E finalmente PMC è arrivato… finalmente, già, perché ormai le case fanno a gara per uscire per prime con i nuovi modelli e intanto che aspetti di metterteli ai piedi cominciano le prime anticipazioni, qualcuno che parla in modo entusiasta di questo o quel modello, qualcuno che rimpiange la serie vecchia e intanto la voglia aumenta... soprattutto come in questo caso in cui di novità ce ne sono molte e tutte particolarmente appetibili.
Viste le previsioni meteo, che paventavano una vera e propria bufera per la domenica, come sapete Mark ed i ragazzi delle case, che meritano veramente un enorme ringraziamento per la consueta gentilezza e disponibilità, ci hanno lasciato a disposizione gli sci da testare fino alle quattro del sabato. E allora c’ho dato veramente dentro, su una neve bellissima, la migliore in assoluto su cui ho sciato quest’anno, che ha tenuto perfettamente fino al pomeriggio dove sono uscite solo pochissime placche di ghiaccio, e sono riuscito a provare tutti i modelli che mi ero ripromesso di provare, almeno le novità più significative, più un paio di
“ritorni di fiamma” come XLab e XT, ma questi per il solo piacere di farci un paio di piste in compagnia. Ho quindi rinunciato a risalire su Dynastar, Rossignol e Voelkl, che avevo già provato nelle scorse stagioni. Aggiungo ancora solo che queste note sono state stese di getto, e poi solo corrette nella forma, sabato sera subito dopo il test, proprio per non avere condizionamenti di alcun tipo, magari scambiando le opinioni con gli altri tester o con i rappresentanti delle case. Mi scuso quindi con voi, con le case e con Mark per qualche inesattezza in cui sono potuto incorrere.
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Head in fatto di novità ha fatto la parte del leone, rivedendo completamente le sue due gamme top, la World cup rebels e la serie Supershape. Di entrambe è stata rivista la filosofia, è stato introdotto il famoso graphene di cui si è parlato già moltissimo, quindi non entro nel merito sulla sua effettiva utilità, tentando di dare un parere solo su come ho trovato i nuovi sci, a prescindere da come sono realizzati e dai materiali che utilizzano. Di tutti i modelli è stata rivista profondamente la sciancratura, rendendola più aggressiva, sono state allargate e abbassate le punte e - finalmente per chi come me non lo ha mai amato - sui supershape è sparito il rocker. Ne deriva che quasi tutti i nuovi attrezzi di casa Head hanno un nuovo family feeling, in buona parte differente da quello che hanno avuto fino a qui, perdendo in parte quella immediatezza e "pastosità" che li hanno sempre contraddistinti, acquistando nel contempo una diversa personalità, più sportiva e dinamica. I nuovi modelli possono piacere di più o di meno delle versioni che li hanno preceduti e di cui hanno mantenuto praticamente quasi solo il nome, un po' come accadde quando uscirono i supershape con il rocker, ma bisogna riconoscere alla casa austriaca di aver avuto il coraggio di rivedere profondamente i suoi cavalli di battaglia che per anni sono stati i punti di riferimento nella loro categoria.
Le altre case però non sono state certo a guardare, lavorando soprattutto nella categoria degli “allround top”, abbandonata per troppo tempo e rilanciata alla grande da Atomic con l’XT, vale a dire quei modelli di derivazione race, ma meno specializzati, meno impegnativi e fruibili da un pubblico più vasto rispetto ai soliti GS ed SL, sci destinati ad uno sciatore che non interpreta ogni discesa come una manche di coppa del mondo, ma vuole uno sci comunque di ottima fattura, che quando decide di spingere è in grado di offrire prestazioni molto vicine ai modelli race. In questo ambito, Fischer ha lanciato una linea completamente nuova, la RC4 The Curve, che si affianca alla tradizionale RC4 World cup, con tre sci, uno top, il "The Curve" (nero - arancio) con piastra e attacco booster, uno di fascia medio alta, il DTX (nero - giallo) e un modello base, il TI (io ho provato il due modelli di fascia superiore). Atomic, da parte sua, completa la linea Redster con uno sci tutto nuovo, anche in questo caso un allround che arriva direttamente dalle gare di slalom, il TR. Salomon invece rilancia il suo modello di punta l’XRace, specializzandone le versioni rispetto alla serie precedente con l’introduzione dell’SL e del GS, che sia affiancano al vecchio XRace e rivede l’XMax, che adesso da unico sci della precedente stagione, diventa una linea completa, sempre allrond, con diversi modelli in catalogo (che non hoprovato).
A questo punto, veniamo agli sci che ho provato, come al solito in rigoroso ordine alfabetico.
ATOMICAtomic Redster TR 176 Questo nuovissimo sci è sicuramente stata la sorpresa più bella del test. È l'SL FIS ammorbidito nella parte centrale ed allungato nelle misure. Adotta la piastra-attacco race X12 TL che equipaggia tutti i modelli top di casa Atomic e vanta un raggio di curva intermedio tra un race carve e un SL vero. È piaciuto praticamente a tutti: rapido come un SL nei cambi spigolo, è da sciare in modo dinamico e "sportivo" nello stretto, dove dà il meglio di se, però non ti molla se lo fai correre e lo porti al limite su curve da GS vero. Veramente un gran bell'attrezzo, facile ed intuitivo, ma in grado di scatenare adrenalina pura se ci dai dentro. Promosso a pieni voti. Unico dubbio come si posiziona questo modello nel listino della casa austriaca, soprattutto se non si sovrappone all'XTI lanciato la scorsa stagione, anche se questo non è certo un problema per un potenziale acquirente, ma anzi una possibilità di scelta ulteriore, anche perché questo RT mi è sembrato di una categoria superiore rispetto all'XTI e figlio degnissimo del D2 XT.
Atomic Doubledeck 3.0 XT 175Lo avevo già provato nelle scorse edizioni, ma ho voluto riprenderlo proprio per il piacere di sciare uno sci sempre sopra il top in termini di prestazioni, facendo una pista a tutto gas con Zazaz, anche lui munito di un XT 182. È sempre lo stesso sci, stesso feeling, anche con la nuova piastra attacco che sostituisce la precedente, cambi di ritmo da far paura, tenuta da GS, agilità di un SL FIS. Semplicemente fantastico, anche se obiettivamente il “quasi gemello” Salomon XLab risulta ancora più godibile, forse perché meno cattivo e leggermente più morbido. In ogni caso un attrezzo eccezionale.
FISCHER Fischer RC4 The Curv 178 - NE’ la grande novità della casa austriaca, uno "scione" bello pesante e strutturato. L'aggettivo che probabilmente lo definisce meglio di qualunque altro è "poderoso"; le curve medio lunghe sono il suo terreno ideale, dove si dimostra preciso e rigoroso nelle traiettorie, senza risultare mai nervoso. Lo sci lavora al meglio soprattutto nella zona centrale, mentre l'ingresso curva non mi è sembrato particolarmente immediato, in cambio la coda ti sostiene in modo naturale e progressivo, anche se mi sarei aspettato un rebound più deciso. Tutto ciò, unito ad un centro parecchio largo (73 mm non sono certo pochi per un RC/allround) non lo rende certo un fulmine nei cambi e nello stretto mi ha dato l’impressione di essere piuttosto impegnativo e a lungo andare credo possa risultare abbastanza stancante. Non è, in pratica, il classico sci che gira da solo, ma richiede una certa decisione, soprattutto a velocità medio bassa. Lo consiglierei quindi soprattutto a sciatori pesanti, potenti e ben allenati che prediligono in modo particolare curve a raggio lungo e velocità elevate. In ogni caso, uno sci sicuramente riuscito, anche se per il mio modo di sciare il mio preferito in casa Fischer resta l'RC4 WC RC, altrettanto prestazionale, ma più rapido e maneggevole nello stretto.
Fischer RC4 The Curv DTX 178Il "fratello minore" del The Curve nero ed arancio ha una struttura più leggera e non monta la piastra/attacco Z13 FF dell'arancio, ma la Z12 FF. L'ho provato tra gli ultimi sci, con la neve abbastanza mossa e con qualche placca dura e lo sci si è comportato più che bene in ogni condizione, dimostrando un'ottima tenuta. Anche lui non è un fulmine di guerra nei cambi di spigolo, ma forse proprio per la struttura più light rispetto all'arancio, entra in curva più rapidamente e comunque si dimostra molto piacevole da sciare. Uno sci sincero, alla portata di un gran numero di sciatori, non particolarmente impegnativo, più agile e probabilmente molto meno stancante del modello top di gamma, anche se un paio di piste sotto questo aspetto non possono essere certo significative. Arrivo a dire che probabilmente è più godibile del fratello maggiore. Se solo fosse qualche millimetro in meno al centro...
HEAD Head WC Rebels i.speed 175 - 180 Dopo otto anni di onorato servizio senza modifiche sostanziali, Head ha rivisto completamente questo vero e proprio best seller, punto di riferimento nella categoria dei “GS negozio”. Ce n’era bisogno? Probabilmente sì, considerando che tutte le altre case ormai avevano messo in catalogo modelli più moderni, che rendevano “fuori moda” il vecchio i.speed, con la sua linea dritta, la sua punta rotonda, i suoi fianchi stretti un po’ “demodé”, che facevano tanto “gara”, ma magari scoraggiavano chi voleva uno sci più facile, meno impegnativo da sciare tutto il giorno e con un look più moderno. E allora via con questa mini rivoluzione, adottando alcune soluzioni già viste nell’ambito della concorrenza, come la spatola larga e bassa, la sciancratura aggressiva, la larghezza centrale allargata, anche se solo di qualche millimetro e, come ho scritto in premessa, senza parlare del graphene che dovrebbe conferirgli una maggiore rigidezza con un notevole risparmio di peso. Ma come va sulla neve? Ero veramente curioso di scoprirlo ed allora l’ho voluto provare come primissimo sci, a piste praticamente deserte, prima in 175 e poi nella sua misura “magica”, il 180, che è quella che sicuramente preferisco per questo genere di sci. Come lo metti ai piedi, dopo solo qualche metro, ti accorgi che la superficie di appoggio sulla neve è aumentata (sensazione che mi ha confermato più tardi anche il Magister) e senti che lo sci è notevolmente diverso rispetto al suo predecessore. La spatola larga e bassa ti proietta dentro la curva, la sciancratura pronunciata fa il resto e la coda, che è stata ridisegnata, sorregge bene. Soprattutto nella coda mi è sembrato che il nuovo i.speed sia migliorato, considerando che la coda un pochino cedevole era probabilmente la parte meno riuscita del vecchio modello, in particolare in caso di sciatori piuttosto pesanti e potenti. Una volta impostata la traiettoria, lo sci sta lì e la chiusura è fulminea, quasi da slalom. Come da riferimento è la velocità in fase di cambio spigoli e anche sotto questo aspetto il nuovo i.speed si comporta in modo impeccabile, tu imposti il movimento e lui esegue, direi quasi, che “fa il resto”. Rispetto al vecchio i.speed è quindi sicuramente più facile, ma nel contempo più reattivo e sicuramente meno impegnativo, se lo si vuole sciare in modo rilassato. Probabilmente Head ha voluto, un po’ come aveva fatto con la serie Supershape, allargare un pochino in basso il target di clientela a cui è destinato lo sci, rendendolo più simile al vecchio Supershape speed “pre rocker” o, se vogliamo, più simile ad un i.race. Gran bello sci sicuramente, facile, intuitivo, divertente, alla portata di un gran numero di sciatori, ma…
Head WC Rebels i.pro 180 Come sappiamo è il modello “vitaminizzato” dell’i.speed, il fratello cattivo e “palestrato”, con piasta racing e aspirante ad essere il nuovo punto di riferimento nella categoria “master”, quei nuovi modelli che si collocano sopra ai normali GS negozio e sono destinati a tutti coloro che non reputano sciabili in campo libero- o non osano sciare - i modelli FIS, ma vogliono comunque avere ai piedi uno sci “over the top”, che si avvicini molto ad un FIS per caratteristiche , ma meno impegnativo da sciare tutto il giorno e con un raggio inferiore ai canonici 23 metri minimi dei FIS. Come il fratello minore, anche il pro è stato rivisto completamente, adottando le stesse misure del nuovo i.speed e come l’i.speed rispetto al suo predecessore è diventato più facile ed immediato, ma nel contempo più cattivo ed aggressivo. La tenuta è impeccabile e aumentando la velocità lo senti sempre stabile e preciso, basta pensare di girare e lui gira, se il vecchio pro pretendeva di essere impostato in modo deciso per entrare in curva, qui basta mettersi sulle lamine e lui lo fa in modo fulmineo, dove con il vecchio pro dovevi schiacciare, e tanto, per fargli chiudere bene la curva, il nuovo la curva la chiude quasi da solo e ti proietta, quasi come uno slalom di ottimo livello, immediatamente nella curva successiva. Se lo speed è rapido nei cambi, il pro è addirittura fulmineo e ti lascia veramente senza fiato se ci dai dentro. Il meglio di se lo dà, a mio personalissimo parere, nei cambi di ritmo e di raggio, come lo speed del resto, quando si passa da una serpentina stretta ad una serie di curve più ampie, aumentando progressivamente la velocità. Qualcuno lo ha giudicato troppo tosto, a me sinceramente non ha dato questa impressione e, anzi, anche lui come il nuovo i.speed, mi è sembrato meno faticoso da sciare rispetto alla versione precedente, anche se naturalmente l’i.speed resta un minor impegno fisico per essere sciato al massimo. Tutte rose, quindi? Probabilmente sì, ma…
… ma mi sembra che entrambi i modelli abbiano perso un po’ della loro personalità, diventando simili per impostazione agli altri GS della concorrenza, quella personalità per cui, se si fossero presi tutti i GS sul mercato e si fossero resi tutti irriconoscibili cancellando qualsiasi riferimento grafico, li avresti riconosciuti comunque appena dopo due curve, perché magari non erano quelli più performanti in assoluto, non erano i più cattivi, richiedevano un certo sforzo ed una buona tecnica per dare il meglio di se stessi, ma vantavano - soprattutto lo speed - un equilibrio perfetto, con quell’impostazione “da gara” tipica degli RD, i modelli FIS della casa austriaca, di cui mantenevano il dna, ma con un carattere più dolce ed amichevole.
Le mie però sono impressioni del tutto personali, che vengono probabilmente dalla mia impostazione old style, per cui i GS dovrebbero essere lunghi e dritti e richiedere una sciata precisa per essere sciati al meglio, anche a scapito delle prestazioni assolute; sci che se sfrutti solo la sciancratura vai dritto nel bosco. Chi invece è cresciuto con il mito delle curve con la mano per terra e le carvate a tutta, sicuramente apprezzerà questa nuova generazione di sci, più facili e cattivi, anche se un po’ tutti uguali.
Head Supershape speed 177 Anche lo sci immagine di Head, quello che sale sui podi di CDM nelle mani della Vonn e di Svindal, è stato completamente rivisitato: ha "perso" il rocker con buona pace di tutti gli amanti di questa soluzione, ha adottato la stessa punta bassa e squadrata degli altri nuovi Head, ha aumentato le sciancrature e si presenta nuovo nuovo per affrontare il suo secondo decennio di vita. Cosa dire? Chi arriva dalla prima generazione, quella con serigrafia con fondo bianco per capirci, ritrova un vecchio amico che, con quelle caratteristiche di sportività e di brio che erano andate un po' a perdersi nelle ultime stagioni, quando lo sci era fin troppo facile e “pacioso” in tutte le condizioni, ma anche un po' banale e senza quel "flavour" che è sempre stata la carta vincente di questo modello. Il nuovo SSS invece, pur mantenendosi lo sci facile ed intuitivo che è sempre stato, è divertentissimo; appena lo metti sulla lamina imposta la curva come un SL e grazie al centro stretto ed alla coda ben disegnata ti porta a chiudere le curve in modo naturale. La coda stessa restituisce una discreta spinta, ma mai in modo brusco e senza quell'effetto catapulta che può mettere in difficoltà sciatori meno esperti o preparati fisicamente. Come i fratelli wc ha perso un po' di pastosità ed è diventato un pelo più secco nelle risposte, mentre la sciancratura più aggressiva gli fa digerire meno eventuali derapate sul duro, però resta ancora - giustamente - uno dei punti di riferimento nella sua categoria, lo sci veramente per tutti, dal bravo/bravissimo che si divertirà un mondo a tirare belle curve anche a velocità sostenuta, a chi magari bravo bravo non lo è ancora e cerca uno sci che lo aiuti a migliorare il proprio bagaglio tecnico. Promosso a pieni voti.
Head Supershape magnum 177 Non ho mai fatto mistero che il magnum non mi ha mai fatto impazzire: troppo morbido per i miei gusti, uno sci con sciancrature da slalom, ma lento a girare, uno sci che ho sempre considerato di scarsa personalità. Devo ammettere che questa versione tutta nuova mi ha sorpreso veramente e sicuramente in modo molto positivo. È stato sottoposto alla stessa "cura" che è stata somministrata ai suoi fratelli SS e secondo me è quello che ne ha giovato più di tutti. Essendo meno sciancrato dello speed, risulta anche più equilibrato, offrendo un ottimo rapporto “impegno/prestazioni”; ha perso un po’ del suo spirito slalomistico, soprattutto nella versione lunga, lasciandolo in eredità esclusiva al fratellino Rally, ma ha guadagnato in termini di polivalenza, ponendosi, a mio parere, veramente al livello più alto tra gli allround (o allmountain 100% pista come si dice adesso). Continua a non essere un fulmine nei cambi, ma adesso garantisce una sostanza che non ha mai avuto in precedenza, sia sulla neve un pochino mossa, sia sul duro, dove proprio non aveva mai brillato. Il miglior magnum di sempre, probabilmente, lo sci ideale per sciare otto ore al giorno per tutta la settimana bianca.
SALOMON Salomon XRace GS 175Avevo provato l’XRace in diverse misure nelle scorse edizioni di PMC e non ho mai fatto mistero che non mi era piaciuto. Lento nel girare, troppo "pacioso" e poco scattante, non rappresentava certo il mio standard di sci, né in versione lunga da race carve, né in quella corta da SL. Uno sci che ho più volte definito banale. Per questo devo ammettere che mi sono avvicinato a questa nuova versione con un po' di prevenzione e devo ammettere anche però che mi sono dovuto ricredere. Il nuovo Xrace in versione GS è stato rivisto proprio come filosofia, è più "specializzato” e finalmente acquista un carattere più sportivo e "frizzante"; è molto più dinamico e divertente rispetto alla vecchia versione “normale”. Non è ancora un fulmine nello stretto, ma adesso se la cava egregiamente e non dà più quella sensazione di eccessiva pesantezza e lentezza che lo penalizzava eccessivamente, mentre nel lungo mantiene quella tenuta rigorosa che era l'aspetto più apprezzabile di questo sci, come la facilità complessiva e la sensazione di sci non particolarmente impegnativo se tenuto ai piedi tutto il giorno. Continua a non essere il mio race carve di riferimento, ma sicuramente ha fatto dei passi da gigante in termini dì piacevolezza e divertimento. Lo sci perfetto per chi vuole uno sci per sciarci otto ore senza bruciarsi le gambe.
Salomon XLab 175Da un paio di stagioni è uno dei modelli, se non in assoluto il modello, più riusciti del mercato. Cosa aggiungere a tutto ciò che di buono è stato già scritto su questo sci? Nulla direi, se non che mi sono veramente goduto le due discese che mi sono fatto con questo autentico purosangue, apprezzandone il comportamento equilibrato e sincero, la risposta entusiasmante e mai troppo nervosa, la tenuta da riferimento. Bello bello bello. Sicuramente quello che mi è piaciuto di più tra tutti quelli provati. Mi spiace, per chi me lo aveva richiesto, di non aver potuto provare il 183, ma non sono riuscito a trovarlo allo stand.
Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggermi fino a qui.
Ps: come di consueto riporterò in seguito queste note, con le opportune modifiche dovute al diverso contesto, anche su SF.