Leggo sul forum di interventi vari per migliorare la rigidità dello scarpone, di boosterizzazioni etc e conseguentemente -per qualcuno-di difficoltà a sciare, spatole ballerine etc.

Può dipendere dalla neve tosta di questi giorni ma i post (Ice per esempio sul topic del B90) mi hanno fatto venire in mente una argomento discusso recentemente su Fantaski: l'importanza del movimento e della sensibilità di caviglia e quanto questo possa essere influenzato da una scarpa troppo 'troppo'.

il movimento di caviglia è fondamentale per l'avvio del movimento di presa di spigolo e da lì parte tutto il resto della dinamica del corpo durante la sciata. E' una cosa che non facevo per manifesta ignoranza pratica dell'argomento e che ha aperto per me un nuovo capitolo di crescita tecnica, su cui sto lavorando.

Sentivo che mancava qualcosa...che il movimento di curva era falsato e artificioso...ed era proprio la mobilità laterale, che consente il 'decollo' del movimento, che sostituivo con movimenti inutili di anche bacino braccia etc invece di usare lo strumento più efficace e più vicino al vincolo neve-sci, cioè la caviglia.

Premetto che il mio livello è un argento intermedio - vado in sufficiente conduzione sul facile e sul ripido siamo ancora all'antica per cui tenetene conto, anche se probabilmente i concetti valgono anche per livelli oro.

Scrivo questo perchè vorrei farvi notare che uno scarpone troppo stretto limita proprio il movimento di caviglia, e al di là della difficoltà di pressione sulla linguetta -dovuta anche e soprattutto al flex, ho notato che ci sono sicuramente diminuzioni della sensibilità di caviglia, soprattutto laterale, quando il piede è 'fuso' nello scarpone.

Il problema mi è stato rilevato durante recenti lezioni dal maestro e verificato puntualmente sciando (sul facile) con gli scarponi aperti.

C'è una bella discussione sulla sezione tecnica di Fantaski che vi invito a leggere se siete interessati:
http://www.fantaski.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=16044

Morale: da allora scio con la scarpa chiusa ma leggermente lasca (raptor RS 120) e il dual strap appoggiato e non a canna...e lavoro sul piede molto meglio, la sensibilità di caviglia è aumentata e sento progressi per me importanti.

Da notare che il mio raptor, anche parzialmente aperto, chiude molto il piede, quindi il discorso è sicuramente sfumato con uno scarpone più turistico.

Mi domando quindi se vale pena di boosterizzare, irrigidire, aggiungere viti per il flex etc etc e poi (magari) perdere mobilità e sensibilità di piede (parte quasi tutto da lì) pur acquistando precisione nel controllo...

Potrei pensare che è un discorso personale legato alla mia situazione, ma da quello che ho sentito potrebbe non essere così; chiaro tuttavia che per chi è a certi livelli tecnici il problema sicuramente non si pone più.

E' uno spunto di riflessione...mi piacerebbe sentire il vostro parere in merito.

Con lo scarpone che avevo prima ero costretto a stringere molto,causa mancato bloccaggio del tallone ed avevo giusto questa sensazione di perdita della sensibilità del piede.
Con la scarpa giusta nella misura e forma non ne sento più la necessità,il piede rimane bloccato senza doverlo torchiare,la prova è che ogni tanto trovo qualche gancio aperto e me ne accorgo solo a fine discesa.
Ora trovo più facile l'inserimento in curva,sicuramente le caviglie lavorano in sincronia con la scarpa,non so se sono migliorato(non mi sono ancora visto )ma mi sento più a mio agio,fatico meno e mi diverto di più. .

caro Cirex
guarda che non è un discorso personale... è una questione tecnica molto generale quella della mobilità e sensibilità di caviglia; probabilmente non mi sono spiegato, la questione è -attenzione sui livelli tecnici intermedi, tipo il classico argento/quasi oro-se o no uno scarpone termobrasato sul piede come molti di noi hanno aiuta o meno nell'apprendimento e nella sciata quotidiana, o se invece ostacola come pensano maestri e istruttori anche di un certo livello.

Il tema è: è quello di caviglia il padre di tutti i movimenti o no?
Se è così, allora stritolare la poverina apporta benefici allo sciatore 'normale' o no?
Naturale ci siano diverse vedute del problema, ma (credo) più o meno tutti i saggi convergano per un si alla prima domanda; della seconda ne stiamo discutendo...
Poi è ovvio che quelli bravi o addirittura agonisti più lo scarpone è tosto più ne sfruttano la reattività e il flex altrimenti non si spiegherebbe la diffusione capillare di scarpe race da 130/150 presso maestri/istruttori etc.

Per quel che riguarda il mio lo piego senza problemi anche perchè è un flex 110/120 ed è in linea con le mie misure e comunque non è un problema di forza fisica o allenamento (sino ad un certo punto...) ma più di come la distribuzione dei pesi corretta nella sciata permetta di caricare correttamente il gambetto, quindi di tecnica - altrimenti non si spiegherebbe come certi sciatori 'esili' se ne vadano in giro con dei 130/150 senza battere ciglio, vedi il Dani per es.

Se poi mi chiarissi cosa vuoi dire con conduzione di gamba o di piede credo sarebbe interessante approfondire la cosa, è per me un concetto nuovo quantomeno.

ciao
pino

faccio una domanda stupida:

cosa intendete con blocco del tallone ???



mi spiego meglio: io sono del parere che il tallone sia un pò mobile, cioè che abbia n pò di mobilità in alto ed in basso, cioè quasi da sciare usando prevalentemente la punta dei piedi (zona delle dita e del tarso)...scusate ma sono un pelo di corsa e temo di essermi spiegato malissimo...

No @ABE..... benissimo!!!!!!

Discorso molto ostico sul PC!

Mettiamo però un paletto: la caviglia ha la sua funzione,
ma è una parte di un discorso più grande.

Cirello cit:
<Sì ... forse sembra un pò incasinato a scriverlo ... ma a farlo è più semplice ... >

BEATO TE! http://it.youtube.com/watch?v=AI96e1vGvpk&feature=related
eheheheheheh!!!!!

Parto ora-ora
e proverò a fare quello che hai precedentemente scritto.....
eheehehehhe!!!


PS: Nevica! du bal de marron glassè! Olè!