leggendo di Daniela ho visto più di uno di voi esprimere pareri negativi in merito a Milano.... ma di che struttura parlavate ? Ed in merito a che tipo di operazione ? Dato che io aspetto ad operarmi proprio per farmi operare da 1 ben determinata persona al Pini ho questa curiosità !! Seghe mentali in una notte d'insonnia !!

io, purtroppo per familiari, ho avuto esperienze con l'istituto europeo di oncologia e sia con il Centro dei tumori a Milano. Il primo struttura , personale ed UMANITA' da 5 stelle, il secondo..... un poco meno (( Tanto che vi era ricoverato mio papa' ( che e' chirurgo ) e dato che dopo un' operazione si sentiva poco bene, ha obbligato anzi OBBLIGATO. i medici a ricontrollarlo. Scoprirono che non era stato suturato bene l'intestino. Ri operato d'urgenza e salvo x un pelo !! Ma se non fosse stato lui medico a quest'ora era al creatore !! Personalmente ho sempre letto giudizi fantastici su Brunico , Bressanone etc etc. ma conoscendo di persona chi mi opererà ho optato obnligatoriamente per il Pini. Purtroppo l'educazione manca quasi ovunque od e' CONCESSA solo ai conoscenti !! Mi da incassare questa cosa !!! Io invece ho avuto una splendida esperienza a Genova in un piccolo reparto ad hoc per dodici persone con un lungo ricovero ( 20 giorni ) nel 2006. Personale incredibile, con 1000 attenzioni e stanze da 2 con ogni confort !!
Beh vedremo intanto se leggi Renn..... AUGURI ANCORA DANIELA !!

MA CHE FAMIGLIA E' QUESTA ??? TROPPO BELLA !!! GRAZIE FRED !!!

...azzzooooo!!!!! Come faccio a non dire la mia su un argomento per me così "famigliare" !!!
Secondo me ragazzi, e lo dico da anni, si è perso (soprattutto nell'ambito pubblico, ma anche nel settore privato) quello che io definisco "orgoglio del proprio mestiere"! Oggi se anche uno ha passione per il proprio lavoro, piano piano te la fanno passare, e succede quasi sempre, che tutti si adeguano all'andazzo: "perchè devo sbattermi sempre e solo io, e gli altri se la spassano"? Le strutture sono importanti, ma hanno poco a che fare con l'umanità e l'educazione delle persone. Voglio dire che molte volte puoi essere operato da un ottimo prof. in un ottima struttura, ma gelida se non addirittura artica in quelli che sono i rapporti umani del personale. E' successo a mia madre in quel di Modena, bravissimo ortopedico, ma un concentrato di maleducazione incredibile a livello di personale. Purtroppo mi sembra sia sempre più difficile trovare una struttura che accorpori tutte le splendide caratteristiche che hanno le strutture dell'Alto Adige, e questo secondo me non dipende sempre dalla disponibilità di denaro delle aziende ospedaliere, anzi, per me dipende tutto dalla preparazione del personale medico e para. Quello che voglio dire è che dovrebbe essere sempre il direttore della struttura che dovrebbe imporre a tutto il personale, che il paziente viene sempre e sempre e sempre e poi sempre, al primo posto. Prima del personale delle pulizie, prima degli infermieri, prima dei medici, prima dei primari e prima degli amministrativi. Purtroppo invece, quasi sempre accade l'inverso. Io nell ' arco della mia ancor "giovane" vita, ho trascorso sul letto di vari ospedali qualcosa come 1300-1400 giorni, quindi un po' di esperienza ce l'ho, però non mi sono ancora abituato, e credo che non ci riuscirò mai, alla maleducazione e soprattutto alla mancanza di rispetto del personale, sempre giustificata dalla mancanza di tempo. Mmmmmaaaaahhhhhhhh, io non dico che non abbiano da fare, ma..........
Vi racconto questa, a metà gennaio vengo ricoverato 15 giorni qui a Santorso (vi) per una broncopolmonite, ospedale di ultima generazione ed inagurato neanche un anno fa. Per i primi giorni (causa la mia storia) mi mettono in una cameretta in "pseudo isolamento",( l'unica differenza era che non chiudevano lam porta a chiave), e un giorno dopo aver mangiato avevo voglia di un caffè, chiamo un infermiera e chiedo se gentilmente fosse possibile averne uno, non appena lei o qualche collega avesse avuto la possibilità (io le davo i soldi e la macchinetta era 5 metri fuori dalla mia stanza), bene, questa spalanca gli occhi sentendo la mia eresia e mi conferma che loro non avevano assolutamente tempo. Se invece di stare li a rispondermi me l'avesse preso, credo che ci avrebbe impiegato di meno. Ho risolto tutto mettendomi la mascherina e uscendo a prendermelo da solo. Arrivato il medico gli ho spiegato il perchè, e mi ha dato ragione. I giorni seguenti, mi chiedevano loro se volevo il caffè.
Cmq, come dicevo prima, basterebbe molto poco per far sentire a proprio agio un paziente, solo che c'è molta gente che ancora non conosce bene il significato della parola "paziente" !

Reen, forse non è il topic giusto, ma voglio lo stesso approfittarne per fare un grosso in bocca al lupo a Daniela !

Nel 2006 è stato anche pubblicato un libro scritto da tre primari italiani di eccellenza, ai quali è accaduta la stessa disavventura. Il libro si intitola proprio "Dall'altra parte" ed è stato scritto da rof. Sandro Bartoccioni, cardiochirurgo, - Dottor. Gianni Bonadonna, Istituto tumori Italiano Milano, - Prof. Francesco Sartori, diret.dipart. di scienze chirurgiche toraciche e vascolari Università di Padova, edito dalla BUR.
Probabilmente vista la situazione generale ospedaliera in Italia, devono averne vendute poche copie!

Grazie anche a te Gianluca !! Giugno ma nn si ancora il giorno esatto.

Chiedo scusa per la faccina con la linguaccia che proprio non so come ci sia finita !

TI CI MANCA ANCHE LA MANO TREMOLANTE