Bene ultimamente vedo che sul forum va di moda, pertanto eccomi qua a seguire le orme di altri forumisti e a descrivere il mio pellegrinaggio (perchè così si può definire) in quel di Asola.
Premetto che era la mia "prima volta", favorita anche dal mio trasferimento per lavoro in quel di Verona; avevo sempre ritenuto molto lontano Asola dalla mia Genova e quindi mai mi ero spinto da Mark (e mai errore fu più grave
).
La cordialità di Mark si presenta già a livello di organizzazione (mail e telefono) dell'appuntamento, che viene fissato per il Venerdì 9 Luglio (un giorno di ferie sfruttato nel migliore dei modi).
Di buona mattina (nel vero senso della parola, visto che mi sono svegliato alle 6
, anche se poi ero a meno di un'ora da Asola) mi presento all'ingresso del negozio dove trovo Mark intento a lottare con alcuni scatoloni.
Primo approccio in cui mi viene chiesto cosa cerco e con quali scarpe ho sciato fin d'ora (alla mia risposta Mark respira dicendo che per fortuna, visti i suoi impegni del giorno precedente non eravamo di fronte ad un piede particolarmente "difficile")
Arriva il secondo ed ultimo "ospite" della mattinata (uno sciatore molto più serio del sottoscritto) e ci trasferiamo entrambi nella Cripta.
Primo step misura del piede, immediatamente seguito dalla domanda "quanto misurano i tuoi scarponi adesso?" e alla mia risposta la OVVIA considerazione di Mark "sono troppo grandi, bisogna scendere di misura.
Apro una breve parentesi sul perchè ho scritto ovvia tutto maiuscolo, perchè purtroppo noi comuni mortali che non abbiamo mai avuto la fortuna di conoscere il modo di lavorare di Mark, quando si tratta di comprare scarponi ci troviamo spesso in balia degli eventi (negozi iper affollati o venditori non preparatissimi) e quindi di fronte ad un paio di scarponi giusti ma che danno fastidio tendiamo a una scarpa un pelo più grande per stare più comodi.
Ma ritorniamo a noi, dopo la misurazione del piede Mark mi porge un Head B3 RD ed io penso "pianta 95.... temo sia stretta / Scarpetta con i lacci, ma non sarà scomodo tutte le volte da infilare?", ma tengo queste considerazioni per me, fidandomi di Mark
Dopo la prova a "nudo (Senza scarpetta) parto infilandomi in un piede il B3 e nell'altro un Raptor 130RS, incredibile ma vero sto meglio nel B3 (anche se giusto giusto).... nel 130 ci navigo...
Dopo un pò scopro il "trucco - non trucco" il B3 era un 27.5 mentre il 130RS un 28... e lì vengo a scoprire alcune "interessanti relatà" della produzione scarponi...
Comunque anche provando il 27.5 del 130 il mio piede (molto accaldato vista la temperatura) continua a preferire il B3.
Tralascio i dettagli di tutte le prove effettuate su altre scarpe, dicendo solo che ho trovato molto buono lo Scorpion della dalbello in flex 130 (a parte la scarpetta troppo "cicciosa") ed il rossignol Worldcup 130 (la scarpa che per un pò ha conteso le mie preferenze all'Head, non male l'Atomic RTTI 130 (credo fosse quello), mentre salomon X3 Lab e soprattutto Rossignol World cup ZB ZB lascimao stare (nel Rossi quasi non riuscivo a chiudere in ganci)
Scelta la scarpa passiamo al "Plus" più importante del prendere le scarpe da Mark, regolazioni, fresaturine dove serve (e dove i miei ex scarponi mi davano problemi) senza esagerare, Mark che ti fa capire come "ascoltare il piede" (enorme la differenza in cui mi ha chiesto di indicare il punto provavo fastidio facendomi guardare i piedi e dove in realtà era semplicemente concentrandomi sulle mie sensazioni).
Il lavoro si completa con la tacchettatura (che permettetemi una divagazione estetica è veramente "très chic" con i rialzi bianchi sulla scarpa grigia......) e poi felice come un bambino
esco dal negozio con il mio bello scatolone in mano, con la sicurezza che ormai anche dovessi tornare a Genova o andare da qualche altra parte i miei scarponi futuri verranno acquistati da Mark!!!!!!
Ps: a corredo di tutto questo ho passato una splendida mattinata a parlare di sci, neve e altro.... almeno psicologicamente un pò di "fresco" in questo torrido Luglio!!!!!
"Sono convinto che sulla Mausefalle si possa fare la capriola" (K. Ghedina)