Stò finendo di leggere in questi gorni il libro Nanga Parbat di Messner,la storia dalle prime esplorazioni in poi,passando per la tragedia di Gunther Messner.

Speriamo che il film sia bello tanto quanto il libro.
(non penso che il film collegato a questo libro)

rispolvera anche gli sci e vieni con me domattina.

Poi non dimenticate, tu e il possessore di monster con dyamir, che da giovedì prossimo tutte le sere sono buone per il nostro giro.

Viene anche german con le ciaspole...

ma siccome sa bene che

andare con le ciaspole dove si scia
è come mangiare la minestra con la forchetta

si porterà a spalle i due john

Ha già imparato anche a incrociarli in volo!!

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Io mi stò allenando ,fatemi sapere dove e quando.


Questa volta i Monster restano a casa, Dinamic Ultra Lite e pelli.

Non hò più trent'anni per tenere il passo di ICE.

non è del passo di ice che ti devi proccupare,
ma del mio che il prossimo mese ne compio 58.

Alenes gnaro!

Ma!!!!! mi devo allenare per la gita o per una festa.


Intanto comincio a mettere in fresca,che è meglio.

italo mi ero perso il forum nei giorni scorsi...

l'uscita sai che son sempre pronto...mi manca un pò di materiale adatto ma questo già lo sai...

http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Alpinismo/13-05-2009/-morto-compagnoni-50399959171.shtml

AOSTA, 13 maggio 2009 - È morto la notte scorsa all'ospedale di Aosta l'alpinista Achille Compagnoni, 94 anni, residente a Cervinia (Valtournenche). Insieme a Lino Lacedelli fu il primo a raggiungere, il 31 luglio 1954, la vetta del K2 (6811 m). Era ricoverato da alcune settimane per problemi legati all'età.

Achille Compagnoni in una foto recente
Achille Compagnoni in una foto recente

biografia — Achille Compagnoni era nato a Santa Caterina Valfurva il 26 settembre 1914 da una famiglia che ha dato molto allo sport italiano. Lui aveva scelto la carriera militare negli alpini anche per seguire questa strada, legando la passione per la montagna all’alpinismo che lo avrebbe reso famoso in tutto il Mondo. La svolta per lui, divenuto guida alpina, arrivò nel 1953 quando fu convocato da Ardito Desio per far parte della spedizione italiana che nel 1954 avrebbe tentato la salita al K2, la seconda montagna del Mondo (8611 m). In quella spedizione finì per diventare il braccio destro del capo spedizione Ardito Desio. Il quale era un geologo e non un alpnista, per cui, svolti i compiti di organizzazione logistica, sulla montagna doveva per forza affidarsi, dal campo base da cui non si mosse mai, alle indicazioni di chi sarebbe salito in parete.

Compagnoni (sin) con Lacedelli: il 31 luglio 1954 conquistò la vetta del K2
Compagnoni (sin) con Lacedelli: il 31 luglio 1954 conquistò la vetta del K2

scalata al k2 — Il 31 luglio 1954 fu proprio Compagnoni, insieme a Lino Lacedelli, a mettere per primo piede sulla vetta del K2, che fin lì aveva sempre respinto tutti i tentativi. In quest'occasione Compagnoni riportò il congelamento di alcune dita delle mani, che gli causarono un lungo ricovero al rientro dalla spedizione. Forse proprio a causa delle riprese fatte con la cinepresa per il film ufficiale, Italia K2, che fu in quegli anni un gran successo. Per la proprietà di quelle riprese lo stesso Compagnoni fu a lungo in causa col Club Alpino Italiano, organizzatore della spedizione. La prima salita del K2 fu una sorta di rivincita per l’Italia, uscita malridotta dalla seconda guerra mondiale e ancora lontana dal boom economico che l’avrebbe portata fra i Paesi più sviluppati. Purtroppo quel successo fu però macchiato dal resoconto ufficiale della spedizione, a firma di Desio, ma per la parte della scalata evidentemente scritto su indicazioni proprio di Compagnoni. La relazione ufficiale nascose per oltre 50 anni il contributo decisivo dato al successo da Walter Bonatti, che con l’hunza Mahdi portò fino all’ultimo campo le bombole d’ossigeno con le quali la cordata Compagnoni-Lacedelli giunse in vetta. I due s’erano accordati con Bonatti sul punto in cui avrebbero piantato la tenda, ben sotto quota 8000. Invece non solo andarono oltre, ma anche sistemarono quell’ultimo campo avanzato fuori dalla via di salita e nascosto a chi saliva dal basso. Così Bonatti e Mahdi non poterono individuarlo. Inoltre, la cordata di punta rispose una sola volta, quando già era sceso il buio, ai richiami dei due che portavano loro le bombole d’ossigeno. Era chiario a quel punto che Bonatti e Mahdi non sarebbero più potuti ridiscendere all’ultimo campo, ma dall’alto nessuno andò loro incontro o mostrò la via da seguire per raggiungere il fragile riparo della ultima tenda. Così il giovane Bonatti, la mascotte della spedizione, e il forte hunza dovettero bivaccare all’addiaccio ben oltre gli 8000 metri. Fortunatamente sopravvissero, ma Mahdi riportò gravi congelamenti per i quali subì amputazioni ai piedi.

Compagnoni (sin) alla partenza della Bormio-Brescia del Giro d'Italia 2000
Compagnoni (sin) alla partenza della Bormio-Brescia del Giro d'Italia 2000

polemica — Nella relazione ufficiale la vetta sarebbe stata raggiunta con le ultime ore di scalata, da quota 8400, senza ossigeno (Compagnoni sostenne che Bonatti - per quanto privo di maschera - ne avesse fatto uso durante il bivacco all'addiaccio nei pressi del nono campo, cosa assolutamente impossibile), ma la pubblicazione della prima foto scattata in vetta al K2 (e mai più pubblicata per anni) sull'annuario svizzero "Berge der Welt" del 1955 mostra che le maschere e i basti con le bombole dell'ossigeno erano stati utilizzati da Compagnoni e Lacedelli fino in vetta. Visto il peso dei basti (20 chili) era chiaro che l'ossigeno non era finito prima. D'altronde risultava incredibile, confrontando gli orari e le quote fornite dai primi due scalatori, anche che la progressione con l'ossigeno fosse avvenuta coprendo un dislivello medio 31 metri all'ora (tra le quote 8100 m e 8400 m) mentre quella delle ultime due ore di salita (tra le quote 8400 m e 8611 m), senza l'ausilio dell'ossigeno, fosse avvenuta alla velocità di 100 metri di dislivello all'ora, ossia tre volte più veloce. Bonatti contestò invano per decenni la versione falsa della relazione ufficiale, ma solamente dal 2004 e infine ufficialmente lo scorso anno il Club Alpino Italiano, a seguito delle risultanze di una apposita Commissione d’inchiesta, l’ha corretta riconoscendo come vero quanto lo stesso Bonatti aveva sempre sostenuto nei suoi libri. Compagnoni però non ha mai accettato di correggere quella sua versione, nonostante per gli alpinisti di tutto il mondo, con Messner in testa, fosse da decenni riconosciuta come sicuramente falsa. Si capisce bene perché ora, alla notizia della morte di Compagnoni, Walter Bonatti non voglia fare alcun commento: “Non ho una parola da dire” la sua secca dichiarazione


su nel paradiso, lascialo andare per le tue montagne.

amen

Amen

A volte si rinuncia per brutto tempo,problemi fisici,ma rinunciare per aiutare un compagno in difficoltà pesa,ma ti rende migliore.

http://www.montagna.tv/?q=node/10312

condivido

@ ICE

Guarda Simone Moro come si diverte.
http://www.montagna.tv/?q=node/10280

visto visto...non si fa mancare nulla...

@ ICE ITALO

Oggi avevo un paio, di ore libere,mi son dato alle spese.

per la prossima stagione



22 litri-lacci di comporessione e porta sci-porta picozza cerniere grosse con ganci grandi per facilitare la presa con guanti.



Spallacci imbottiti regolabili,fascia lombare ridotta,laccio chiusura pettorale.

Interno modificato e già pronto.





@ ICE

Secondo tè,a cosa serve il laccetto giallino in basso a SX nella prima foto,visto che quello porta picca è sulla DX.

eh eh...

quello zaino ce l'ho anche io...il mio è nero però...

il laccio è multifunzione secondo me...all'interno dovresti trovarne uno uguale ma 'libero' che puoi attaccare dove vuoi...potrebbe essere usato per appendere ciaspole o sci

@ ICE

Forse hò capito