Ciao ragazzi, partecipo per la terza volta al fatidico skitest di Ornello Sport, e come di consueto posto le mie impressioni di guida sugli sci provati!
Ringrazio ancora una volta in primis il grande Marco, artefice di tutto questo, che si è sempre mostrato paziente e disponibile, e come al solito ci ha messo tutta l'anima alla buona riuscita dell'evento, ringrazio tutti i responsabili delle varie aziende che hanno affrontato il tutto con disponibilità e professionalità e cortesia, ringrazio tutti i partecipanti per la compagnia, ringrazio Pino (magicrat) per aver sopportato me durante il lungo tragitto (14 ore di viaggio tra andata e ritorno arrgggggghhhhhh), le mie gomitate notturne (dormire in un letto matrimoniale con uno che hai conosciuto da appena 10 ore obbliga a dover prendere determinate contromisure, ihihih), la mia forma fisica non al 100% (febbre la sera dell'arrivo, mal di pancia nei due giorni successivi), e ringrazio Stefano Silvestri di Head che nella prima giornata di sci libero mi ha dato qualche dritta per sistemare la mia tecnica sciistica, resa imbastardita e grezza da 25 skidays in freeride con assi grassi sulle 29 totali (fino allo skitest), che mi ha poi permesso di sfruttare, sciando in sicurezza, gli sci provati, infine ringrazio Elena Tagliabue per averci riportato tutti quanti sulla terra (semmai ce ne fosse stato bisogno), col suo tempone di 32''69 nella gara...!!!
Le condizioni meteorologiche e nivologiche si presentano molto buone per lo skitest, siamo a metà marzo e la primavera incombe, ma la neve è ancora molto abbondante, in quantità decisamente maggiore rispetto alle scorse annate, ed è ancora di ottima qualità, per il periodo.
La novità di quest'anno è che lo skitest si è tenuto in due giorni anzichè uno solo, questo ha permesso una prova un po' più approfondita e un maggior numero di sci provati.
Ho ritenuto opportuno fare sempre le stesse piste per i vari sci, in modo da poterli valutare in diverse situazioni di pendio e di stato del manto nevoso, per cui dopo aver preso gli sci ed essere salito sull'ovovia Signaue, son da qui sceso lungo la pista 3 Bad Moos - Rotwandwiesen, fino al bivio per la Holzriese 3b (a sinistra), tratto largo, pianeggiante e scorrevole, con neve compatta dove poter prendere confidenza con gli sci e la loro rapidità di inserimento in curva, comportamento lungo l'arco di curva, rapidità nei cambi, per poi lanciarmi sulla Holzriese 3b, bella pendente, con neve dura e ghiacciata, ben preservata dall'ombra degli alberi che circondano la pista, ottima pista per verificare prima l'incisività sul duro, la maneggevolezza sul corto raggio, e poi il comportamento su curve ampie e molto veloci sul tratto che tende a spianare, dove lasciavo scorrere parecchio gli sci per verificarne la tenuta ad andatura sostenuta. Infine, presa l'ovovia Bad Moos - Rotwandwiesen, mi sono lanciato per la 3 omonima e immesso poi nella 10 Signaue per arrivare agli stands, percorso articolato con dossi, pianori, cambi di pendenza, molto largo e con neve compatta ma non dura, dove lasciar scorrere gli sci effettuando variazioni di archi di curva a seconda delle circostanze.
Ricordo i miei dati:
Età: 36
Livello: Oro
Altezza e peso: 172 cm per 75 kg
Forma fisica: al più discreta
Note: prediligo sci dai raggi di curva medio/ampi, e dalla struttura pastosa e duttile, non amo gli sci sordi e duri (come ad esempio i Fischer). Non sono particolarmente aggressivo sugli sci, e non ho una gamba particolarmente potente per sci di questo genere.
Sabato 14, sono da poco passate le 9, ma agli stands delle aziende, già ben allestite, c'è ressa, in particolare in quello Atomic, che ha rivoluzionato la propria linea top gamma, e c'è coda... penso bene di iniziare con un'altra marca, mi aggiro per gli stand, e a quello Head trovo uno sci diverso dagli altri, appoggiato a un angolo, becco Stefanino e gli dico: "non ti faccio domande, sai già cosa devi mettermi ai piedi!", e lui, da persona intelligente e perspicace non ha esitazioni e va a prenderli, sotto gli occhi divertiti e compiaciuti del Magister, venuto per l'occasione, che ha già ai piedi lo stesso sci. Di cosa stiamo parlando? Ma dello JOHN, naturalmente... per uno venuto dai territori selvaggi del POWDER WEST, dopo aver fatto l'Arp Vieille e i boschetti della Val Veny di Courmayeur, la discesa dalla Piatta di Grevon di Pila, i boschetti della pista 4 di La Thuile, il Vallon d'Arby di Verbier, è così spontaneo e naturale mettersi ai piedi uno sci progettato per ciò che più ama, il freeride. Qui, però, lo scenario è diverso, e ne si testa il comportamento su pista.
HEAD JOHN 180 (sciancratura 132-94-119, raggio 19,5): le dimensioni maggiori obbligano a capirlo un po' a fare qualche metro di apprendistato (nel mio caso è stato abbastanza semplice, essendo abituato al mio Rossignol Scratch, simile per geometrie), mettendolo ora su uno spigolo ora su un altro, a cercare una corretta distribuzione dei pesi e una buona simmetria delle tibie, dopo di che si approcciano gradualmente, sulla scia del Maggy, dei curvoni gs a manetta, dove si rivela solido e dà buona confidenza. Uno sci da freeride che non disdegna affatto qualche curvone veloce sui pistoni.
Dopo aver provato (invano) a star dietro al Maggy, e non aver perso occasione di ammirare le sue evoluzioni su ogni dosso, consegno lo sci e mi reco allo stand Salomon, dove il primo sci che chiedo è il
SALOMON 24h 170 (sciancratura 119-72-103, raggio non ricordo ma non distante dai 15 metri): solidità e performance da racecarver, ma molto facile e immediato nell'inserimento in curva, bella presa di spigolo, dà una buona sicurezza anche sul duro. Più piantato e stabile del crossmax W12. Sciancratura abbondante e quindi da considerarsi un Medium Turn (per intenderci come Head Supershape Magnum, Fischer Progressor 9+ Nordica Dobermann Spitfire), ma mi è parso un po' pesantino per questa categoria, lo ritengo quindi adatto a sciatori carvers che amano sciare in conduzione senza soluzione di continuità su archi di curva medi con un attrezzo molto maneggevole, e che abbiano almeno un pochino di gamba.
Dopo questo sci, e aver sentito che le gambe ci sono ancora, anche se un po' spossate per la febbre avuta la prima sera e i successivi fastidi di stomaco (probabilmente mi sono messo subito alla guida dopo aver pranzato frettolosamente, e avrò digerito male nel lungo viaggio di avvicinamento, sono partito alle 13 da Torino per arrivare alle 20 in quel del Kreuzbergpass), decido che è ora di provare uno sci ancor più tosto, e opto per il
SALOMON 2V 178 (sciancratura 112-68-98, raggio 17,5): dà sicurezza, rapido nei cambi, è piacevole ad andatura rilassata, ma più spingi e più ti invoglia a cercare il limite, che non trovi. A volerlo confrontare al modello precedente, si rimane quasi spiazzati del comportamento così differente: rimane sempre bello solido e scorrevole, ma è più vivace alle basse andature, la conduzione nella seconda parte curva a differenza del vecchio modello è più incisiva e aiuta meglio a chiudere le curve, ti dà talmente tanta confidenza che sembra sussurrarti: prova a trovarmi il limite.... limite dal quale, però, sono rimasto piuttosto ben lontano.
Dopo aver consegnato, soddisfatto, questo sci, mi reco allo stand Atomic dove riesco a beccare un
ATOMIC D2 SL 165 (sciancratura 123-67-107.5, raggio 11.5): mantiene quella presa di spigolo che pone gli Atomic al top, sci tosto ma abbastanza duttile, davvero molto piacevole, per essere uno slalom top è piuttosto equilibrato. Sarà merito o no della nuova tecnologia D2, ma questo sci è tanto intuitivo e accessibile a bassa andatura quanto più stabile diventa man mano che premi il piede sull'acceleratore.Uno sci che ti trasmette sempre tanta sicurezza, dal momento in cui inizi a dare angolazione e lo accompagni nella sua traiettoria, ti asseconda immediatamente seguendo fedelmente le linee che hai già impostato nella tua mente. Se devo fare un appunto, sui curvoni ampi e molto veloci, la sua spatola tende a cercare un raggio di curva più stretto, e causando dei lievi sbacchettamenti, ma questa è una cosa fisiologica considerato il suo rapporto spatola-centro piuttosto esasperato.
Che dire dopo aver provato uno sci di questo genere? Si pensa a trovare un termine di paragone. Mi chiedo se le sue prestazioni siano al livello di un FIS, ed ecco che lo stand accanto, della Blizzard, ha in bella mostra uno slalom a norma FIS... pensato, visto, messo ai piedi! Ecco il
BLIZZARD SL 165 FIS (sciancratura purtroppo mi son scordato di segnarla): solido, facile a inserirsi, ma dà il meglio quando ci si dà dentro.. impegnativo in campo libero. Molto bello, ma non è uno sci per me, che cerco un minimo di rebound già ad andature tranquille, qui devi spingere non poco per sentirne la risposta elastica, che è la cosa che amo più in uno sci (preferisco uno sci morbido ma elastico e progressivo a uno sci rigido e sordo oppure troppo secco nella risposta, indipendentemente dal comportamento sul duro, che non amo) Uno sci non FIS che per temperamento gli si avvicina (cioè temperamento da sci rigido, e per questo non particolarmente apprezzato da me) è stato il Fischer SC WC non FIS che avevo provato a Gressoney.
Appena consegnato, voglio rimanere sul filone slalom top, e allo stand Elan trovo lo sci del caso
ELAN SLX165 (sciancratura 116-66-104, raggio 12,9): comportamento simile a uno sci FIS, solido in ingresso curva, ma meno rapido e incisivo rispetto all'Atomic D2, ben piantato e incollato al terreno, molto bello nella seconda parte di curva. Il suo temperamento e la sua solidità strutturale lo rendono indicato soprattutto per sciatori pesanti e aggressivi. La sua sciancratura non eccessivamente esasperata lo rende abbastanza polivalente, e si comporta in modo sicuro nei curvoni ampi, più dell'Atomic (la cui spatola, come già detto prima, cerca di "agganciare" un arco di curva più chiuso).
Consegnato questo modello, ritorno allo stand Salomon per provare
SALOMON 3V 165 (sciancratura, se non ricordo male 119-67-104, raggio non ricordo): più progressivo nel rebound rispetto all'Atomic, ma con una bella presa di spigolo che non è da meno, mi piace molto il suo equilibrio generale, ha un comportamento molto polivalente digerendo i curvoni veloci senza problemi, a mio avviso meglio dell'Atomic (è infatti un po' meno esasperato nella sciancratura, se non erro 119-67-104), ma è molto più leggero da sentire ai piedi rispetto all'Elan. Tra tutti gli sci provati, lo trovo il connubio perfetto tra performance-polivalenza-impegno fisico richiesto, e se la gioca sotto questo punto di vista con l'Head iSL (che quest'anno non ho provato).
Secondo giorno:
Qualche problemino di natura intestinale non mi impedisce di esserci, e nonostante mi sentissi un po' prosciugato di energie, voglio continuare a provare sci. Dopo aver fatto un giro con l'Atomic D2 SL che avevo trattenuto per la gara del giorno precedente, lo consegno e prendo
ATOMIC RACE TI 175 (sciancratura 114-72-104, raggio 16,2) : piacevole da condurre, a detta di qualcuno sostituisce in catalogo i GS12 ma questo può trarre qualcuno in inganno, perchè questo TI non è un GS, bensì (a mio modesto parere) la nuova proposta Medium Turn di Atomic, caratterizzato da dimensioni generose, nonostante le dimensioni maggiorate dà una certa sensazione di leggerezza e si inserisce in curva con facilità e rapidità, ci vuol davvero poco a trovare il feeling e a tirare delle belle curvette in scodinzolo, messo alla frusta sul duro veloce vibra un po' di spatola, cosa peraltro da mettere in conto vista la sua larghezza e la sua leggerezza, ma senza mai andare in crisi, e sempre dando una grande sensazione di comfort. La sua qualità maggiore sta appunto nella leggerezza, fatta tutta la 3 e poi la 10 a palla, da cima a fondo, senza pausa, sono arrivato a fine pista senza che mi sentissi le gambe minimamente appesantite, a differenza di molti altri sci provati.
ELAN GS 176 (sciancratura 110-67-? raggio 18,6): non rapidissimo nell'inserimento in curva, con un effetto spatola molto neutro, sembra un GS gara nel senso che va "lavorato" non poco per fargli impostare la traiettoria voluta, non mi ha esaltato però particolarmente come incisività sul duro e in stabilità sul veloce, lo ritengo particolarmente indicato a uno sciatore vecchia maniera alla ricerca di uno sci prestazionale ma non troppo. Sul compatto è molto rapido nel cambi e nello scodinzolo, situazione dove a mio avviso questo sci si esalta maggiormente.
Vado allo stand Atomic per provare il GS D2 ma non c'è la misura che cerco, e Pietro insiste per farmi provare il DR varioflex, sostenendo che come sciancrature è simile, ma è più morbido e facile come struttura. Nell'attesa, decido di provarlo
ATOMIC DRIVE D2 VF70 174 (sciancratura 108,5-70-98, raggio 17,8): più rapido nei cambi rispetto al TI, anch'esso ha una spatola leggermente ballerina sul duro veloce, senza comunque andare in crisi, più adatto a chi predilige uno sci tradizionale, mi ricorda molto il GS12 di quest'anno nel comportamento generale, ne sembra quasi un fratellino minore, più turistico ma comunque con una buona indole sportiva. Ideale per chi cerca uno sci per curve filanti, rapido nei cambi, sicuro e sfruttabile tutto il giorno
Lo consegno, e posso ora mettermi ai piedi il top gs negozio
ATOMIC GS D2 179 (sciancratura 109,5-70-99, raggio 18,4): due missili terra-terra, danno una sicurezza incredibile, spingi sempre, anche ad andatura sostenuta ma se sei sempre deciso e ci stai su, rimangono piantati al terreno senza alcuna incertezza. Basta crederci, e spingere con determinazione, e riesci a tenere sempre il controllo della situazione, anche quando il tutto attorno a te sembra venirti incontro a velocità mai riscontrate in precedenza. Con sorpresa però li ho trovati fruibili e gestibili anche quando effettui una discesa più rilassata. Mi spiego meglio: se vuoi semplicemente portarli a spasso, questi sci ti assecondano senza problemi, e senza che siano troppo pesanti ai piedi. Se è merito della tecnologia Varioflex, devo dire che funziona davvero molto bene. Discorso diverso è trovarne il limite, che è cosa davvero al di fuori delle mie possibilità. Ancor adesso, mi chiedo, a quanto sarò arrivato a sfruttarne le potenzialità? 30%? 50%? 70%? La risposta è: non lo so, e questo significa solo che ne sono rimasto davvero piuttosto lontano.
ROSSIGNOL 9S 165 (sciancratura 124-70-112, raggio 12): a dispetto delle dimensioni sono piuttosto rapidi nei cambi veloci (scodinzolo), ben incollati al terreno, ti invogliano a cercare il limite nelle pieghe estreme, e vai giù di inclinazione con facilità e sicurezza. Arrivo sul primo muro della Holzriese, qui a velocità controllata viene fuori la pastosità della struttura e lo sci si mantiene piantato e stabile, man mano che il pendio si addolcisce aumento la velocità e allargo le traiettorie lo sci ti accompagna senza farsi problemi, senti la spatola che preferirebbe chiudere un po' di più ma mi sembra lievemente meglio calibrata rispetto all'Atomic D2 SL per tollerare questo genere di situazioni che non sono il suo pane quotidiano, trasmettendoti quindi una buona sensazione di sicurezza. Il successivo concatenare della 3 e della 10 è un continuo inanellare di curve e curvette, sempre in conduzione, anche a velocità non propriamente turistiche, e ti trovi a fine pista che vorresti stare ancora lì a tirare binari. Che sci... giocoso, equilibrato, pastoso ma tosto e sicuro quando serve, non lo lasceresti davvero più!
HEAD CHIP71 170 (sciancratura 121-71-107, raggio 13,5): leggero e facile ai piedi, si comporta meglio su neve compatta/morbida, e anche questo ti invoglia a cercare il limite nelle pieghe. Adatto a chi vuole un carver giocoso, leggero e divertente e brioso, con un rebound graduale e mai troppo brusco.
Considerazioni finali:
In questa edizione dello Skitest di Ornello la maggiore curiosità era rivolta ai nuovi ATOMIC, completamente rinnovati, la mia opinione è che dopo una stagione (quella attuale, 08/09), dove i top gamma erano diventati più accessibili, ma senza spiccare particolarmente in fatto di performances, coi nuovi D2 si ripropongono ai vertici delle rispettive categorie, ma con in più quella fruibilità nelle sciate in relax che i vecchi modelli non avevano, ha nuove proposte in quelle nuove categorie "short turn" e "medium turn" caratterizzate da larghezze maggiori, e archi di curva più ridotti rispetto ai classici slalomcarver e racecarver (11,5 metri il raggio dello short turn contro i 13 del slalomcarver da 165, circa 15 metri il raggio del medium turn contro i 17-18 metri del racecarver da 175-178), e se è vero, come mi ha spiegato Pietro che Atomic sta introducendo sistemi produttivi più rispettosi dell'ambiente, Atomic è sicuramente da elogiare in questo.
ELAN un gradito ritorno, con sci graficamente insuperabili, gran cura costruttiva, caratteristiche di solidità e rigidezza elevate che purtroppo non si sposano in pieno con la mia predilezione verso uno sci comunque versatile e piacevole anche nei momenti di relax.
HEAD che questa volta ho un po' trascurato, più che altro perchè gli sci di mio maggior interesse sono rimasti praticamente invariati, fedele al motto "squadra vincente non si cambia", e non posso che confermarlo, perchè alla luce di questi skitest, il mio amato iSpeed resta ancora uno sci stupendo, che non cambierei, e sospetto che in determinate situazioni in cui è richiesta una maggior versatilità (neve sconnessa e/o che inizia a smollare), i vari iSpeed, iSL, Supershape restino ancora ai vertici. Avrei voluto provare l'Icon, ma in queste occasioni non sempre capita il momento giusto.
ROSSIGNOL che dopo aver introdotto due top gamma così diversi dai precedenti l'anno scorso, li ha affinati rendendoli più fruibili e godibili (a detta dei responsabili, sono stati leggermente ammorbiditi nella struttura, e anche chi li ha provati ha ricavato questa sensazione) ma che rimangono ai vertici per comportamento prestazionale, e il fatto che abbiano saputo realizzare dei gran sci utilizzando una costruzione classica anzichè ricorrendo a tecnologie particolari, che in alcuni casi sono state pubblicizzate più per ragioni di marketing che per effettivi vantaggi in termini di resa, per me è un punto a favore.
BLIZZARD continua a sfornare prodotti di ottima qualità, e devo dire che le nuove grafiche (che avevo criticato in foto), sono decisamente più belle dal vivo, e conferiscono un aspetto molto sportivo, anche se sempre di impronta classica.
E infine quella che per me è stata la vera sorpresa, SALOMON con due sci top gamma che questa volta sono entrati nelle mie grazie in virtù del loro equilibrio tra facilità, intuitività e performances, tematica questa che in un certo senso li accosta ai miei amati Head.
E infine una ultimissima considerazione: è stato impegnativo scrivere il tutto, spero di non avervi appesantito troppo, e che il mio resoconto sia all'altezza delle aspettative. E, spero di ritrovarvi ancora in un momento come la seguente foto, per una delle tante scivolate insieme... per cui concludo salutando con un: ARRIVEDERCI AL PROSSIMO SKITEST!!!