Prime impressioni di guida sul Rossy 182 r.23 Fis WC Rossy My ‘11/’12
(le confessioni di un povero -limitato- pistaiolo impenitente...... ad un altro impenitente pistaiolo -Cirello-
)
Dunque-dunque……… drin-drin la spacca cabasisi della sveglia suona alle 6.00 pronto in fretta per la salita, 100 tornati, ma la voglia di provare questa “novità” dello sbananato era troppa, lassù dove neanche le aquile volteggiano e laggiù nello sprofondo della “mia” solita pistina.
Più che prova vera, direi che siamo ancora nel campo delle sensazioni, diciamo prime impressioni, mentre più avanti sarò, se del caso, più preciso.
Pistina, la solita estiva, perché normalmente le mie prove sono sempre in quelle tre o quattro, dove conosco, metro per metro, ogni aspetto e quindi mi risulta sempre abbastanza semplice tirare conclusioni e paralleli (del resto, abbiate pazienza, ma nell'incipit c'è scritto che son limitato..... mica a caso!
).
Descrivere le condizione della neve, per chi non c’è mai stato, è inutile, perché son diverse dalle solite invernali ed in più cambiano ogni 2 per 3.
Questa volta, appunto perché il 182 in questione è geometricamente pensato “diverso” (alla Rossy direbbero:
"'O famo strano!"), mi viene da vederlo prima da fuori, ossia per i primi giri lo affido ad uno che sa, ad uno che normalmente gira solo con WC ben più lunghi e prestanti.
Prestanti……… in casa, oltre a questo 182 ho pure un 191 r.27 e la cosa che balza subito all’occhio, mettendoli a confronto, è che il più lungo è anche più spesso di 2-3 mm. nella parte più alta (zona vicino al puntale) e qui, a buon intenditore poche parole, mi sembra già di aver chiarito la notevole differenza e non aggiungo altro se non che non so se esiste anche il 191 con lo stesso spessore del 182. Per quello che serve….. (ma tanto c’è Marcolino nostro….)
Altro aspetto per chi conosce i WC Rossy (da cui mancavo da un po’ di anni) è che finalmente soletta e lamine, ma soprattutto impronta, ora, appena usciti da come mamma gli ha fatti, sono visivamente ben eseguiti e che tale conferma ci sarà anche in seguito una volta provati.
Diciamo che era ora…….. finalmente da subito precisi e velocissimi di suola…..
Riprendiamo la marcia di avvicinamento.
Affidati a piedi giusti e visti da fuori, nei vari raggi di curva, sembrano (sembrano…….) facili-facili, nessun cedimento, sbandamento e con la punta dello sci estremamente consistente.
I commenti sono solo positivi e tenete presente che chi ha provato questo sci ha già provato (ampiamente) il 191 ed il 185 (tutti e due r.27) sia in campo libero sia nei pali.
Non poteva mancare anche un giro nei pali, con il risultato che, per com’era il tracciato, tra un palo e l’altro danno la sensazione di estrema facilità, tanto d’avere tutto il tempo di bersi un cafferino in pieno relax……….
Ma ora tocca a me.
Questo 182 r.23 infonde solidità e sicurezza sin dai primi metri, che dedico al corto raggio e la prima impressione è quella d’avere uno sci sotto ai piedi molto più corto di quello che è realmente. Certo, mi si dirà, che utilizzare un GS Fis per il corto raggio non avrebbe molto senso, però mi sono posto il problema se questo sci possa anche essere utilizzato in campo libero, visto che nei pali è straottimo.
Dicevo sci molto più corto, certamente, però richiede un movimento, alto-basso, molto ritmico e la fase d’inversione più è enfatizzata meglio viene, mentre se ci si rilassa un po’ la tendenza è di proseguire diritto, ma ci sta.
Morale oltre ad un certo impegno fisico (non trascurabile….) richiede anche una buona base tecnica, una grande dinamicità che poi, come vedremo, si deve applicare in ogni raggio richiesto.
Allungando il raggio questa buona base tecnica poi viene fuori ancor di più.
Fuori discussione la stabilità, la tenuta e la precisione, ma quello che sorprende è la fase d’entrata che risulta sin troppo facile. Sicuramente è lo sci più facile in entrata che abbia mai provato.
Ma 'sta storia ha pure il rovescio della medaglia. A medio-bassa velocità (che poi è quella più normale nella sciata in campo libero) si deve stare molto attenti alla pressione che si esercita sugli sci perché la tendenza è sì di entrare, ma continuando a girare sempre più, con il risultato (un po’ come negli SL WC) d’andare in rotazione facilmente.
Il primo “imputato” è la pressione esercitata da metà curva in poi sull’esterno.
Quindi ci si deve resettare un po’ (un bel po’….) e trovare le giuste pressioni.
Oltre a ciò, appunto perché ha un andamento molto “da sempre in curva”, anche la fase di cambio dev’esser preparata bene, senza fretta, tanto poi lui recupera il “tempo perso” nella immediatezza della successiva fase d’entrata. Il tutto perché è un attimo trovarsi in rotazione (e di bestia….) oppure troppo vincolato (con l’immancabile tangente).
Oppure se si effettua il cambio con troppa veemenza le code degli sci perderanno, per l’effetto del ribaltamento, l’appoggio, librandosi nel cielo.
Semplificando: entrata di una velocità e facilità sbalorditiva, da metà curva in poi lui continua a girare tanto (anche con minime pressioni) e si deve prendere delle precauzioni per effettuare la fase di cambio, anche perché la coda è molto portante, ovvero fornisce una spinta decisamente generosa, ma sempre tendente alla chiusura della curva.
Il giusto connubio, avendo la pazienza di trovare il punto d’equilibrio, tra la velocità d’entrata, la forza della coda e le adeguate (minori del previsto) pressioni, porta lo sci a cambiare anche il ritmo con delle immediatezze fuori dal comune. Fulminee!
Dal quadro dovrebbero uscire avvantaggiati chi ha una sciata leggera (infatti è un WC w), mentre chi usa troppo la forza fisica, presumo, per lo meno sulle prime, si troverà disorientato, perché, tutta questa roba qui, non è molto automatica da eseguire (ed ecco perché la prova vera e propria la rimando a quando avrò un po’ più giornate sulle spalle ed eventualmente valuterò se e come modificare il tuning) anche perché si distoglie totalmente da sci provati in precedenza e la consistenza del manto influisce decisamente.
E’ chiaro, che stretti tra ritmi elevati e l’attenzione posta, si “paga” con una continua pressione esercitata e che si riflette sulle nostre gambine, per cui il buon allenamento è indispensabile, altrimenti vi può capitare come a me che, complice i 3000, complice il piattello, complice l’immancabile siga sul piattello, di fatto dopo mezzora avevo le gambe frollate…… e da qui scaturisce anche l’idea, tutta da verificare, che per questo tipo di sci non sia necessario una scarpa con flex elevato, anzi….. potrebbe essere controproducente. Meno flex più progressività.
C’è un altro aspetto.
Tutto quanto sopra se si libera la L5 (anche se sta cadendo in disuso, o meno uso)andando a compensare l’inclinazione, quindi sfruttando pienamente, o quasi, il fianco diritto dello sci, mentre chi scia con lo sci più piatto l’effetto, tolto la facilità d’entrata, logicamente si avverte meno, anche molto meno essendo direttamente proporzionale all’angolo posto sulla neve.
Paragoni con altri WC +/- della medesima lunghezza.
Difficili ad oggi. Personalmente mi è piaciuto molto, a tratti inarrivabile ed entusiasmante, però appunto perché veramente “diverso” ci vuole più tempo (per lo meno a me che son stordito di natura) per capire tutti gli aspetti (quanto meno provare….) e son pure curioso di capire modificando la preparazione base come reagirà.
Ma dei punti fermi possiamo stabilirli subito: è un prodotto eccellente, con una suola veramente veloce (che per un WC è estremamente importante) e si può traquillamente utilizzare in campo libero.
Prodotto, certo, non proprio per tutti, ma indirizzato, in campo libero, solo a chi ha una buona tecnica di base, che abbia l’attitudine al cambio mentale del materiale, che ragioni mentre scia senza far prevalere l’aspetto fisico.