Nell'attesa di risposta da parte di chi ne ha competenza perchè ne ha le mani in pasta, ti assicuro che con arretramento, come per far aumentare la velocità sul piano anzichè racchettare, si rischia la rottura dei legamenti ginocchio.

Essendomi rotto un po' di tutto è una cosa che mi sono chiesto anch'io:
"meglio prevenire che curare".

Sinteticamente mi sono scassato sia con un old flex 90 sia con un new flex 130.
Tanti anni fa provai pure una scarpa (Lange) "sponsorizzata" dalla nostra Deborah nazionale
che aveva uno sblocco (regolabile) d'arretramento del gambale dello scarpone proprio per
per impedire (teoricamente) un angolo stretto che avrebbe rotto i legamenti, cioè proprio
quello identificato come "rottura da scarpone".
Penso d'esser stato l'unico ad averlo........
In pratica se ti arretravi lui stac.... si sbloccava facendo arretrare di un tot di gradi il gambetto
ed aumentando l'angolo al ginocchio.
Commento: mi viene in mente Fantozzi e la corazzata Potionkin!


Ma a parte gli aneddoti, alla fine......... tirate tutte le conclusioni del caso........... per me non cambia
praticamente nulla.

Cioè in caso di caduta ad una certa velocità il nostro peso diventa talmente importante che la
differenza della rigidità o precisione di un gambetto è relativa, molto più importante la sensibilità
d'apertura di un attacco.
Sicuramente tutto ciò per il discorso meniscale, che è dovuto più alle torsioni e che, guarda caso, è
in diminuzione come casistica.

Se poi intendi la propria spinta per rimettersi in fase avanzata dopo un arretramento, più o meno voluto,
credo proprio che essendo una spinta muscolare poco naturale tutto sia nelle mani di madre natura,
ovvero dipende da come abbiamo i legamenti (che comunque a furia di "tirate" tendono ad allungarsi e
quindi a divenir laschi, che poi è l'anticamera della rottura).

Tempo fa il Maggy aveva postato una macchina per simulare il gesto.
Se non erro era come alzare al max 200 Kg. (che in pochi arrivavano)
In caso uno debba rialzarsi, calcolando la velocità e pure il pendio, credo che siamo a potenze pazzesche.
A questi livelli la rigidità di un gambetto conta poco ai fini di una rottura, anche se conta ai fini di resistenza
allo sforzo meccanico (tant'è che in WC si fanno inserti in carbonio).

Cambia davvero poco, anche perche' la rigidita' posteriore (mai misurata o comunque stimata) non varia poi cosi' tanto da scarpone a scarpone.
C'e' da dire che una scarpa rigida (e si spera della misura giusta) fornisce una sensibilita' tale (e un assetto tale) che minimizza il numero di arretrate e quindi le opportunita' e il rischi. D' altro canto e' chiaro che la rigidezza scarica sulle articolazione molta parte delle sollecitazioni piuttosto che assorbirle.