate e non particolarmente aggressive che hanno il pregio di renderlo accessibile veramente a tutti. E sulla neve questa prima impressione viene immediatamente confermata: facile ed intuitivo come pochi altri sci riescono ad essere, gira molto bene, ma in modo dolce e mai aggressivo, lo metti sullo spigolo e lui va che è un piacere, se schiacci senti che risponde immediatamente agli impulsi che gli trasmetti e lo fa in modo equilibrato e corretto. Non pensiate però che sia un mollaccione capace solo di andare a spasso, perché se ci dai dentro lui è lì pronto a scattare e va che è un piacere. Ci ho fatto una discesa a tutta (per le mie capacità ovviamente) e non mi sono assolutamente mai sentito in difficoltà, anche quando lo sci prendeva velocità era sempre bello piantato e non dava mai il minimo segno che potessi essere nemmeno vicino ai suoi limiti. Se dovessi fare uno dei paragoni automobilistici che amo tanto, lo definirei una berlina di lusso, che fa del confort il suo punto di forza, ma che quando apri il gas risponde con prestazioni inaspettate. Lo sci perfetto da argento in su, proprio perché è in grado di abbinare facilità e buone doti di temperamento. Sentiremo parlare parecchio di questo francesino. Promosso a pieni voti.
VOELKL I tedeschi, come dice la famosa pubblicità, non scherzano mai…
ed anche in questo caso hanno fatto sul serio, mettendo le mani al loro modello di punta, il Racetiger che ha un UVO ancora più evoluto e lanciando la nuova serie Deacon che sostituisce la precedente Code.
Voelkl Racetiger GS UVO 180 Lo scorso anno non mi aveva pienamente soddisfatto perché a bassa velocità, malgrado fosse l’unico GS presente al test dotato ancora di un discreto rocker, mi era sembrato piuttosto lento ad entrare in curva, mentre aumentando l’andatura la presa di spigolo risultava istantanea. Non so se fosse una situazione dovuta alla preparazione del modello che avevo provato io, ma devo dire che in versione 2019 questo problema è del tutto superato. Lo sci è il solito gran bel puledro, degno del nome che porta. Mi è piaciuto sia per il cambio immediato nello stretto, sia per la tenuta in velocità dove fa dimenticare la leggerezza che lo contraddistingue ed offre una tenuta perfetta. Rispetto al modello dello scorso anno, che mi dava l’impressione lavorasse prevalentemente sulla coda, questo nuovo GS UVO non ti fa sentire minimamente il rocker, risultando più omogeneo nel comportamento. Gran bello sci, mai nevrotico, ma comunque con prestazioni top nella sua categoria. Se posso fare un appunto, la nuova grafica mi sembra ancora più brutta di quella precedente, così come l’UVO è veramente brutto da vedere… ma si sa, de gustibus…
Voelkl Racetiger SL UVO 180 Non ho mai nascosto che è uno dei miei sci preferiti. Non sarà il più specialistico, non sarà il più fun, non sarà il più cattivo, ma sicuramente è da sempre il più completo SL negozio in circolazione. Ed anche in questa nuova versione le aspettative non sono andate deluse perché anche questo nuovo Racetiger è ancora lui, uno sci con cui puoi sciare otto ore senza che ti deluda mai, che ti affatichi eccessivamente o che ti possa annoiare. Come sempre è velocissimo nell’entrata in curva (anche se ad esempio il Salomon Race Pro lo è di più) e come prende lo spigolo ti porta dentro e ti spinge con naturalezza ad impostare immediatamente la curva successiva, però lo fa sempre in modo graduale e prevedibile, ti proietta da una curva all’altra in modo quasi naturale, senza trasmetterti quell’effetto fionda che altri SL danno, me che a lungo andare li fanno diventare eccessivamente stancanti. Lui no, lui fa dell’equilibrio la sua forza, e da sempre puoi allargare le traiettorie ed impostare delle belle curve ampie senza avvertire il minimo tentennamento o la minima sbavatura, tanto da renderlo probabilmente uno degli SL più polivalenti in assoluto… si è capito che mi piace, vero?
Unico difetto che gli ho trovato è che quando la punta sobbalza su un’asperità l’UVO fa un “tec tec” che proprio non mi piace. Non so se sia una cosa voluta o come spero un difetto dell’esemplare che avevo in prova.
Come al solito, un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere fino a qui.
Ps: come di consueto riporterò in seguito queste note, con le opportune modifiche dovute al diverso contesto, anche su SF.