Ornello Sport Forum
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video di ice
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Pagina 2 di 2

Autore:  Morfy [ 2 giugno 2008, 2:09 ]
Oggetto del messaggio: 

giò ha scritto:
Spino, venite a lavorare un pò con me e l'adrenalina la consumate a fiumi.
E questa volta sono serio.



Ti riferisci alle ottantenni che visiti ? o alle ventenni ? ahahahaha
E questa vola pure io sono serio .. ;) :D

Autore:  pgfiore [ 2 giugno 2008, 16:09 ]
Oggetto del messaggio: 

come ci siamo detti a pranzo non mi fa così paura da chiederti di toglierlo ice. Ci si abitua a tutto (come dice Morfy di alcune pratiche estreme!!!!)
Ma continuo a non vederci la montagna, ma solo uno sturbo ormonale alla Rambo :)

grazie del link
Messner non c'era... forse vuol dire qulcosa...

@spino: ciò che dici non è un dogma, ma un'opinione molto discussa in ambito medico. ti posso passare la tesi di laurea di un amica sugli high seeker...
[peraltro io sono stato paracadutista ;););)]

@leon: conta i morti... :(
E la tua tesi contiene almeno una contradizione in termini, tra morte e scemenza :(

potrebbe uscirci un thread interessante sull'estremizzazione dello sport. Mi viene in mente il drammatico racconto di Pipin con la moglie moribonda tra le braccia.

Autore:  ice [ 2 giugno 2008, 16:24 ]
Oggetto del messaggio: 

ciao pg!!!!!!! tutto bene???

il link te l'ho mandato per farti capire la natura di quel filmato...

...messner non c'era...

...però lui è uno degli emblemi VIVENTI dell'alpinismo in solitaria...anche estremo...

ha salito l'everest e il nanga parbat da solo...mica passeggiate...e chissà quante ne ha passate in quelle avventure...

quando sono stato alla sua serata qui a brescia ha raccontato un episodio...

stava affrontando la sua salita in solitaria sull'everest...è caduto in un crepaccio, largo e profondo...non sa come ha fatto a restare illeso ma racconta che quando era lì dentro giurò a se stesso che se fosse riuscito ad uscire da quella trappola sarebbe tornato subito a casa...

ne è uscito e.....ha ripreso la scalata verso la vetta...

Autore:  ice [ 2 giugno 2008, 16:33 ]
Oggetto del messaggio: 

pgfiore ha scritto:


grazie del link
Messner non c'era... forse vuol dire qulcosa...




a tal proposito leggi questo stralcio di intervista... ;)

BOLZANO. Di nuovo lui, tra le sue montagne, a scandire «altissima, purissima, Levissima». Reinhold Messner è di nuovo protagonista dello spot dell'acqua Levissima. Un ritorno che rievoca lo spot di diversi anni fa, che diventò un tormentone ed è rimasto nella memoria. Questa volta Messner affronta una cascata di ghiaccio e viene catturato da un canto misterioso che lo conduce a una grotta. Là scopre la sorgente dell'acqua e scatta la famosa battuta.[...]
Fan e antipatizzanti si scatenano nei forum specializzati in montagna e pubblicità. Fanno le pulci allo spot, dall'abbigliamento sponsorizzato alle eventuali controfigure. Messner alza le spalle e spiega che ha altro da fare. Sta lavorando a un film sulla tragedia del Nanga Parbat.

«Dopo lo spot degli anni Novanta avevo smesso, per rispetto verso il mio impegno come parlamentare europeo. Adesso mi hanno proposto questa nuova storia. Mi è sembrata valida e sono andato a girare». Nei siti se ne discute. «Non leggo i forum, c'è un livello di informazione molto basso. A dire la verità, non ho neppure visto lo spot in televisione. Ho assistito alla proiezione al termine della lavorazione, quando ho dato il mio ok».
Messner ritrova la sua acqua andando direttamente alla sorgente, seguendo il filo di un canto attraverso la cascata ghiacciata.[...]
(07 luglio 2007)

Autore:  Spino [ 3 giugno 2008, 8:27 ]
Oggetto del messaggio: 

Caro PG,
discuter di ste robe per email è alquanto complicato, si rischia il fraintendimento, non c’è modo di avere quel botta e risposta che in un dialogo “de visu” fa da correttore e calibra gli intendimenti ed i significati ed arricchisce di sfumature il ragionamento.
Pero’ ci provo perché ci tengo.
Intanto siam subito partiti male, io non son riuscito a far capire che NON parlo di adrenalina e di questioni etiche (se è lecito o no rischiare la pelle per cercare/superare il limite ecc ecc), ma mi ero fermato ad un livello molto più pragmatico legato alla PRESTAZIONE che è intrinsecamente VINCOLATA a certi limiti che se non ELIMINATI inficiano il risultato.
Non centra niente il paracadutismo e gli “sport estremi” fine a se stessi (che poi il paracadutismo NON E’ uno sport estremo e non richiede nessuna particolare dote di coraggio e non ha lo scopo di alzare o aumentare l’adrenalina come molti pensano, anzi.. ma questo è un altro discorso).
Quello che intendo io, e solo questo, è che certe pratiche sportive - in primis l’arrampicata - hanno nella sicurezza e più specificatamente nelle “protezioni” una forma di DOPING che va a modificare la prestazione e a renderla disomogenea.
Mi spiego: fare un passaggio in parete che richiede un “lancio”, è molto diverso se lo facciamo con uno spit bello sicuro ancorato all’altezza della pancia, oppure se lo facciamo con l’ultimo spit 5 o 6 metri sotto o addirittura SENZA.
Cioè quel lancio, che è un fatto tecnico, frutto di una abilità psicomotoria, viene influenzato dal “braccino”, cioè dal fatto di sentirsi più o meno sicuri nell’affrontarlo.
Certi atleti hanno il bisogno di cercare una prestazione che vada al di là di quello spit, che diventi pura ed assoluta, e questo non ha nulla a che vedere con la ricerca dell’adrenalina o del brivido fine a se stesso o ancor peggio con forme patologiche derivanti da scompensi ormonali assimilabili a i giocatori d’azzardo cronici o ai drogati.
Un conto è fare la roulette russa ed un conto e salire certi gradi SENZA PROTEZIONI IN SOLITARIA.
Poi è chiaro che stiamo parlando del limite estremo, della totale identificazione tra sport e vita, diventa una forma di necessità intima, totalizzante, come respirare e bere e mangiare, pero’ è diverso dal “tentato suicidio” e non é quindi vero che chi cerca, chi lavora sul limite sia un matto in cerca di emozioni forti, non è così o almeno non è sempre così.
Tornando al paracadutismo ad esempio molta gente pensa che lo si faccia per l’adrenalina, niente di più falso, niente di più sbagliato e ignorante.
Si salta perché è bello e punto, non per dimostrare di averla sfangata.

Autore:  1951rs [ 3 giugno 2008, 12:18 ]
Oggetto del messaggio: 

...io per esempio saltavo perchè la paga di un paracadutista era mille volte meglio di quella di un semplice alpino...

Autore:  chip63 [ 3 giugno 2008, 12:51 ]
Oggetto del messaggio: 

e non ti dovevi neanche tirare dietro un mulo....
:D :D :D

Autore:  ice [ 6 giugno 2008, 16:48 ]
Oggetto del messaggio: 

http://www.montagna.tv/?q=node/7742

purtroppo a volte succede....

Autore:  pgfiore [ 6 giugno 2008, 17:07 ]
Oggetto del messaggio: 

ice ha scritto:
http://www.montagna.tv/?q=node/7742

purtroppo a volte succede....


sia chiaro Ice, se ti succedesse (e tocchiamo ferro)... LE SPESE DI RECUPERO TE LE PAGHI!!!!! :)

Autore:  ice [ 6 giugno 2008, 17:45 ]
Oggetto del messaggio: 

grazie pg...sei un amico...ho toccato qualsiasi cosa... :D

...per le spese del recupero...la tessera del cai serve anche a questo ;)

p.s......scivolare per 700 metri lungo un canalone di neve e ghiaccio con pendenza media 40° e rompersi solo una gamba...

dove devo firmare???

Autore:  ice [ 6 giugno 2008, 17:46 ]
Oggetto del messaggio: 

“L’essenza dell’alpinismo può essere definita come il
controllo dei rischi, quanto maggiore è il rischio tanto
più difficile diventa fare la cosa giusta e la cosa giusta
è quella che ti consente di sopravvivere. Tornare sani è
tutto! L’unico modo di praticare l’alpinismo in maniera
responsabile è fermandosi nel momento in cui la
previsione dei rischi non è più possibile. Chi si espone al
pericolo senza essere in grado di evitarlo non è
un’alpinista consapevole e responsabile. E ognuno di noi
dovrebbe sforzarsi di essere almeno questo: la
responsabilità è più importante di qualsiasi montagna
del mondo.”

Reinhold Messner.

Autore:  ice [ 6 giugno 2008, 17:48 ]
Oggetto del messaggio: 

“Per provare il massimo piacere dovevo arrampicare al
limite delle mie capacità. Dovevo trovare vie sempre più
ripide, con meno appigli e scoprire cose nuove sulla
roccia e in me stesso. L’elemento rischio era un fattore
importante: sapere che non potevo commettere uno
sbaglio perché altrimenti sarei caduto o forse morto.
Ma non cercavo il rischio in sé e certamente non mi
piaceva rischiare, perché per molti versi io sono timido
e detesto aver paura, non vorrei mai mettermi in una
situazione in cui devo lottare per salvarmi la vita.
Apparentemente questi sentimenti sono contraddittori,
ma ogni volta che affronto una salita cerco il massimo
della sicurezza, usando punti di assicurazione e rinvii,
ragionando su ogni mossa prima di farla, tornando
indietro se penso che la via stia diventando troppo
difficile. Facendo questo, baro con il pericolo, perché
trasformo un qualcosa che in sé è rischioso in una cosa
perfettamente sicura”.

Chris Bonington.

Autore:  ice [ 6 giugno 2008, 17:49 ]
Oggetto del messaggio: 

“Un certo tipo di rischio dà sapore alle cose ed è
certamente una componente dell’avventura; è però un
cavallo di cui bisogna saper tenere ben salde le briglie.”,

Walter Bonatti.

Autore:  ice [ 6 giugno 2008, 17:51 ]
Oggetto del messaggio: 

“Gli alpinisti amano e rispettano i grandi spazi, la vita e
l’amicizia, non il gusto del rischio. Per fare dell’alpinismo
ci vuole entusiasmo, essere disposti a portare uno zaino,
dormire più o meno bene, alzarsi presto, aver freddo,
aver caldo, aver fame, aver sete, partire sapendo che
non si può interrompere il gioco a proprio piacimento,
anche se si è allo stremo delle forze. E’ molto bello,
eccezionale avere a che fare con la roccia, la neve, il
cielo, il sole e il vento. Ci vuole entusiasmo, ma anche
lucidità; occorre cioè rapportare costantemente la
propria forza morale e fisica alle difficoltà da
affrontare”.

Gaston Rebuffat.

Autore:  Morfy [ 6 giugno 2008, 18:02 ]
Oggetto del messaggio: 

"il marinaio spiegò le vele al vento, ma il vento non capì !"

Anonimo

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