Inutile dire che per un appassionato di materiali come me Passo Monte Croce è l’evento della stagione. Al di là di poter stare in compagnia di amici vecchi e nuovi, di sciare insieme e di passare quattro giorni a ridere e scherzare, dal punto di vista tecnico poter avere a propria disposizione materiale che in molti casi arriverà nei negozi non prima della prossima stagione, poter confrontare sulla neve modelli simili nelle stesse condizioni, avere al tuo fianco tecnici preparati e disponibilissimi a darti tutte le informazioni che desideri o un consiglio su questo o quello sci, ritengo sia il massimo per chi ama questo sport. Se poi, come in questo caso, hai anche la fortuna di farti qualche pista con un ex campione di Coppa del mondo, come Heinz Schilchegger, che Atomic ci ha portato apposta per l’occasione come “tutor” per seguirci nei test dei propri modelli, cosa puoi volere di più? Per altro, Heinz è stato di una disponibilità assoluta, sia sugli sci (e, ca va sans dire, è uno spettacolo vederlo all’opera) sia quando gli sci li toglieva e si metteva a nostra disposizione come uno degli altri addetti delle case. Permettetemi quindi ancora un ulteriore ringraziamento a Mark ed alle case che veramente hanno fatto il massimo per rendere questo evento – come al solito – unico e fantastico.
Veniamo al test. Ognuno lo vive a modo suo. C’è chi è intenzionato ad acquistare un nuovo sci ed allora prova quei modelli che ritiene possano fare al caso proprio, individua quei due o tre che gli interessano, magari ci fa più giri, poi spesso il giorno successivo ritorna su quello che lo ha soddisfatto di più. C’è chi invece è interessato ad una data tipologia di attrezzi ed allora prova quasi esclusivamente gli sci che ne fanno parte, ecc. E c’è chi come me invece prova proprio per il piacere di farlo, di confrontare attrezzi con caratteristiche diverse per saggiarne le differenze, per cercare quelle sensazioni che ogni modello è in grado di trasmettere a chi ci sta sopra, per poi scambiare le proprie opinioni con gli altri tester e verificare se condivise o meno. E poi, devo ammetterlo, tentare di mettere in ordine le sensazioni provate e metterle per iscritto, mi piace da matti… ma questo lo sapete già da anni
Quindi, se siete interessati, mettetevi comodi perché quest’anno di cose da dire ce ne sono tante…
Ancora una premessa, però. Ognuno ha il proprio modo di sciare, ha il proprio background ed il proprio bagaglio tecnico. Anche tra noi partecipanti al test ci sono molte differenze: c’è chi come me arriva dalla vecchia scuola e chi invece ha iniziato direttamente con gli sci carving, c’è chi ama le curve strette e chi invece gode soprattutto alla ricerca della velocità, ci sono ex agonisti e chi non è mai sceso tra i pali, c’è chi scia da anni e chi invece ha iniziato solo da poco. E’ chiaro che tutte questi fattori influenzano in modo significativo il parere che poi ognuno ha di un certo attrezzo. Magari uno sci che uno giudica pastoso, qualcun altro lo può trovare troppo impegnativo oppure un attrezzo che uno ritiene troppo nervoso, un altro lo considera docile ed armonioso. E’ doveroso sempre tenerne conto.
Entriamo però in argomento (era ora, direte voi…). La scorsa stagione, anche se come sapete tutti avevo potuto partecipare solo alla prima giornata, avevo provato soprattutto sci da SL, oltre alle principali novità presentate, quest’anno quindi ho privilegiato soprattutto i modelli a raggio lungo, anche per le condizioni della neve che non consigliavano certo di andare sugli SL, ed ho tentato di recuperare alcuni attrezzi che non ero riuscito a provare (come l’Atomic Xt o il Salomon Xrace in misura lunga) e riprovare alcuni modelli che lo scorso anno per un verso o per l’altro mi avevano lasciato un po’ perplesso, come la gamma supershape di Head.
Le condizioni nivometeorologiche sapete tutti quali erano: neve morbida, con alcune piste non battute il primo giorno dopo i trenta centimetri e passa di fresca venuti nella notte e sole, neve perfetta all’inizio e poi ancora neve morbida che dopo un po’ ha ceduto, il secondo giorno di test. Nel prosieguo, ho diviso i modelli provati per marca, ma proprio perché le condizioni sono spesso cambiate anche nel corso della stessa giornata, preciserò in quali condizioni ho provato i singoli modelli.
ATOMICAtomic XTÈ il primo sci che ho provato sabato mattina, con Flyhangler, che però ha scelto un D2, Gardoso, munito di XT e con Heinz Schilchegger, anche lui con XT d’ordinanza, come tutor d’eccezione. Siamo partiti sulla rossa perfettamente battuta e poi, seguendo Heinz, siamo andati a farci la pista dello skilift in neve fresca. Avevo voglia di provare questo modello, che nelle passate edizioni mi era sempre sfuggito e devo dire che ne valeva veramente la pena. In pratica si comporta come uno slalom da 175, quindi somma l’estrema facilità nel girare di uno slalom alla tenuta di un GS. E’ un lampo, ma ti dà veramente sicurezza averlo sotto ai piedi e mi è sembrato estremamente facile. Rispetto ad un SL FIS, non dimentichiamoci che ne ha la struttura, ha meno “rimbalzo” a fine curva, il che lo rende meno impegnativo anche nelle curve strette raccordate. Paradossalmente, me lo sono goduto anche in fresca, anche se non è certo il suo campo d’azione come non lo è per me, ma avere davanti uno come Schilchegger che ti fa da traccia aiuta e come.
Il nuovo XT, come tutta la nuova serie race di Atomic, monta la nuova piastra che aiuta a mantenere la centralità dello sciatore su tutto l’arco di curva. Ero un po’ dubbioso su questa novità, ma devo ammettere che la cosa funziona effettivamente, e l’ho verificato sia sull’XT, sia sul D2 GS. In pratica, su tutto l’arco di curva, ma soprattutto in chiusura, si ha proprio la sensazione che lo sci agevoli sempre l’intenzione dello sciatore, Lo si avverte soprattutto in uscita di curva, dove si sente anche se in modo impercettibile l’effetto “innalzamento” del tallone, che agevola la chiusura e lo svincolo successivo. Non è una sensazione marcata e dopo qualche curva non ci si fa nemmeno più caso, ma il tutto si traduce nel rendere più armoniosa la sciata e a conti fatti, rende lo sci più piacevole e meno stancante.
Cosa aggiungere d’altro? Promosso a pienissimi voti, e adesso capisco chi la scorsa stagione, dopo averlo provato, se lo è comprato seduta stante (vero Cesare?).
Atomic D2 GS Redster 178 L’ho preso subito dopo l’XT ancora con pista sufficientemente liscia. Lo avevo provato due anni fa e non mi era piaciuto. Il rocker troppo accentuato non mi convinceva e non era adatto al mio modo di sciare. Quest’anno è stato completamente rivisto: il rocker è quasi sparito e non lo si avverte praticamente più, in compenso la nuova piastra gli conferisce una “dolcezza” che su un Atomic race non avevo mai riscontrato. Attenzione, però: dolcezza non significa mancanza di personalità, anzi. Questo nuovo GS mi sembra abbia acquistato quella fluidità di comportamento che hanno sempre avuto i GS FIS della casa e che invece non ritrovavo sui modelli negozio, sempre più scorbutici e secchi nelle risposte. Viste le condizioni della neve non sono riuscito a farlo correre più di tanto, ma qualche bella tirata l’ho comunque fatta e mi è sembrato che lo sci mi assecondasse sempre in tutte le condizioni e rispondesse in modo ottimale. Lo metti sulle lamine e lui va che è un piacere, dandoti sempre l’impressione di avere dei margini spaventosi. Forse chi è abituato agli Atomic “putrellosi” di qualche tempo fa può restare un po’ deluso, ma chi invece predilige l’armoniosità nelle risposte sarà sicuramente più che soddisfatto di questo nuovo modello.
HEAD Head WC Gsx 177 Stefano Silvestri mi conosce ormai da qualche anno, ho avuto il piacere di sciare qualche volta con lui, sa come scio e sa perfettamente quali sono i miei gusti in fatto di materiali. Per questo, quando sabato mattina mi ha consigliato di provare questo nuovo modello ero convinto di andare sul sicuro. Questo sci, mi ha spiegato Stefano, è derivato dal wc i.speed di cui riprende la veste grafica, ma è stato alleggerito, non monta il kers e viene proposto con attacco (se ho capito bene) pr12 che montavano i supershape della scorsa stagione, senza piastra triflex. Verrà commercializzato solo in alcuni Paesi, fra cui l’Italia, probabilmente (ma questo Stefano non lo ha detto) per accontentare tutti gli orfani del vecchio supershape speed e si colloca nel listino Head, appena sotto la gamma Performance di cui fanno parte proprio i supershape. Purtroppo la neve ormai è quella che è, qualche tratto ancora in buono stato, il resto a mucchi. In ogni caso, questo bel scietto, fin dalle prime curve mi è apparso facile, leggero e maneggevole, è un i.speed “depotenziato”, più facile e meno impegnativo da sciare rispetto al fratello maggiore, spiccatamente derivato dai FIS. Dell’i,speed però riprende la rapidità nel cambio spigoli che lo rende piacevolissimo in serpentina, tanto da ricordare molto il primissimo supershape speed per vivacità e “giocosità”. Naturalmente, sarà da rivedere sul duro, se non addirittura sul ghiaccio, ma almeno come prima impressione, mi sembra uno sci riuscito, che consiglierei a sciatori non particolarmente pesanti che vogliono un rc senza fronzoli, non particolarmente impegnativo da sciare, ma comunque in grado di offrire buone prestazioni.
Head WC Rebels i.speed 180 Ci sono degli sci con cui trovi da subito un feeling particolare; ci sali sopra, fai due curve e ti sembra che chi lo ha progettato lo abbia fatto pensando a te, al tuo modo di sciare, alle tue preferenze. Beh, io tutto questo l’ho trovato in questo modello, già a partire dalla prima edizione. Da allora, e ormai qualche anno è passato, l’ho riprovato in tutte le versioni che la casa ha proposto e con personalizzazioni anche estreme in termini di preparazione effettuate da qualche amico e mi sono sentito sempre completamente a mio agio. Uno sci perfetto, a mio parere, senza difetti, facile sempre, ma entusiasmante in tutte le condizioni che si possono incontrare. Ed anche quest’ultima versione, praticamente invariata rispetto alla precedente se non per la grafica, l’ho trovata splendida, sia sulla pista ancora ben tirata in alto dove lo sci è sempre preciso e stabile, sia nella pappa che si è formata nell’ultimo tratto per arrivare ai gazebo, dove naturalmente fatica un po’, ma se la cava sempre comunque bene. Magari in termini assoluti non è performante come il Master o non ha la rapidità di inversione dell’XT, ma fa dell’equilibrio in ogni frangente il suo vero cavallo di battaglia, ed è un cavallo vincente. Se non avessi uno sci e dovessi comprarne uno da usare come sci unico, sicuramente prenderei questo.
Supershape i.speed 177 Un anno fa di questi tempi eravamo qui a scrivere di questo sci e dello stravolgimento che la casa austriaca aveva apportato al suo modello di maggior successo. A questi commenti erano poi seguite una serie di polemiche, qualcuna anche di troppo ahimè, ed il formarsi di due opposti schieramenti, quello dei pro e dei contro il nuovo ss speed. Soprattutto al nuovo modello in molti, io compreso, pur riconoscendogli una generale piacevolezza nella sciata, rimproveravano una certa mancanza di nerbo, che gli toglieva quella sportività e reattività tipica di un race carve degno di tal nome. Non so se Head abbia preso o meno in considerazione queste critiche, ma in questa stagione ha modificato la piastra inserendo una molla in più (la nuova si chiama triflex) et voilà, come per incanto lo sci ha cambiato completamente carattere, ritrovando quel pelo di cattiveria che il modello precedente aveva smarrito. Se l'entrata in curva continua ad essere da riferimento, infatti, il prosieguo e la chiusura della curva hanno riacquistato la verve che si era in buona parte smarrita. Lo stesso rocker sembra meno accentuato, forse sempre merito della nuova piastra che ha reso tutto lo sci più rigido, considerando che la struttura è rimasta inalterata. Fatto sta che lo sci è più reattivo, più immediato nelle risposte e anche facendolo correre un po’ (è sabato, la neve è solo in parte ancora piacevole da sciare) non mostra il minimo segno di cedimento.
Supershape Magnum 170Visti i risultati raggiunti con il ss speed provato il giorno prima, ero curioso di verificare se la cura della piastra triflex avesse inciso in modo significativo anche sull’altro modello di punta della serie supershape, il magnum. Quindi, sceso dal wc i.speed mi sono fatto consegnare un magnum, nella misura più lunga disponibile, il 170. E devo dire che anche qui la risposta è positiva, lo sci si comporta in modo brioso, mantenendo le sue proverbiali doti di galleggiabilità nella neve molle, ma piacevolissimo da far carvare dove la pista è ancora liscia. Il polivalente per eccellenza di casa Head sicuramente è tornato in ottima forma, trasmettendo estrema confidenza allo sciatore ed una indubbia piacevolezza complessiva. Personalmente lo prenderei un po’ più lungo, perché, soprattutto nelle curve ampie, il 170 perde un pochino di precisione e obbliga a starci sopra in modo importante se si vuole mantenere la traiettoria, ma c’è anche da dire che io ho un po’ il pallino per le misure lunghe.
ROSSIGNOL - DYNASTAR Rossignol Hero Elite LT 176 Questo sci, provato la domenica come primissima scelta, quindi con temperatura a meno 10 gradi, neve perfetta e piste tirate a puntino, è la degnissima evoluzione del GS9 Cascade della scorsa stagione e viene proposto in due versioni, una con piastra “negozio” ed una con piastra “gara” (non chiedetemi i nomi delle due piastre perché non li so). Io l’ho provato nella versione con piastra gara. Rispetto al precedente modello, mantiene la tecnologia cascade ed il rocker molto leggero, ma viene aggiunta, come sui modelli FIS e Master, la nuova impostazione prop tech: in pratica lo strato superiore in titanal presenta dei tagli longitudinali nella punta dello sci, per facilitarne l’ingresso in curva e la successiva deformazione. Il tutto si traduce sul campo in una facilità incredibile nello stretto, un’entrata in curva favolosa, una stabilità da urlo al crescere della velocità ed una precisione assoluta nel mantenere la traiettoria; tutte caratteristiche molto simili a quelle del fratello maggiore master e dei FIS della casa francese che avevo provato nelle scorse stagioni. Rispetto al master è più facile ed immediato, meno cattivo probabilmente, ma non si distanzia molto in termini di performance assolute. Un grande sci, che sono sicuro otterrà un ottimo successo, perché è la risposta ottimale per chi vuole uno sci “negozio”, quindi meno impegnativo di un “gara”, ma con prestazioni molto simili ai gara stessi.
Rossignol Master 21 - 180 I FIS della casa francese, il 183 donne in particolare, nelle ultime stagioni sono stati probabilmente, tra i “gara”, i più piacevoli da sciare in campo libero. Ed in questo modello, derivato direttamente dai FIS, si ritrova intatta questa piacevolezza. L’ho provato subito dopo l’Hero, ancora con piste vuote e neve dura e ne ho ritrovato la facilità, l’intuitività nell’inserimento in curva, il sostegno durante tutto l’arco della stessa e, dulcis in fundo, uno svincolo immediato. Il passaggio lamina-lamina è da sballo, se lo fai correre sta lì e non batte ciglio, senza una minima vibrazione o una sbandata millimetrica. Un vero rasoio, uno sci “sincero” nelle risposte che trasmette. Rispetto all’Hero è più rigido, più impegnativo e probabilmente più stancante se sciato otto ore, ma è il prezzo che bisogna pagare per avere ai piedi un purosangue vero, com’è questo splendido sci. Sicuramente (i.speed a parte, ma lì è una questione di feeling) lo sci che mi è piaciuto di più in questa sessione di prove.
Dynastar speed course pro 178 È il cugino dell’Hero, marchiato Dynastar, la new entry tra le case che fanno parte della “scuderia” di Mark. Era la prima volta in assoluto, credo, che salivo su uno sci della casa francese e, avendolo provato subito dopo Hero e Master, a dire la verità, temevo di rimanere deluso. Invece lo speed course pro mi ha sorpreso veramente. Non è un GS negozio o un derivato dei gara, ma un race carve vero, che quindi non cerca la prestazione assoluta a tutti i costi, ma la fruibilità e la piacevolezza della sciata. E’ facile ed intuitivo e risulta divertente su tutti gli archi di curva, galleggia discretamente nella neve mossa e nelle cunette di quella riportata, mostrando anche una polivalenza inaspettata in uno sci di questo tipo. Passare da una serie di curve strette ad una ad ampio raggio e poi tornare allo stretto, è lì che dà il meglio di se. Ottimo sci, quindi, per chi vuole un attrezzo da sciare a tutto campo ed in ogni situazione, in relax magari, ma capace di farsi rispettare quando si pigia il pedale dell’acceleratore.
SALOMON Salomon XRace 180Provato domenica in condizioni di neve ancora accettabili. Lo scorso anno avevo provato il 165, ma non ci avevo instaurato il giusto feeling, avevo quindi veramente voglia di fare un giro con la versione più lunga, il gs, che per altro ha trovato un numero ampissimo di estimatori. No, devo dire che proprio non mi ritrovo con questo sci. Rispetto a tutti gli altri gs/rc provati, l'ho trovato eccessivamente morbido, lento nei cambi, macchinoso. Ci ho fatto un paio di piste andando a cercare apposta dei tratti lisci in cui tirare qualche bella curva, ma non mi ha mai dato la confidenza che invece mi infondono altri modelli. Non sto dicendo che non è uno sci valido, altri tester se ne sono letteralmente innamorati e qualcuno è deciso a prenotarlo, se già non lo ha fatto, sto dicendo che non è il mio sci.
Salomon Q98 180L'ultimo sci che ho provato sabato, in neve a mucchi alti mezzo metro, per provare anch'io un "ciccione" adeguato alle condizioni delle piste. Purtroppo con Salomon quest'anno non ho proprio avuto fortuna. Lo sci che mi hanno dato da provare - uno dei pochi disponibili vista la richiesta - montava una piastra-attacco che lo irrigidiva in modo eccessivo, rendendolo un putrella che spianava tutto quello che si trovava davanti, impossibile da deformare, almeno per me, ma in grado nel contempo di distruggermi le gambe, se avessi insistito. L'ho riconsegnato dopo una pista senza alcun rimpianto.
VOELKLVoelkl Racetiger Speedwall UVO GS 180Il nuovo Racetiger è stato modificato notevolmente rispetto alla serie precedente. È stato introdotto il rocker, anche se relativamente poco incisivo, e monta il sistema ammortizzante UVO introdotto lo scorso anno dalla casa tedesca su alcuni modelli - anche gara - ed utilizzato in coppa del mondo soprattutto nelle gare di slalom. Del vecchio modello mantiene l’estrema leggerezza, ma acquista un look veramente molto accattivante. Sulla neve, dico la verità, però sono rimasto un po’ perplesso. A bassa velocità è entusiasmante, probabilmente il più maneggevole di tutti i GS-RC che ho provato in questo test: si passa da una lamina all’altra in modo incredibilmente rapido, tanto da non aver nulla da invidiare ad uno specialista di questo genere come l’Atomic XT, ma nelle curve ampie e ad alta velocità perde di immediatezza, sembra quasi che voglia andare dritto e si fa fatica a svincolarlo. Più si va forte e più diventa difficile farlo girare, per poi tornare docile, non appena la velocità diminuisce ed il raggio di curva si accorcia. Non so se magari lo sci che ho avuto a disposizione io avesse una preparazione particolare (non dimentichiamoci che in pratica stiamo parlando di attrezzi di preserie) ma mi ha dato questa sensazione, per altro condivisa anche da altri tester che lo hanno avuto a disposizione. Da riprovare sicuramente.
Se siete arrivati a leggere fino a qui, grazie di cuore.
Ps: come di consueto riporterò in seguito queste note, con le opportune modifiche dovute al diverso contesto, anche su SF.